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NBA, Steve Kerr twitta contro Harden e poi cancella: “Maledetto iPhone X…”

NBA

L’allenatore dei Golden State Warriors ha twittato per errore lamentandosi privatamente dei passi non fischiati a James Harden, ma la NBA non ha ritenuto necessario multarlo. “Pensavo fosse un messaggio privato, il mio nuovo iPhone X mi sta uccidendo…” si è giustificato davanti alla stampa. Il coach ha poi parlato del momento di appannamento degli Warriors: "Mentalmente ed emotivamente siamo cotti, vogliamo solo andare in vacanza"

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A quanti di voi è capitato di dover spiegare il funzionamento di un nuovo smartphone ai vostri genitori o a un vostro parente? Forse i figli di Steve Kerr dovrebbero fargli un ripasso di come funzionano gli iPhone, anche solo per evitare gaffe come quella di ieri su Twitter. Dall’account dell’allenatore dei Golden State Warriors è partito un tweet rispondendo a un video di highlights di James Harden in cui si leggeva “È imbarazzante: la lega è talmente felice di quanto si segna che non vuole nemmeno far rispettare le regole”. Il riferimento è a un canestro della stella degli Houston Rockets in cui sembrava metterci qualche passo di troppo per prendersi una tripla in allontanamento, una possibile infrazione di passi che ormai è stata sdoganata dalle terne arbitrali - e su cui Kerr da tanto tempo perde la testa, meritandosi anche una multa da 25.000 dollari nel 2016 criticando la cecità degli arbitri. Quando si è accorto di aver twittato pubblicamente e non rispondendo al messaggio di un suo amico Kerr è subito corso da un suo assistente, ma non è riuscito a cancellarlo in tempo. “Pensavo fosse un messaggio diretto, il mio nuovo iPhone X mi sta uccidendo…” ha provato a giustificarsi davanti alla stampa raccontando quanto accaduto. “Un mio amico mi ha chiesto cosa ne pensassi e gli ho risposto, solo dopo mi sono accorto che era un tweet normale e non un DM. Sono subito andato da Chris DeMarco [assistente degli Warriors, ndr] perché non ho idea di come si cancelli un tweet, visto che a malapena ne scrivo uno. Lui lo ha cancellato dopo 30 secondi e gli  ho chiesto ‘Che ne dici, riuscirò a scamparla?’. Al che mi ha risposto: ‘Diavolo, no’. Per fortuna non ha avuto grosse conseguenze”. L’NBA infatti ha deciso di non multare l’allenatore degli Warriors riconoscendogli la natura privata di quanto scritto, credendo quindi nella sua buonafede. Chissà però cosa ne penserà James Harden quando incontrerà di nuovo Golden State, magari in finale di conference…

Kerr: “Mentalmente ed emotivamente siamo cotti”

Un errore di distazione che può essere dovuto anche alla stanchezza, un tema ricorrente in questo periodo della stagione dei campioni in carica. Dopo il -30 subito a Salt Lake City e la vittoria tutt’altro che convincente di ieri notte contro Sacramento, Steve Kerr ha parlato di quanto stanno attraversando i suoi giocatori, indicando nella stanchezza e nella voglia di staccare i motivi di questo momento opaco. “I ragazzi muoiono dalla voglia di arrivare alla pausa per l’All-Star Game, stiamo zoppicando fino alla linea del traguardo” ha dichiarato l’allenatore dopo la partita di stanotte. “Mentalmente ed emotivamente siamo cotti. Ma dobbiamo continuare a combattere fino alla pausa e poi andare fuori dalle scatole gli uni degli altri, rilassandoci in spiaggia. Dopodiché saremo pronti per la seconda parte di stagione”. Un programma niente male che di sicuro potranno fare il coaching staff (che, avendo già allenato allo scorso All-Star Game, non può essere convocato per questo pur avendo il miglior record della Western Conference) ma che i vari Kevin Durant, Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green non potranno godersi, essendo impegnati a Los Angeles per il weekend delle stelle. Soprattutto, Golden State deve giocare ancora sei partite prima della pausa, di cui quattro contro squadre da playoff e la prossima a Denver dopo essere arrivati in albergo alle 4 del mattino, “Ogni squadra non vede l’ora che arrivi la pausa sperando che sia domani” ha detto Draymond Green. “È quel periodo dell’anno: sei vicino, sai che la pausa è lì davanti, ma ancora non puoi prendertela. Tutti l’aspettano con ansia, ma dobbiamo continuare a vincere”.  Non è del tutto d’accordo Kevin Durant, autore di 33 punti nella notte contro i Kings. “Non credo che siamo pronti per prenderci una pausa: ovviamente è dura affrontare così tante partite e i viaggi, ma non ci stiamo pensando. Siamo in una zona grigia: vogliamo continuare a migliorare a vincere, poi quando arriveremo alla pausa potremo rallentare il ritmo”. Steph Curry, invece, capitano del Team Steph all’All-Star Game, non cerca scuse per le scarse prestazioni dell’ultimo periodo (45 palle perse nelle ultime due gare): “Dobbiamo continuare a comportarci da professionisti e non cercare scuse per i palloni buttati via e gli errori di distrazione. Si può intravedere la luce in fondo al tunnel per ritrovare un po’ di energie, ma abbiamo ancora del lavoro da fare prima di arrivare alla pausa. Certo, è umano aspettare con ansia qualche giorno di riposo, ma se non costruiamo le giuste abitudini e non abbiamo lo spirito giusto, questi problemi possono trascinarsi avanti. E noi non vogliamo avere un’energia negativa in squadra una volta arrivati ai playoff”.