Heat e Nuggets hanno segnato talmente tanto da far saltare per aria i computer che rilevano le statistiche, regalando agli appassionati una delle gare più belle della stagione. Alla fine hanno vinto i padroni di casa grazie ai 61 punti della coppia James Johnson-Kelly Olynyk, agli ospiti non sono bastati i 34 di Nikola Jokic.
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Miami Heat-Denver Nuggets 149-141 2OT
Per rendere l’idea di quanto sia stata combattuta la sfida tra Heat e Nuggets, vi basti questa frase: dopo un quarto, Denver era avanti di uno; all’intervallo, Miami era avanti di uno, così come dopo il terzo quarto; nei regolamentari e nel primo supplementare, invece, le due squadre sono arrivate in parità alla sirena finale, facendo saltare per aria il sistema di compilazione delle statistiche che infatti — se vi siete svegliati mattina controllando i risultati — si è bloccato sul 128-128. La tecnologia si è quindi persa l’esplosione di James Johnson, che ha realizzato 10 dei suoi 31 punti (massimo in carriera) proprio nel secondo supplementare, regalando a Miami una vittoria da record, visto che nella storia della franchigia non avevano mai segnato 149 punti in una partita e solo una volta hanno fatto meglio delle 20 triple realizzate. Insieme a Johnson bisogna segnalare anche i 30 di Kelly Olynyk, la seconda riserva nella storia degli Heat a segnarne così tanti uscendo dalla panchina a cui ha aggiunto 8 rimbalzi, 5 assist e 4 stoppate, oltre ad altri quattro giocatori in doppia cifra — o almeno crediamo, visto che di dati certi non sembrano essercene. “Guardando il punteggio finale sembra una di quelle gare degli anni ’80, con Ron Rothstein ad allenare gli Heat” ha scherzato l’attuale coach di Miami Erik Spoelstra. “Finalmente posso rinfacciargli che abbiamo fatto più punti di una delle sue squadre, nonostante loro giocassero a un ritmo molto più alto rispetto a questa era. Ma che partita: nessuna delle due meritava di perdere, immagino che i giocatori si siano divertiti parecchio in una gara del genere”. Di sicuro lo hanno fatto i suoi, scivolati velocemente a -11 sul 16-5 ma in grado di rimanere sotto la doppia cifra di svantaggio per il resto di una gara che ha visto ben 22 avvicendamenti nella guida nel punteggio e 12 parità. Si tratta della 48^ partita stagionale in cui Miami è arrivata a giocarsela “in the clutch” ed è stata certamente la più divertente di tutte: “Abbiamo disputato più partite di tutti in queste situazioni e questo ha aiutato a costruire la nostra durezza mentale e la nostra resilienza” ha commentato coach Spoelstra. “Dopodiché bisogna solo aspettare di raccogliere i frutti di tutta l’esperienza fatta e tutto il dolore che hai dovuto affrontare. Stasera si è visto”.
L’orgoglio di Denver e la complicata rincorsa per i playoff
Di dolore ne sanno qualcosa i Denver Nuggets, che con questa sanguinosa sconfitta perdono ulteriore terreno nella corsa ai playoff. Sempre privi di Gary Harris, la squadra di Mike Malone si è affidata ancora una volta a Nikola Jokic, autore di 34 punti con 14 rimbalzi e del tap-in del pareggio alla fine dei regolamentari per mandare tutti al supplementare, pur lasciando agli Heat il tiro della vittoria sia nell’ultimo quarto che nell’overtime. Dopo aver resistito per altri 5 minuti, però, Denver è crollata nel secondo supplementare davanti a James Johnson e all’esecuzione degli avversari, lasciando spazio solamente alla frustrazione. “È una di quelle partite che odi perdere” ha detto Jamal Murray, che pur tirando 5/16 ha chiuso con 23 punti, 5 rimbalzi e 6 assist. “Hanno eseguito alla grande e hanno sfruttato i nostri punti deboli, e poi hanno anche avuto anche delle giocate strane, un po’ di fortuna e il fattore campo. L’inerzia è girata in fretta” ha detto invece Paul Millsap, autore di 14 punti con 8 rimbalzi. “Non ci sono statistiche perché immagino che si siano rotti i computer, ma l’unica statistica che mi interessa stasera è l’orgoglio per il modo in cui abbiamo combattuto” ha detto Mike Malone, che ha visto un’altra squadra rispetto a quella che aveva perso a Memphis due giorni fa in maniera ingiustificabile. “Sono orgoglioso di come abbiamo eseguito e di come ci siamo impegnati per darci una possibilità”. Il tempo però sta per finire: con questa sconfitta i Nuggets si ritrovano a una partita e mezza dall’ottavo posto a Ovest occupato da Minnesota, e da qui alla fine solamente la prossima contro Chicago sarà con una squadra perdente - uno dei calendari più difficili dell'intera lega. “Ma la porta non è ancora chiusa” ha detto Millsap provando a caricare i suoi. “C’è ancora speranza”.