Il lungo tedesco dei Mavericks in visita all’ospedale pediatrico della città texana: regali, sorrisi e un momento di distrazione per chi combatte con un avversario difficile da sconfiggere: “Mi viene la pelle d’oca solo a parlarne”
Dirk Nowitzki è sempre stato un giocatore diverso dagli altri. Campione dentro e soprattutto fuori dal campo, sempre vicino alla comunità di Dallas che ormai lo ha adottato come un figlio acquisito (e forse qualcosa di più). Il lungo tedesco è parte integrante della città texana e ormai da anni frequenta durante le feste di Natale l’ospedale pediatrico di Dallas; un babbo natale di oltre due metri che riesce sempre a strappare qualche sorriso ai piccoli ammalati. Questa volta ha preferito evitare i cronisti e le telecamere, scegliendo di andare da solo in visita con i suoi personali regali per 17 bambini che stanno vivendo momenti molto complessi. Il soprannome che tutti hanno deciso di dargli è “Uncle Dirk”, un conforto anche per le famiglie che assistono spesso impotenti: “Cerco in tutti i modi di tirarli su di morale, consigliandogli di continuare a combattere e sperare che le cose possano andare per il meglio”. Spesso però è lui a trarre motivazioni e forza da persone che nella vita affrontano dei mostri molto più cattivi di quelli che lui si ritrova a fronteggiare sul parquet. Durante uno degli allenamenti dei Mavericks, la sua volontà era quella di raccontare le storie di bambini e di famiglie coraggiose, che affrontano con grande forza situazioni impossibili soltanto da immaginare. Tra quelle che gli sono rimaste appiccicate addosso c’è quella raccontata dal padre di un bimbo di due anni più volte operato per problemi cardiaci: “Lui mi ha detto ‘Mio figlio è un guerriero, è il mio modello di vita’. Dopo avermi spiegato un po’ la sua storia, non potevo che dargli ragione. Parlarne adesso mi fa venire ancora la pelle d’oca”. Nel corso degli anni sono più di 200 i bambini con cui Nowitzki ha scherzato per qualche minuto, provando a uscire dalla monotonia ospedaliera con loro. “La NBA è la prima lega al mondo anche per questo motivo – sottolinea Mark Cuban -, i nostri giocatori possono avere un impatto che in pochi riescono a cogliere a pieno. Dirk è incredibile, ma tutti gli atleti NBA cercano spesso di rendere migliore la vita degli altri. La prossima volta che pensate che i giocatori sono egoisti, rileggete questa storia”.