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NBA, Kerr: "Potrei lasciare ancora i timeout ai giocatori". Lue: "L'avessi fatto io con LeBron..."

NBA

L'allenatore dei Golden State Warriors è tornato a parlare delle reazioni alla sua decisione di lasciare i giocatori in "auto-gestione" nei timeout: "È assurdo il mondo in cui viviamo, non è una notizia sconvolgente. Potrei farlo di nuovo". Il suo dirimpettaio Tyronn Lue ha commentato con un sorriso facendo riferimento all'ombra lunga di LeBron James...

La decisione di Steve Kerr di lasciare che fossero i suoi giocatori “in auto-gestione” a prendere in mano le redini dei timeout durante la partita stravinta contro Phoenix ha fatto più rumore di quanto previsto, e dopo aver evitato di commentare dopo la gara l’allenatore dei Golden State Warriors ha espresso tutta la sua frustrazione per quanto successo. “Quello che è successo mi ha fatto ricordare in fretta quanto sia folle il mondo in cui viviamo, e come qualsiasi cosa diventi una storia da giudicare e vivisezionare” ha dichiarato a una radio di San Francisco, rispondendo alle reazioni “indignate” per la sua supposta mancanza di rispetto nei confronti degli avversari. Coach Kerr ha lasciato la lavagnetta ai vari Andre Iguodala, Draymond Green, David West e Steph Curry, dando loro le redini della squadra e permettendo loro di disegnare gli schemi da eseguire una volta tornati in campo. “Abbiamo una squadra di veterani. Spesso capita di lasciare che siano loro a gestire i timeout così che possano discutere tra di loro la strategia da utilizzare. A mio modo di vedere non credo che sia una notizia sconvolgente”. In effetti questa pratica sembra strappata direttamente dal libro dei trucchi del suo mentore Gregg Popovich, che più di una volta ha lasciato che i giocatori se la cavassero da soli (spesso quando era parecchio alterato con loro) durante i timeout. Farlo in maniera così palese per tutta la partita e per una squadra così in vista come questi Warriors campioni in carica, però, ha provocato reazioni di gran lunga maggiori rispetto a quanto sia mai successo a San Antonio. 

Contro il logorio della NBA moderna: “Lo riproporremo di nuovo”

Ciò nonostante, Kerr ha detto che l’esperimento potrebbe essere riproposto in futuro, non fosse altro per spezzare la monotonia e la noia che sembra aver attanagliato gli Warriors nelle ultime settimane. “Non è una cosa che faremo spesso, ma credo che sia un buon esercizio. La nostra stagione dura nove mesi e viviamo le stesse identiche giornate per sette, otto, nove mesi consecutive – in base a quanto va bene la tua squadra. E tutto può diventare piuttosto monotono. Nella NBA bisogna fare del proprio meglio per mantenere uno spirito leggero all’interno dello spogliatoio e ogni tanto proporre qualcosa di nuovo ai giocatori. Potrei farlo un’altra volta, magari un paio: vedremo”.

Coach Lue: “Io non lo potrei mai fare, già dicono che l’allenatore è LeBron…”

I suoi colleghi, se non altro, sembrano aver capito le motivazioni che hanno spinto Kerr a tenere coinvolta e attenta la propria squadra, che già da qualche settimana si sta trascinando fino alla pausa per l’All-Star Weekend con un nervosismo ingiustificato. “Effettivamente ho notato che i loro schemi erano meglio del solito in uscita dal timeout…” ha scherzato coach Jay Triano a ESPN, confermando però di “non avere nessun problema con quanto fatto da Steve”. Da Oklahoma City, invece, coach Tyronn Lue ha approfittato della domanda per fare un po’ di sano auto-ironia: “Io non potrei mai farlo: già dicono che è LeBron ad allenare la squadra, se gli dessi anche la lavagnetta potrebbero finire per pensarlo davvero…” ha dichiarato con un sorriso, forse l’unica maniera di affrontare tutta questa storia.