Senza Joel Embiid e Dario Saric, l’azzurro è protagonista di una gara quasi perfetta al tiro (9/10 per 22 punti) chiusa con un ottimo plus/minus (+23). Al resto ci pensa il solito Ben Simmons, che sfiora l’ennesima tripla doppia e ispira le mani calde di J.J. Redick e Ersan Ilyasova: la decima vittoria in fila dei Sixers è il terzo ko consecutivo per Charlotte
Charlotte Hornets-Philadelphia 76ers 102-119
A Charlotte il primo quarto della sfida tra Hornets e Sixers trascorre in sostanziale equilibrio e le due squadre al primo break sono divise da un solo punto (29-28 per i padroni di casa). Poi, parafrasando un vecchio slogan NBA “Marco Belinelli happens”. L’azzurro marchia a fuoco il secondo quarto della gara con 9 punti ed è il principale responsabile del break di un secondo periodo chiuso 32-22 e che vede gli ospiti andare quindi all’intervallo sopra di nove punti. Pur senza il loro leader Joel Embiid, Philadelphia sembra intenzionata ad agguantare la decima vittoria in fila e continuare la scalata alla miglior testa di serie possibile in vista dei playoff, con Cleveland ormai nel mirino al terzo posto. Detto della mano calda dell’italiano – che anche nel terzo quarto continua a gonfiare la retina dello Spectrum Center (sale a quota 16 punti e un solo errore al tiro su otto tentativi prima degli ultimi 12 minuti di gara) – anche quelle di J.J. Redick e di Ersan Ilyasova si dimostrano particolarmente rotonde contro gli Hornets, principali responsabili di quel 52% al tiro con cui la squadra di Brett Brown chiude i primi tre quarti, avanti di 13 punti (91-78). È proprio il turco che con due triple conclusive in apertura di ultimo periodo fa salire il vantaggio degli ospiti a +20, mettendo una seria ipoteca sulla partita, ma oltre ai tre tiratori di Philadelphia non può essere dimenticato il fantastico apporto di Ben Simmons, con l’ennesima prestazione a 360 gradi capace di incidere in ogni aspetto del gioco come testimoniato dal suo tabellino finale: 20 punti, 15 assist e 8 rimbalzi e la scelta di andare in panchina con più di tre minuti alla sirena, senza voler a tutti i costi inseguire la tripla doppia n°12 della sua stagione di esordio. Gli ultimi minuti del quarto quarto regalano ancora un gioco da 4 punti firmato da Marco Belinelli, che manda a segno una tripla completamente fuori equilibrio subendo il fallo e convertendo il libero, per completare una gara esemplare da 22 punti con 9/10 al tiro.
Spazio alle seconde linee per Charlotte
Per Charlotte, che non ha più nulla da chiedere alla stagione, dopo le 4 vittorie in fila arrivate sul finire di marzo, quello interno contro i Sixers è il terzo ko consecutivo: i migliori nel North Carolina sono Michael Kidd-Gilchrist e il rookie Malik Monk dalla panchina, entrambi autori di 16 punti, mentre 15 (di cui 11 dalla lunetta) li aggiunge Willy Hernangomez, che cattura anche 11 rimbalzi. Una doppia doppia centrata anche da Dwight Howard (10+10), ma le percentuali al tiro di squadra (appena sopra il 40%) condannano i padroni di casa, che segnano esattamente la metà dei punti degli avversari nel pitturato (30 contro 60) e ne collezionano solo 4 (contro 18 di Philadelphia) in contropiede. In casa Hornets si guarda già al prossimo anno.
L.A. Clippers-Indiana Pacers 111-104
Los Angeles sembra essere scesa in campo con la giusta urgenza, visti i playoff da inseguire e una gara da vincere assolutamente: il vantaggio dei padroni di casa è di 16 punti nel secondo quarto, quando però i Pacers reagiscono con un parziale di 19-4 che li manda all’intervallo sotto solo di un punto. Il primo sorpasso di Indiana arriva a metà del terzo quarto e da lì in avanti si va fino alla fine in sostanziale parità: nessuna squadra nel quarto quarto può contare su un vantaggio superiore ai 7 punti, e se gli ospiti sembrano riuscire ad andare a punti in ogni possesso offensivo degli ultimi cinque minuti, è vero che la tripla di Tobias Harris (che chiude con 21 punti) riportano i Clippers a -1 sul 105-104. Ci pensa però Bojan Bogdanovic anche lui colpendo dall’arco e il sangue freddo dei compagni in lunetta (3/4 nei liberi decisivi) a chiudere definitivamente la gara, assicurando così a Indiana il 12° successo delle ultime 16 gare disputate, la quinta in fila e la quarta consecutiva contro L.A.. Ancora una volta tra gli uomini di Nate McMillan in evidenza c’è un Victor Oladipo da 30 punti con 11/17 dal campo e 12 assist, ma 24 li aggiunge anche Myles Turner con 9/15 dal campo e anche 8 rimbalzi. Sono ottime le percentuali al tiro degli ospiti, vicine al 49% dal campo e sopra il 39% da tre punti, lasciando poco scampo a un’edizione dei Clippers che sembra ancora troppo incerottata per poter davvero competere ad alti livelli.
Clippers: ora si fa difficile
Si complica parecchio, con la seconda sconfitta consecutiva dopo quella contro Portland, la situazione in classifica per Gallinari e compagni: nonostante i 21 di Harris, i 20 del solito Lou Williams, 19 dalla panchina per Montrezl Harrell e 18 per Austin Rivers la sconfitta n°36 della stagione rilega i Clippers al decimo posto della Western Conference, una in più dei Nuggets (noni) ma soprattutto a due gare e mezza di distanza dall’ottavo posto, oggi occupato a pari merito da New Orleans e Utah. Alla seconda gara al rientro dopo averne saltate 18 per via della microfrattura alla mano, Danilo Gallinari veste un tutore ma dimostra di non essere al massimo: chiude segnando un solo canestro dal campo su nove tentativi per 7 punti, cercando di rendersi utile andando comunque in lunetta (al solito perfetto: 5/5) o dandosi da fare sotto i tabelloni (6 rimbalzi e anche 3 stoppate). Purtroppo non basta e ora a Los Angeles si fa davvero dura: gli infortuni subiti nel corso di tutto l’anno possono aver affossato troppo a lungo le ambizioni altrimenti legittime dei nuovi Clippers senza Griffin.