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NBA: LeBron James è il migliore, ma a vincere sono i Sixers. 11 punti per Belinelli

NBA

LeBron James chiude con 30 punti, nove rimbalzi e otto assist, che non bastano a Cleveland per evitare la terza sconfitta nelle ultime cinque. Vince Philadelphia che manda ben sei giocatori in doppia cifra (11 punti per Belinelli) e si gode il sesto posto a Est

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Cleveland Cavaliers-Philadelphia 76ers 97-108

IL TABELLINO

L’opera di convincimento portata avanti dai Sixers nei confronti di LeBron James prosegue anche sul parquet, abili nel batterlo a domicilio grazie a una squadra che dimostra di essere sempre più promettente e competitiva. E che un posticino per il numero 23 lo troverebbe ben volentieri dal prossimo 1 luglio. James infatti è il miglior giocatore in campo (non una novità) con i suoi 30 punti (12/24 al tiro), nove rimbalzi e otto assist (premiato giocatore del mese a febbraio a Est, come accaduto in 37 degli ultimi 80 mesi NBA; un record), ma la squadra più forte è quella nell’altra metà campo. Alla fine sono 17 punti e 14 rimbalzi per un dominante Joel Embiid sotto canestro, a cui si aggiungono i 18-9-8 di Ben Simmons e i 22 punti con 7/11 al tiro di J.J. Redick. Philadelphia fa gara di testa per tutto il secondo tempo, arriva con 13 punti di vantaggio a inizio quarto periodo, ma non può dirsi tranquilla fino a pochi istanti dalla sirena. I Sixers infatti mandano in fumo quasi tutto il margine (ritrovatisi avanti soltanto di uno sul 95-94 dopo la tripla di Kyle Korver a due minuti e mezzo dal termine), ma hanno la forza per piazzare la zampata e il parziale da 8-0. Basta e avanza per vincere l’ottava delle ultime dieci gare e rinsaldare il sesto posto a Est. Un piazzamento non troppo lontano da quello di Cleveland, che incassa la terza sconfitta nelle ultime cinque, la decima in casa e la 26esima in stagione: i vice-campioni NBA al momento sono terzi, ma tutt’altro che lontani dalla bagarre alle loro spalle (Philadelphia resta a due partite e mezzo di distanza). I Sixers dunque hanno mostrato una completezza di squadra e di opzioni a disposizione, frutto anche dell’aggiunta del nostro Marco Belinelli, che chiude in doppia cifra e si conferma come il giocatore con il maggior impatto offensivo in uscita dalla panchina (a cui si è aggiunto anche un Ersan Ilyasova da sei punti all’esordio). Per l’azzurro invece sono 11 punti con 4/9 al tiro, una tripla e tre rimbalzi. 

La risposta ai "tre manifesti", l'esclusione di J.R. Smith e la tensione nel finale

“Non posso lamentarmi di quanto fatto dai ragazzi in difesa [concesso il 44% al tiro a un signor attacco come quello Sixers, ndr], ma recriminare per la gestione del pallone nella metà campo offensiva”, racconta coach Lue a fine gara, sottolineando come si navighi a vista e come con il nuovo roster sia tutto ancora un cantiere in evoluzione. La speranza al momento è quella di non ricostruirlo da zero senza James la prossima estate. Il numero 23 infatti ha schivato i commenti relativi alla storia dei tre cartelli affissi alle porte di Cleveland (“Non li ho visti, mi spiace”), ma al suo posto lo ha fatto un’agenzia di marketing di Cleveland che ha fatto scrivere sugli schermi pubblicitari digitali attorno alla Quicken Loans Arena il messaggio “Hey Philly”, scritto su una corona d’oro che richiama al soprannome di James. Uno dei tanti colpi di scena della serata ricca di spunti: il primo arriva con largo anticipo rispetto alla palla a due, quando coach Lue comunica che J.R. Smith non sarà della partita (al suo posto tra i titolari è partito Rodney Hood), punito per il comportamento definito dannoso tenuto durante la sessione di tiro mattutina: “È successo qualcosa dopo lo shootaround”, è il laconico commento dell’allenatore dei Cavs, che non dettaglia in alcun modo la sua scelta. Si rivede anche Kevin Love, impegnato a fare un po’ di lavoro in campo nel pre-partita, indossando un guanto protettivo per evitare ricadute e problemi con la frattura. I Cavaliers hanno confermato a fine gara che il recupero dall'infortunio procede al meglio e che il suo ritorno resta previsto per l’ultima settimana di marzo. L’ultima note negativa da sottolineare invece è l’espulsione a 12 secondi dalla sirena di Jordan Clarkson, infastidito dalla scelta di Saric di andare a schiacciare quando ormai la partita era ampiamente decisa. Il numero 8 ha raccolto la palla uscita dal canestro e l’ha scagliato contro la schiena del lungo croato, mostrando così tutta la sua frustrazione. Gesto punito prima con il tecnico e poi con l’espulsione viste le storie tese e la tensione scaturita dalla reazione di buona parte delle squadre. Alla fine però baci, abbracci e tutti felici e contenti, con James impegnato a salutare tutti gli avversari, a partire proprio da Simmons ed Embiid. Il lungo camerunense ha poi esteso il suo saluto anche via Twitter: "Sempre un piacere affrontare uno dei migliori che abbiano mai giocato a basket", con tanto di hashtah "Obiettivo dell'estate 2018". Più chiaro di così.