Reduci entrambe da cinque sconfitte consecutive, Rockets e Lakers danno vita a una gara spettacolare conclusa soltanto dopo due overtime: ne segna 40 Harden prima di infortunarsi e dover uscire, ne mette 15 dei suoi 28 nei supplementari Chris Paul. A L.A. non basta il miglior Julius Randle dell’anno
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Houston Rockets-Los Angeles Lakers 148-142 2OT
Per assistere ai migliori botti di Capodanno nella NBA l’indirizzo è quello del Toyota Center di Houston, che vede fronteggiarsi due squadre curiosamente accomunate da un dato: una striscia perdente di cinque gare consecutive. Ne esce invece una partita super spettacolare che i Rockets riescono a portare a casa soltanto dopo due overtime, rimontando uno svantaggio anche di 17 punti. I padroni di casa vedono James Harden mandare a libri il 44° quarantello della sua carriera (10/20 al tiro e 17/21 alla lunetta, con anche 11 assist oltre ai 40 punti) ma perdono il proprio All-Star nel finale dei regolamentari, per un guaio al tendine del ginocchio (“Non dovrebbe essere niente di serio – dice nel dopo-partita – un po’ di riposo e di trattamenti e spero di essere in campo già dalla prossima gara”). È per momenti come questi che in estate si è pensato di portare in Texas un altro All-Star, che risponde al nome di Chris Paul: 15 dei suoi 28 punti finali (con 10 assist e 6 rimbalzi) arrivano infatti nei due tempi supplementari, con Harden fuori, trascinando così Houston alla tanto agognata vittoria. “Ci ha fatto vincere con la sua grande forza di volontà”, le parole di D’Antoni sulla sua point guard. “I grandi giocatori sono quelli che riescono a fare una cosa del genere”. A dire il vero i Rockets ringraziano anche un altro eroe di serata, meno glamour ma altrettanto utile, soprattutto in un paio di giocate decisive: è P.J. Tucker infatti ha catturare il rimbalzo offensivo sull’errore di Paul con il punteggio in parità sul 142-142 e portare i suoi sul +2, prima di strappare il pallone dalle mani di Kyle Kuzma sul possesso successivo dando permettendo poi a Paul stesso di chiudere con quattro liberi in fila la contesa. Nei 148 punti segnati da Houston (che dal 2008 a oggi ha sempre vinto le sei partite chiuse con un doppio tempo supplementare) si contano anche i 26 di Trevor Ariza, suo massimo stagionale (con 6/10 da tre), i 14 di Eric Gordon e i 10 di Gerald Green, autore di una tripla importantissima dall’angolo a 17.7 secondi dalla fine dei tempi regolamentari per impattare la partita. Da segnalare in casa rockets anche il ritorno in campo dopo due gare di assenza di Clint Capela, che chiude con 7 punti e 7 rimbalzi in 32 minuti.
Non basta a L.A. il miglior Randle di stagione
Non può essere deluso dalla prestazione dei suoi coach Luke Walton: la sesta sconfitta in fila dei suoi Lakers (che ora occupano l'ultimo posto della Western Conference) arriva infatti dopo una prestazione di carattere, anche se i gialloviola non sono stati capaci di capitalizzare un vantaggio di 17 punti e successivamente uno di 4 punti all’interno del secondo tempo supplementare. I 58 minuti a disposizione regalano sia a Julius Randle che a Tyler Ennis i loro massimi stagionali: il primo chiude con 29 punti e 15 rimbalzi (entrambi season high), con un ottimo 13/19 dal campo e aggiungendoci anche 6 assist, ma lascia il campo per 6 falli durante il primo tempo supplementare, mentre il secondo ne distribuisce 11 insieme a 20 punti. Ne mette 23 anche Kyle Kuzma, mentre incide poco (solo 6 tiri in 45 minuti) Brandon Ingram, che chiude con 12 punti, 6 rimbalzi e 4 assist. Sempre senza Lonzo Ball, rimasto a Los Angeles per curarsi, i Lakers sono attesi ora in un impegnativo back-to-back sul campo di Minnesota, prima di ritornare a casa per incontrare gli Oklahoma City Thunder.