Cleveland perde anche a Orlando: in vantaggio di 21 punti, i Cavaliers subiscono un parziale da 65-31 nella ripresa. I Raptors travolgono in casa i Celtics e si avvicinano alla vetta della Eastern Conference. Harden&Paul trascinano Houston al successo a Brooklyn. Philadelphia batte Washington e si prende l’ottavo posto a Est. I Lakers vincono contro Phoenix
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Orlando Magic-Cleveland Cavaliers 116-98
Continua il crollo verticale dei Cavaliers che ogni volta riescono nella difficile impresa di toccare il fondo per poi riuscire a scavare un po’ di più. La seconda sconfitta in questa regular season incassata contro i Magic diventa così il nuovo punto più basso toccato in quasi quattro mesi. I vice-campioni NBA segnano 43 punti nel solo primo quarto, volano oltre la doppia cifra di vantaggio, prima di crollare in un secondo tempo imbarazzante chiuso con soli nove punti a referto nel quarto periodo. Cleveland non muove mai la retina negli ultimi sei minuti e mezzo, brucia 21 punti di vantaggio e incassa così la 14esima sconfitta nelle ultime 21 gare: “Sono qui per questa stagione e il mio obiettivo è quello di venire fuori da questa situazione complicata”, commenta un LeBron James da 25 punti, 10 rimbalzi e cinque assist, sempre più in rotta con tutto il resto del gruppo. “Non possiamo mollare in questo modo, non è accettabile”. Il tutto successo senza coach Tyronn Lue in panchina, rientrato negli spogliatoi a metà secondo quarto a causa della febbre e incapace di proseguire il match. Senza di lui nella ripresa il parziale è stato di 65-31 in favore dei Magic: “La sua assenza non può essere una scusa – commenta Wade -; sono in questa lega da troppo tempo per far finta che sia stato questo. Ci hanno preso a calci nel c***, semplicemente questo”. Orlando interrompe così una striscia di nove sconfitte casalinghe in fila subite contro Cleveland e conquista per la prima volta dopo tre mesi due vittorie consecutive. Merito del miglior Jonathon Simmons dell’anno, che piazza 22 punti nel solo terzo quarto in una partita da 34 totali – il suo nuovo massimo in carriera. “Non mi sono reso bene conto; avevo l’adrenalina in circolo e a quel punto ho continuato a tirare senza pensarci troppo”. Far canestro contro i Cavaliers non è poi così difficile, direbbero i maligni.
Toronto Raptors-Boston Celtics 111-91
I Raptors vincono la sfida al vertice della Eastern Conference e fanno un ulteriore passo in avanti per avvicinarsi al primo posto dei Celtics. Una gara dominata da Toronto per tutti i 48 minuti grazie ai 23 punti messi a referto da Kyle Lowry (con 6/11 dall’arco; gli unici canestri dal campo della point guard sono tutti dalla lunga distanza) e ai 20 di C.J. Miles in uscita dalla panchina (5/7 da tre punti). Troppi per i Celtics che ritrovano Kyrie Irving dopo le tre gare d’assenza (17 punti in 22 minuti), allungano la rotazione concedendo a ben 11 giocatori diversi almeno 11 minuti sul parquet, ma senza riuscire a trovare la varietà d’alternative a disposizione di coach Casey. “Ci hanno colpito subito – racconta Irving – e noi non siamo stati in grado di rispondere. Se vai sotto contro una squadra del genere, non riesci più a risalire. Non mi sentivo a mio agio; essere rimasto fuori inevitabilmente incide sulla mia condizione fisica”. Fred VanVleet è sempre più un fattore per i Raptors, così come Delon Wright e Pascal Siakam. I canadesi possono concedere così a DeRozan una serata tranquilla, in cui la precisione altalenante al tiro (6/17, 15 punti) non è un problema nel conquistare la quinta vittoria nelle ultime sei, la 22esima in casa sulle 26 totali. Boston invece perde dopo quattro successi in fila, ma resta in vetta con una partita di margine su Toronto: “È un calcio nel c*** che dobbiamo tenere bene a mente. Per far sì che non succeda più”.
Brooklyn Nets-Houston Rockets 113-123
James Harden festeggia i 15.000 punti in carriera guidando al successo i Rockets a Brooklyn. Per lui sono 36 punti, quattro triple e cinque assist, ai quali si aggiungono i 25 di Chris Paul e soprattutto i 16 canestri dalla lunga distanza raccolti di squadra. Il primo incrocio stagionale tra Nets e Rockets infatti fissò il nuovo record NBA per tentativi da tre punti (furono 89 in quell’occasione), date le due filosofie di gioco simili che tendono a privilegiare i tentativi con i piedi oltre l’arco. Ed è proprio grazie a quei canestri che Brooklyn resta in scia per tre quarti, tenuta a galla dai 21 punti di Carroll e i 18 di Dinwiddie (che in due realizzano dieci delle 16 triple totali di squadra). A preoccupare coach Atkinson è soprattutto l’infortunio di Caris LaVert, andato a sbattere contro il blocco portato da Nené e sottoposto al protocollo NBA per trauma cranico. Houston vince così la quinta gara in fila, la nona delle ultime dieci, la 12esima delle ultime 14. Insomma, visti anche i diversi svarioni delle avversarie non sembrano esserci dubbi: la squadra più in forma dell’ultimo mese sono i Rockets.
Philadelphia 76ers-Washington Wizards 115-102
A Philadelphia la festa non è ancora terminata e ai Sixers toccava soltanto mettere la ciliegina sull’enorme torta fatta dagli Eagles soltanto tre giorni fa. La sfida contro gli Wizards infatti è stata solo il pretesto per continuare a gioire per la vittoria del primo Super Bowl nella storia della città. “Sapevamo che sarebbe stato particolare giocare stasera, ma il nostro compito era non deludere le aspettative”. E Joel Embiid ha dato seguito alle parole con i fatti: 27 punti, 12 rimbalzi e tre assist decisivi nel regalare ai suoi un successo che vale il momentaneo aggancio al treno playoff. Sugli spalti la folla si accende ogni volta che vengono inquadrati nello schermo i giocatori degli Eagles presenti a bordocampo e gli Wizards si fanno in parte condizionare in una partita in cui non riescono mai a mettere il naso avanti- John Wall non c’è (e ha dichiarato che la squadra sembra essere migliore e più tranquilla senza di lui) e Bradley Beal fa quel che può, chiudendo con 30 punti, sette rimbalzi e cinque assist. Alla sirena a fare la differenza è soprattutto la precisione dalla lunga distanza: a parità di tentativi (28 vs. 27), i Sixers segnano il doppio dei canestri e conservano per oltre la quaranta minuti la doppia cifra di vantaggio. “È fantastico respirare un’atmosfera del genere. Questo deve servirci da stimolo: questa gente prima o poi canterà a festa anche per celebrare i nostri successi”.
New York Knicks-Milwaukee Bucks 89-103
I Milwaukee Bucks vincono la settima partita delle ultime otto, completando il tris di successi contro le newyorchesi in meno di cinque giorni e confermando l’ottimo momento di forma (coinciso, guarda caso, con l’esonero di coach Kidd). A fare notizia però al Madison Square Garden è l’infortunio di Kristaps Porzingis, crollato a terra dopo tre minuti del secondo quarto al termine di una giocata al ferro. Il lettone ricadendo dopo essere volato a canestro ha poggiato il piede su quello di Antetokounmpo, non trovando una base solida su cui assestarsi e caricando tutto il peso sul ginocchio. La diagnosi è di quelle non lasciano speranze: rottura del crociato anteriore. Per lui partita e soprattutto stagione finita. A farne le veci in campo ci prova Enes Kanter, autore di 19 punti e 16 rimbalzi, ma il cui -25 di plus/minus racconta bene come le cose non siano andate per il meglio con il turco sul parquet. Dall’altra parte infatti sono ben tre i ventelli che guidano Milwaukee: 23 punti, 11 rimbalzi e sei assist di Antetokounmpo, corteggiato dai Lakers tanto da costringere la lega a multare i giallo-viola per le dichiarazioni pubbliche fatte. Ai suoi si aggiungono i 20 punti di Middleton e i 23 di Eric Bledsoe, più impegnato del solito vista l’assenza di Matthew Dellavedova, fuori almeno per quattro settimane a causa di una distorsione alla caviglia.
Atlanta Hawks-Memphis Grizzlies 108-82
Con Marco Belinelli a riposo, in attesa che si concretizzi uno scambio, gli Atlanta Hawks si godono una delle rarissime vittorie per distacco della loro stagione. Che Memphis si presti all’occorrenza, è evidente a coach J.B. Bickerstaff dopo un solo minuto di gioco, quanto gli basta per chiamare il primo time-out e cercare di rimettere in riga i suoi. Non ci riesce, perché sulla scia di 27 palle perse (loro massimo stagionale) che portano a 38 punti degli Hawks i Grizzlies precipitano a -16 già all’intervallo per poi sprofondare fino a -34 nel corso del secondo tempo. I miglior marcatore tra i padroni di casa è Dennis Schroder, che chiude a quota 22 in soli tre quarti di gioco, con Atlanta capace di sfiorare i 30 assist di squadra (29 su 42 canestri realizzati) e titolare di un ottimo 50.6% al tiro. Mario Chalmers dalla panchina chiude a quota 13 per Memphis, solo 8 punti con 6 rimbalzi in 19 minuti per Marc Gasol, che commenta così la quarta sconfitta in fila della sua squadra: “Loro ci hanno aggredito, noi li abbiamo lasciati fare”
Los Angeles Lakers-Phoenix Suns 112-93
I Lakers sembrano aver trovato un equilibrio proprio quando – complice la trade deadline di giovedì – possono essere costretti a perderlo in fretta. Il successo contro i Suns, infatti, arrivato grazie a un quarto quarto chiuso 24-14 e segnato da un parziale decisivo di 15-3, è il settimo consecutivo dei gialloviola davanti al proprio pubblico di casa, il settimo nelle ultime 11 gare ottenuto senza Lonzo Ball in campo e l’undicesimo nelle ultime quindici disputate. A far la parte del leone contro Phoenix un Brandon Ingram da 26 punti, ottenuti con un chirurgico 9/12 dal campo, con altri 21 aggiunti da Julius Randle, autore anche di 8 rimbalzi e 5 assist, e 16 da Kyle Kuzma dalla panchina. È invece T.J. Warren il migliore dei Suns a quota 24 punti, mentre si confermano incoraggianti le prestazioni del rookie Josh Jackson, in doppia cifra con 16 punti e 10 rimbalzi. Per i Suns è il terzo ko consecutivo ma soprattutto il dodicesimo nelle ultime 13 gare disputate.