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NBA, Isaiah Thomas fa un passo indietro: “Niente video dai Celtics, tutta la serata per Paul Pierce”

NBA

Il playmaker di Cleveland ha detto ai Celtics di non trasmettere il video tributo pensato per lui, lasciando spazio esclusivamente al ritiro della maglia numero 34 di Paul Pierce. "Ha avuto la sua opportunità, i Celtics si sentivano in colpa per lo scambio di quest’estate” ha dichiarato un irritato Pierce, che ha ricevuto il supporto da parte dei suoi ex compagni Garnett, Rondo e Allen

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Tutto è bene ciò che finisce bene, o almeno ciò che trova una soluzione più o meno condivisa. Dopo tante chiacchiere, Isaiah Thomas ha deciso di fare un passo indietro e ha chiesto ai Celtics di non trasmettere nessun video-tributo il prossimo 11 febbraio, data del primo ritorno in campo da avversario con la maglia dei Cleveland Cavaliers. La scelta è arrivata dopo le rimostranze di Paul Pierce, per il quale proprio in quell’occasione è stato previsto il più che meritato ritiro della maglia numero 34 con cui ha fatto la storia dei Celtics, e che si era risentito dopo che era stata paventata la possibilità che un altro giocatore gli rubasse le luci del palcoscenico. “Danny [Ainge] e io ne abbiamo parlato per 40 minuti” ha spiegato “The Truth” a Paul Pierce. “Mi ha detto ‘Questo è quello che abbiamo pianificato’, e alla fine della conversazione ha aggiunto ‘Se non vuoi che facciamo questo per Isaiah, non lo faremo’. Al che ho risposto quello che sentivo: ‘Davvero non vorrei’. E lì si è risolto tutto”. Lo stesso Isaiah Thomas poi attraverso un tweet ha scritto: “Vorrei ringraziare i Celtics per la loro offerta di trasmettere un video tributo il prossimo 11 febbraio per celebrare i miei tre anni a Boston. Ma dato che sembra aver causato qualche controversia con la serata dedicata a Paul Pierce, ho chiesto ai Celtics di concentrare tutte le loro attenzioni sulla carriera del #34. Non vedo l’ora di tornare e giocare a Boston ritrovando tutti i grandi tifosi che ricorderò sempre per il loro amore e il loro incredibile supporto negli ultimi anni”. 

Ainge: “Isaiah ha capito, la questione è finita”

Una volta accortosi di aver rischiato l’incidente diplomatico, anche Ainge si è sentito in dovere di spiegare quanto successo: “Vorrei chiarire che non è mai stata mia intenzione o di Isaiah togliere questo giorno speciale a Paul Pierce” ha detto il GM dei Celtics a ESPN, cercando di salvare il salvabile. “Nessuno sta paragonando I.T. a Paul Pierce. Sarebbe stato solamente un segmento durante la serata, mentre tutto il resto sarebbe stato su Pierce. Ma dopo aver parlato con lui, ho capito il suo punto di vista e ne ho parlato con Isaiah, che ha compreso. Tutti quanti nell’organizzazione devono tantissimo a Paul e ci sentiamo in debito con lui. Passeremo una grande serata, la questione finisce qui”.

Pierce: “I Celtics si sentivano in colpa per lo scambio di quest’estate”

Sembrerebbe finita lì, ma Pierce ha spiegato la sua presa di posizione: “Lui ha avuto l’opportunità di essere onorato” ha detto l’MVP delle Finals 2008, facendo riferimento al rifiuto di Thomas di ricevere la standing ovation lo scorso 3 gennaio poiché non poteva scendere in campo e avrebbe voluto la sua famiglia con sé, rimandandola quindi di un mese. “Lui era già tornato a Boston una volta. Che giocasse oppure no, lì avrebbe dovuto ricevere quell’omaggio. Non vedo il motivo per cui, nella serata in cui viene ritirata la maglia a uno, debbano essere trasmessi video celebrativi per altri giocatori. Danny [Ainge] ha provato a vendermi la cosa, ma gli ho detto ‘Ha avuto la sua opportunità e l’ha rifiutata. Ha fatto sostanzialmente tutto lui’”. Poi la bomba anche nei confronti della sua ex squadra: “Gli hanno lasciato tutta quella libertà perché si sentivano in colpa per come è andato lo scambio con Cleveland. È rimorso, nient’altro”. Pierce ha ammesso di aver riconsiderato la sua posizione dopo che le sue rimostranze erano finite sui media di mezzo mondo, ma ha decido di mantenere la sua posizione dopo essersi consultato con il suo agente, la sua famiglia e il suo amico Kevin Garnett. “Tutti capiscono il mio punto di vista. KG mi ha detto ‘Isaiah chi? Diavolo no, hai dannatamente ragione a non voler condividere la tua serata con lui’”.

Garnett, Rondo e Tony Allen stanno con Pierce: “Isaiah chi?”

Isaiah who?” sono state esattamente le parole anche di Rajon Rondo, playmaker titolare degli ultimi Celtics capaci di vincere il titolo NBA ormai 10 anni fa. “Che cosa ha fatto per meritarselo? Portare la squadra in finale di conference, è quello che viene celebrato qui adesso? Questi sono i Boston Celtics, non i Phoenix Suns [la squadra che lo ha scelto al Draft 2006 e poi lo ha ceduto, ndr]. Non voglio mancare di rispetto a nessuna franchigia, ma i Celtics non appendono [al soffitto] i titoli di conference”. Anche Tony Allen, membro di quella squadra capace di vincere l’anello, si è schierato con “PP”: “Io sto con Pierce, ragazzi. Thomas non ha lavorato più di Paul. C’è qualcuno che può dire il contrario? E allora perché dovrebbero celebrare anche lui lo stesso giorno? Lasciate che il mio amico abbia la sua serata. Lasciate che se la goda. Ha dato tutto quello che aveva per quella franchigia e ha portato a casa grandi risultati. Pierce ha passato dei momenti difficili con i Celtics, mi ricordo la striscia di 19 sconfitte consecutive che un anno dopo è riuscito a trasformare in un titolo NBA. Parliamo di quello che ha fatto Paul Pierce, non bisogna nemmeno citare il nome di Thomas perché non possono stare nella stessa frase”. Uno schieramento compatto in puro stile “Ubuntu”, specialmente nel decimo anniversario del titolo vinto insieme che verrà celebrato con un viaggio insieme quest’estate con tutta la squadra presente. La vera notizia? Che è stato invitato anche Ray Allen, come confermato dal “Errrrrbody” di Rajon Rondo rispondendo se proprio tutti erano stati chiamati a raccolta. Almeno in questo caso, pare, tutto è bene ciò che finisce bene.