NBA: 2017 finito per Markelle Fultz, ma le condizioni migliorano. Covington out contro New Orleans
NBALa prima scelta assoluta all'ultimo Draft non ha più dolore alla spalla, ma verrà rivalutato solamente nel 2018. L'allenatore dei Philadelphia 76ers Brett Brown nel frattempo ha raccontato di come lo sta "educando" in campo e fuori, tra sessioni video e cambiamenti nella dieta. Robert Covington, nel frattempo, è uscito malconcio dalla partita coi Cavs
I Philadelphia 76ers sono una delle storie felici di questa stagione: Joel Embiid ha conquistato ancora più cuori rispetto alla scorsa stagione, Ben Simmons appare destinato a vincere agilmente il titolo di Rookie dell’Anno e la squadra, pur attraversando un momento di calo con tre sconfitte consecutive, è ancora all’interno dei primi otto posti nella Eastern Conference. Ci sono talmente tante cose di cui parlare che rischia quasi di passare sottotraccia che la prima scelta assoluta dell’ultimo Draft, Markelle Fultz, è ancora ai box: l’ultimo aggiornamento della squadra riferisce che le condizioni della sua spalla sono nettamente migliorate tanto da non sentire più dolore, ma che l’approccio conservativo continuerà ancora per qualche tempo rimandando la valutazione sulle sue condizioni e sul suo rientro tra tre settimane, chiudendo di fatto il suo 2017. Abbiamo già parlato a lungo di quello che di buono e di meno buono ha fatto intravedere il prodotto di Washington nelle sue uniche quattro partite in NBA, ma c’è un’altra persona che ha osservato e analizzato nel dettaglio tutto quello che ha fatto Fultz: il suo allenatore Brett Brown. “Ci siamo seduti e abbiamo guardato un sacco di filmati insieme” ha raccontato il coach dei Philadelphia 76ers. L’analogia utilizzata da Brown fa riferimento al mondo del football americano, paragonando le sue sedute video alla “scuola di quarterback di Jon Gruden”: il celebre ex allenatore della NFL e attuale analista per Monday Night Football è diventato famoso per i suoi segmenti su ESPN in cui invita i futuri quarterback del Draft ad analizzare dei filmati insieme, per saggiarne le qualità e la capacità di analizzare velocemente le situazioni. “L’idea è chiedere loro: ‘Che cosa vedi? Che cosa ne pensi? Perché faresti quella scelta?’. In pratica è come una lezione universitaria” ha spiegato Brown sull’educazione della propria giovane point guard. “Poi cerchi di portare in campo quanto spiegato per migliorarne le abilità senza pesare sulla sua spalla. Si tratta però di un terreno scivoloso: ha grande voglia di migliorare la propria condizione fisica, anche lavorando in palestra, ma bisogna scegliere bene su quali aree lavorare per far crescere un corpo da pallacanestro straordinario”.
Educazione Fultziana (sulle orme di Embiid, Simmons, Okafor e Noel)
Tutto quello che serve per tenere coinvolto e attivo un patrimonio della franchigia, perché per quanto Embiid e Simmons possano essere immensamente talentuosi, il completo recupero di Fultz è un punto di svolta fondamentale per la traiettoria della franchigia. “Già solo il fatto che si senta meglio è una cosa positiva” ha continuato Brown. “La quantità di tempo che serve per riportarlo in campo non mi ha sorpreso: non vedo l’ora di vedere i frutti di quanto fatto in questo periodo, come in passato abbiamo fatto con Nerlens [Noel], Jahlil [Okafor], Ben [Simmons] e Joel [Embiid]”. Tutte le altre prime scelte al Draft infatti hanno dovuto sopportare periodi più o meno lunghi di riposo forzato nella loro prima stagione in maglia Sixers, a volte saltandole del tutto. Un periodo di tempo che serve per studiare da fuori quanto succede in campo, ma anche per abituarsi a uno stile di vita da professionisti, completamente diverso rispetto a quello del liceo o del college. Ad esempio mettendo mano alla dieta: “Abbiamo dato molta attenzione all’educazione per quanto riguarda il sonno, il cibo e l’idratazione” ha rivelato Brown. “È un programma a tutto tondo, ma nessuno è confuso su come attuarlo avendolo già provato così tante volte [con gli altri prospetti]. Penso che ne uscirà un giocatore migliore anche senza poter giocare fisicamente su un campo NBA”.
Un volo che costa caro: Covington out contro New Orleans
Quella di rivedere Fultz in campo è la speranza di tutti i tifosi dei Sixers, che hanno osservato con preoccupazione l’uscita del campo di Robert Covington ieri notte. L’ala di Philadelphia si è tuffato tra gli spalti per recuperare un pallone vagante a poco più di un minuto dalla fine della partita con i Cleveland Cavaliers ma ne è uscito ammaccato, venendo trasportato a braccia dai compagni fuori dal campo perché incapace di mettere peso sulle gambe. Coach Brown non è riuscito a dare un aggiornamento preciso sulle sue condizioni, ma dovrebbe trattarsi solo di una brutta botta alla parte bassa della schiena e all’anca, tanto che è comunque riuscito a camminare da solo tra il tunnel e gli spogliatoi della Quicken Loans Arena. Il suo impegno stanotte contro i New Orleans Pelicans è improbabile, ma se non altro dovrebbe tornare in campo Joel Embiid, tenuto fuori dalla sfida con i Cavs perché ancora non ha ricevuto l’ok per disputare i back-to-back. Anche quando si hanno a disposizione i frutti migliori bisogna avere pazienza prima di raccoglierli…