Anche senza Embiid e Saric, ci pensano otto giocatori in doppia cifra a guidare i Sixers alla vittoria numero 11 in fila. Ben Simmons vicino alla tripla doppia con 15 punti, 12 rimbalzi e 6 assist, 17 punti per Marco Belinelli, miglior realizzatore dalla panchina
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Philadelphia 76ers-Brooklyn Nets 121-95
Ogni partita che passa bisogna aggiornare il libro dei record, anche perché i Philadelphia 76ers non sembrano avere intenzione di smettere di vincere. L’undicesimo successo consecutivo è anche uno dei più facili, visto che i Brooklyn Nets non hanno più niente per cui giocare se non l’orgoglio, ma è proprio vincendo queste partite “facili” che i Sixers possono arrivare al loro obiettivo, il fattore campo al primo turno dei playoff. Complice la sconfitta di Indiana a Denver, ora la squadra di Brett Brown ha una partita e mezza di vantaggio sui Pacers per il quarto posto, sempre rimanendo a mezza gara da Cleveland per il terzo — e con uno scontro diretto da giocare dopo la prossima partita contro Detroit, un’altra squadra che attende solo la fine della regular season. Il successo contro Brooklyn porta la firma di ben otto giocatori in doppia cifra, guidati nel tabellino dai due tiratori principi della squadra: J.J. Redick ha chiuso come miglior marcatore a quota 19, seguito dai 17 di un Marco Belinelli da 7/11 al tiro in 27 minuti dalla panchina. Philadelphia ha guidato nel punteggio dalla fine del primo quarto in poi, chiudendo in vantaggio il primo tempo sul 61-49 e poi scollinando oltre quota 20 nel terzo quarto, lasciando a riposo i titolari per l’ultima frazione. Tra questi un Ben Simmons in grande spolvero per sopperire alle assenze di Joel Embiid e Dario Saric: il candidato rookie dell’anno non è andato lontano dalla 12^ tripla doppia stagionale chiudendo con 15 punti, 12 rimbalzi e 6 assist, condividendo brevemente il parquet con Markelle Fultz nel corso del terzo quarto. I due non avevano ancora disputato neanche un minuto insieme, e nonostante la doppia cifra toccata dalla prima scelta assoluta dell’ultimo Draft, l’esperimento non è destinato a continuare nei playoff, visto che coach Brown ha detto chiaramente che i due hanno bisogno di essere circondati da tiratori per rendere al meglio. Simmons, dal canto suo, non si è fatto poi tutti questi problemi: “È stato divertente giocare con lui: basta dargli la palla e fargli fare quello che sa fare. Per me diventa tutto più semplice”.
La “layupathon” di Atkinson e i record dei Sixers
Coach Kenny Atkinson non è stato altrettanto soddisfatto della prestazione dei suoi, per quanto abbia riconosciuto i meriti di una squadra che ha osservato attentamente in questi anni. “Da un punto di vista fisico e mentale, non eravamo abbastanza concentrati e pronti a giocare, era evidente. Questo è quello che succede quando non sei coinvolto: è stata una ‘layupathon’” ha commentato, inventandosi anche un nuovo vocabolo per descrivere la “maratona di layup” a cui ha dovuto assistere. In casa Brooklyn il migliore è stato Spencer Dinwiddie con 16 punti, seguito dai 15 dell’ex Jahlil Okafor e dai 13 dell’altro ex Nik Stauskas, oltre ai 13 di Joe Harris e ai 10 di DeMarre Carroll. Il disavanzo a rimbalzo (36-56) si è rivelato però troppo ampio per poter pensare di competere con gli enormi Sixers, una squadra arrivata alla 14^ vittoria nelle ultime 17 gare nonché alla striscia di successi più lunga dal 1990, quando buona parte dei protagonisti di oggi non era neanche nata. Gli ultimi nove successi consecutivi con almeno 10 punti di scarto pareggiano anche il record dei San Antonio Spurs nel 2014-15 — una franchigia modello che questi giovani Philadelphia 76ers sperano di poter imitare presto.