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NBA, da Milano passando per la Cina fino a Memphis: la folle parabola di MarShon Brooks ha il lieto fine

NBA

Il giocatore visto anche all'EA7 Emporio Armani Milano nella stagione 2014-15 lascia la Cina per giocarsi le sue carte con un contratto da 10 giorni con Memphis . Dopo averlo visto segnare 70 punti in tre gare, i Grizzlies si fanno convincere: arriva il biennale garantito

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Chi se lo ricorda in Italia? MarShon Brooks arriva a Milano al via della stagione 2014-15, indosso la maglia dell’EA7 Emporio Armani. Un nome (della moda) importante per un giocatore dal resumé importante, scelto al primo giro niente meno che dai Boston Celtics al Draft NBA 2011. Con i biancoverdi in realtà non gioca mai, ceduto immediatamente ai Brooklyn Nets, dove da rookie segna quasi 13 punti di media e un paio di volte chiude a quota 24. Contro Cleveland (ma quella senza LeBron) l’anno dopo fa registrare il suo massimo in carriera NBA, segnando 27 punti, perché segnare è quello che gli è sempre venuto più naturale, quasi 25 a sera da senior nel suo ultimo anno di college, a Providence. “Sa far canestro”, il riassunto in tre parole del nuovo arrivato da parte del suo attuale allenatore a Memphis, J.R. Bickerstaff, che conferma l’assunto. Un conto dirlo, un conto però farlo. Nella NBA, innanzitutto. E soprattutto in una NBA dove Brooks non ha più giocato dal lontano 16 aprile 2014, la sua ultima gara “in the league”, prima che quasi 4 anni dopo – il 27 marzo – i Memphis Grizzlies decidano di dargli un’altra chance, facendogli firmare un contratto da 10 giorni. L’ex Milano è reduce da un triennio in Cina, con la maglia dei Jiangsu Dragons, con cui nel 2017 si merita anche la convocazione per l’All-Star Game della Chinese Basketball League, nella quale viaggia a 36.6 punti di media prima di attirare le attenzione di una vecchia volpe tra i GM NBA, quel Chris Wallace che a Memphis è giustamente ascoltato. Così, 24 ore dopo la firma con i Grizzlies, Brooks è in campo contro i Portland Trail Blazers: “Tra qui e la Cina ci sono 12 ore di fuso orario di differenza, il volo è durato 18 ore: sentivo di avere l’energia giusta a ora di pranzo ma poi nel corso del pomeriggio stavo crollando”, ha raccontato. È tornato evidentemente in forma per la palla a due serale: gioca solo 21 minuti, ma segna 21 punti, con 7/12 al tiro e un pirotecnico 5/5 da tre punti. L’ex giocatore di Providence festeggia alla grande il suo ritorno nella lega, guidando perfino i Grizzlies alla 21^ vittoria stagionale (magari neppure troppo voluta dalla società…). Ma Brooks gioca come un uomo in missione, e la sua missione è semplice: “Devo sfruttare al massimo l’opportunità che mi ha dato Chris Wallace, e questo è un buon inizio. Ho altre tre gare prima che mi scada il contratto: voglio giocarmi le mie carte giorno dopo giorno”. Lo dice, lo fa. Alla seconda partita gioca perfino meno (18 minuti) ma segna di più, chiudendo con 24 punti frutto di un ottimo 8/13 al tiro. Una caviglia malconcia lo costringe a guardare dalla panchina la sfida di Pasqua (ancora contro Portland) ma il riposo gli fa bene: contro New Orleans tre giorni dopo resta in campo 36 minuti e piazza ancora più in alto la sua asticella, segnando 25 punti con altre 5 triple a segno e un 9/17 complessivo al tiro. Fanno 70 punti in tre partite, e una media di 23.3, la stessa (ovviamente su tutta la stagione...) di tre All-Star come LaMarcus Aldridge, DeMar DeRozan e Victor Oladipo, nella top 10 dei realizzatori NBA. A Memphis non devono vedere altro: il decadale si trasforma in un contratto biennale, il sogno di MarShon Brooks torna ad avverarsi. 

Le parole di Brooks: “Oggi ho 29 anni, l’esperienza aiuta”

“In Cina ho avuto molto tempo per pensare a come fare a tornare nella NBA – ammette lui – e mi sono concentrato tanto sul lavoro in palestra. Ho sempre preso sul serio il mio lavoro, ma forse non così seriamente come avrei dovuto. Oggi l’ho capito, perché avere 29 anni e non più 25 fa la differenza e aiuta. Ora non voglio lasciarmi sfuggire questa opportunità. Sono felice dell’impatto che ho avuto, ma voglio restare con i piedi per terra, anche perché già in passato ho avuto buoni bottini offensivi nella mia carriera NBA. Non nego però di essere sollevato – ammette Brooks dopo l’incredibile striscia di gare mandate in scena con la maglia dei Grizzlies – perché ho sempre avuto fiducia nelle mie capacità, ma dopo essere restato lontano dalla lega per 4 anni interi qualche dubbio si fa strada. Questo contratto è un premio al mio lavoro duro”, conclude lo swingman ex Milano, che aveva attirato attenzioni da parecchie squadre allo scadere del suo contratto di 10 giorni. A Memphis, però, vinta la scommessa più facile, hanno scelto di crederci e investire a lungo termine sul giocatore, confermato fino a fine stagione e titolare di un salario garantito anche per tutto il 2018-19. Welcome back to the NBA, MarShon Brooks.