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NBA, no Irving, no party: Joel Embiid schianta i Boston Celtics

NBA

Il centro dei Philadelphia 76ers festeggia la prima convocazione all'All-Star Game con una doppia doppia da 26 punti e 16 rimbalzi, portando i suoi alla vittoria per 89-80 sul campo dei Boston Celtics. Seconda sconfitta casalinga in fila per i biancoverdi, privi di Kyrie Irving per un problema alla spalla

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Solamente una settimana fa Boston e Philadelphia si affrontavano nella partita di Londra, con i primi capaci di rimontare ben 22 punti di svantaggio ai secondi in una gara molto divertente. Anche stanotte i Sixers sono riusciti ad andare avanti di 21, ma la rimonta dei biancoverdi si è fermata solamente fino al -7 a due minuti dalla fine, senza trovare le forze per evitare la seconda sconfitta consecutiva in casa dopo sette successi in fila. Di sicuro ha pesato l’assenza di Kyrie Irving, tenuto a riposo per una spalla sinistra in cattive condizioni, ma non si può negare la prova impressionante dei Sixers e soprattutto di Joel Embiid, che ha festeggiato nel migliore dei modi la prima convocazione all’All-Star Game. Il centro ha dominato chiudendo con una doppia doppia da 26 punti (10/19 al tiro e 6/7 ai liberi) e 16 rimbalzi (massimo in carriera pareggiato), a cui ha aggiunto anche 6 assist e 2 stoppate in quasi 35 minuti. “Sapevamo che sarebbe stata la stessa squadra che avevamo già studiato la volta scorsa” ha dichiarato il lungo camerunense. “Siamo stati più fisici di loro: l’ultima volta che abbiamo giocato contro hanno fatto quella rimonta usando il corpo, mentre stasera siamo stati noi la squadra più fisica”. Philadelphia in effetti ha stravinto lo scontro nei punti in area (46-28) e a rimbalzi (41-31), due dati fondamentali in una partita esteticamente non entusiasmante viste le 44 palle perse combinate dalle due squadre (25 per Philly e 19 per Boston). In una gara con così tanti errori e con un punteggio così basso, ai Sixers è bastato mandare altri due giocatori in doppia cifra (Dario Saric con 16 e T.J. McConnell con 15, tutti segnati nel secondo tempo, mentre Ben Simmons ha chiuso con 8+7+4) per vincere la sesta partita nelle ultime sette, di cui le ultime due sui campi delle due migliori squadre della Eastern Conference, Toronto e Boston. Considerando che i ragazzi di Brett Brown sono al momento ottavi in classifica, bostoniani e canadesi devono sperare che la risalita di Philly continui di questo passo se non vogliono vederseli davanti in un complicato primo turno di playoff.

Il tallone d'Achille di Boston: l'attacco senza Irving non funziona

Questa sconfitta ha esposto in maniera ancora più evidente un difetto strutturale che i Celtics per la verità hanno sempre avuto quest’anno: senza Kyrie Irving il loro attacco non funziona proprio. Con il playmaker numero 11 in campo i biancoverdi segnano 108.1 punti su 100 possessi, ma quando non c’è quel dato crolla a un terrificante 97.5 — un dato che, per intenderci, sarebbe ben peggiore di quello dei Sacramento Kings, proprietari di certo non orgogliosi del peggior attacco della NBA (100.2). Coach Brad Stevens è riuscito a mascherare questo punto debole dosando con meticolosità i minuti senza Irving e sfruttando la difesa ferrea fornita dalle riserve Marcus Smart e Terry Rozier (95.1 il rating difensivo quando loro due giocano insieme), ma giocare 48 minuti senza poter contare sul repertorio offensivo di Irving è uno scoglio enorme per questa squadra. “Nelle ultime due gare ci è successo spesso: per qualche motivo siamo stati disattenti in attacco” ha dichiarato Al Horford commentando un primo tempo da 32 punti (minimo stagionale) e ben 15 palle perse, alcune del tutto incomprensibili. “Le altre squadre ci stanno mettendo pressione affrettando il nostro gioco e non la stiamo gestendo bene”. Horford ha comunque chiuso come miglior realizzatore dei suoi con 14 punti insieme a Marcus Morris, guidando altri tre giocatori in doppia cifra (Smart 13, Brown 12 e Tatum 11), ma i soli 13 assist realizzati su 30 canestri e il 40% dal campo (con il 24% dall’arco) rappresentano benissimo la fatica fatta dai biancoverdi ad attaccare la difesa dei Sixers. “Non voglio togliere niente a quanto fatto da Philadelphia” ha dichiarato coach Brad Stevens. “Ci hanno fatto sembrare una squadra scarsa. Ma se non difendi il tuo spazio, il risultato sarà solo quello di perdere il pallone”.