La NBA è una lega in continua evoluzione e sul tavolo (per il futuro prossimo, non immediato) c'è anche una nuova opzione: coinvolgere anche la nona e la decima classificata delle due conference in un mini torneo per conquistarsi la post-season. Per rendere più interessante il finale di regular season e combattere il tanking
La NBA continua a pensare a nuove possibili soluzioni per rendere più avvincente il formato playoff. L’ultima proposta sul tavolo è quella raccontata da Zach Lowe su ESPN, che ipotizza un possibile allargamento nella corsa alla post-season anche alla nona e decima classificata delle due conference. I posti restano sempre 16 in totale, ma la settima e l’ottava dovrebbero conquistarsi l’accesso in un mini-torneo al meglio delle due gare per pensare di sfidare le prime della classe. Dopo la proposta che Adam Silver non ha escluso di rimescolare la griglia playoff (considerando la classifica 1-16 senza distinzioni tra Est e Ovest, facendo sì che squadre delle diverse conference possano sfidarsi sin dal primo turno), sul piatto sembra esserci un’altra possibile modifica. Nulla di imminente in realtà: qualcosa che di sicuro non diventerà effettivo il prossimo anno, né tantomeno nel triennio successivo. Ma una chiara intenzione da parte della lega di far capire che qualcosa si muove, che si sta ragionando in una direzione ben precisa: rendere il formato playoff più meritorio e avvincente possibile. In questo caso aumentando anche il numero di partite “combattute”, che non fa mai male anche in ottica ricavi da diritti televisivi. L’oggetto principale del contendere infatti sembra proprio quello: capire se una soluzione del genere (che porterebbe a una riduzione della stagione regolare rispetto alle 82 partite attuali) generi una riscossione a livello di introiti televisivi comparabile a quella garantita oggi dall’attuale formato. Una mossa che ridurrebbe il margine per il tanking (ben 20 squadre si ritroverebbero infatti coinvolte dalla lotta per la post-season), mantenendo allo stesso tempo vivo l’interesse durante l’arco della stagione (di solito in calo post All-Star Game e prima dell’inizio ufficiale dei playoff). L’idea embrionale era quella di liberare l’ultimo posto (l’ottavo) e di farlo contendere a quattro squadre in un mini- torneo a eliminazione diretta. Una sorta di Final Four insomma, in cui le squadre dall’ottavo all’undicesimo posto erano chiamate a vincere due partite per conquistare l’ultimo pass per la post-season.
La formula 7-10 e il problema con le scelte al Draft
Coinvolgere così tante squadre però (anche qualcuna non di alto livello) avrebbe reso poco merito a una regular season che a quel punto avrebbe garantito ben poco vantaggio a chi si era fatto valere nei cinque mesi precedenti. L’idea infatti era che con una semplice vittoria l’undicesima classificata poteva sbarazzarsi dell’ottava la quale, a guardare la classifica degli ultimi anni, ha spesso condotto una stagione molto più meritoria. Accantonata questa ipotesi, quella che ha riscosso più successo è quella in cui la settima e l'ottava giochino una sfida per garantirsi l'incrocio con la seconda in classifica della conference, mentre la perdente è chiamata a conquistarsi i playoff in un testa a testa casalingo contro la vincente della gara tra nona e decima. Un'altra soluzione discussa prevede invece che il torneo coinvolga le squadre dal settimo al decimo posto, rendendo la vita più difficile alle due squadre virtualmente fuori dalla post-season. La decima classificata infatti sarebbe chiamata a vincere due partite in trasferta senza subire sconfitte contro la settima. Un’impresa tutt’altro che scontata, ma un’opportunità in più che darebbe senso alla stagione degli Hornets ad esempio (a guardare la classifica a Est di quest’anno). L’ottava invece sarebbe chiamata a non perdere due gare contro la nona, giocando una sfida in casa e una in trasferta. Un testa a testa che al momento porterebbe a una sfida all’ultimo canestro tra Pelicans e Clippers, se la classifica a Ovest restasse la stessa fino al termine della stagione. Con questo nuovo formato il problema sarebbe legato più che altro alla lottery: al momento sono 14 le squadre che partecipano alla possibilità di concorrere per una scelta al Draft, ma dando l’opportunità a quattro di esse di accedere ai playoff qualcuno potrebbe ritrovarsi paradossalmente a mani vuote. Senza playoff e senza scelte, mentre altri conquisterebbero entrambi i vantaggi. Rispetto a questo l’ideale sarebbe dunque allargare a 18 il numero delle squadre che partecipano alla lottery (coinvolgendo anche settima e ottava classificata), diluendo la possibilità di ottenere una scelta elevata a chiunque e agendo così come ulteriore deterrente al tanking (pratica svolta da molti, ma che non va mai sbandierata ad alta voce). Questo inoltre porterebbe squadre che lottano al sesto posto della conference a essere a limite di una possibile scelta al Draft, spostando più in alto l’asticella del tanking. Milwaukee e Denver (sempre secondo l’attuale classifica) però metterebbero in discussione il loro accesso ai playoff per puntare a un’improbabile chiamata che difficilmente andrà oltre la 12 o la 13? No, meglio giocare per avere la certezza della post-season. Rendendo così anche più avvincente la fase finale della stagione regolare.