È una delle serie più interessanti perché equilibrata e incerta, tra due squadre che confidano tanto nella resa della loro punta di diamante, ma sanno che il successo passa soprattutto dal supporting cast
LE PREVIEW: GOLDEN STATE-SAN ANTONIO - TORONTO-WASHINGTON - PHILADELPHIA-MIAMI - BOSTON-MILWAUKEE
La singola vittoria di differenza racconta bene i rapporti di forza tra Portland e New Orleans, due squadre meno distanti di quanto si potesse immaginare lo scorso 26 gennaio. I Pelicans, saldamente in zona playoff e in risalita grazie alla combinazione letale di lunghi Davis-Cousins, perdono uno dei due All-Star per il resto della stagione. Il tendine d’Achille di DMC salta e New Orleans deve ritornare indietro di 12 mesi, facendo affidamento al solo Anthony Davis come prima, seconda e terza opzione per risolvere problemi su entrambi i lati del campo. Una soluzione che, unita al cambio di ritmo, ha funzionato: New Orleans, definita la squadra delle Twin Towers e controtendenza soltanto lo scorso ottobre, è diventata quella che corre di più in tutta la NBA (102.7 di Pace). Dall’altra parte anche l’attacco dei Blazers spesso e volentieri ricorre a uno schema molto simile: palla a Lillard e ‘ci pensa lui’. Ritornato All-Star dopo un paio d’anni di delusione, il numero 0 dei Blazers è stato trascinante in una regular season sorprendente a livello difensivo per Portland - in passato una delle peggiori 10 squadre a protezione del ferro dell’intera lega e adesso diventata l’ottava per punti concessi su 100 possessi. Una trasformazione figlia del sistema, visto che gli interpreti sono rimasti gli stessi, con Jusuf Nurkic (e degli ottimi lunghi di riserva) attorno al quale far orbitare una difesa che limita molto bene le percentuali al tiro degli avversari (50.3% concesso, 4° posto in NBA). Meglio del previsto in difesa, peggio di quanto pronosticato in attacco: soltanto 16esimi nonostante l’abbondanza di talento, con soltanto il 10.5% dei possessi (il minimo nella lega) conclusi in transizione. Tirare il freno a mano per garantirsi maggiore copertura in difesa; una scelta chiara, con i suoi pro e i suoi contro. Di fronte ai Pelicans però potrebbero essere costretti a inseguire.
I dati della regular season
Portland Trail Blazers (49-33)
Pace: 98.8 (19)
Offensive Rating: 106.1 (16)
Defensive Rating: 104.2 (8)
Net Rating: +1.9 (11)
New Orleans Pelicans (48-34)
Pace: 102.7 (1)
Offensive Rating: 107.7 (9)
Defensive Rating: 105.6 (12)
Net Rating: +2.1 (10)
I precedenti stagionali:2-2 negli scontri diretti
24 ottobre: Portland-New Orleans 103-93 (highlights)
2 dicembre: Portland-New Orleans 116-123 (highlights)
12 gennaio: New Orleans-Portland 119-113 (highlights)
28 marzo: New Orleans-Portland 103-107 (highlights)
A pesare come un macigno in tre dei quattro incroci arrivati prima del 26 gennaio è stata la presenza sul parquet di DeMarcus Cousins, l’ago della bilancia nel bene e nel male per i Pelicans. DMC nelle tre sfide ha tenuto una media di 33.7 punti, oltre 13 rimbalzi e quasi quattro assist di media. La prima gara stagionale invece a dare forfait dopo cinque minuti fu Davis, costretto a uscire con soli due punti a referto. Senza di lui anche la seconda sfida dei Pelicans, vinta fuori casa grazie a 38 punti di Cousins e al 48% dall’arco. Uno scenario profondamente diverso da quello attuale, che può trovare spunti interessanti soprattutto nell’ultima gara; quella giocata in questo lungo rush finale a cui sono state costrette le squadre playoff a Ovest. A rispondere alla super partita di Davis (36 punti, 14 rimbalzi e sei stoppate) ci ha pensato Damian Lillard, autore di 41 punti (20 dei quali arrivati nell’ultimo quarto). Le due punte di diamante sanno come fare male all’avversaria.
Perché vincerà Portland
Le percentuali di successo date dalle simulazioni statistiche dicono 55% Portland – 45% New Orleans per quella che è una delle sfide più equilibrate di questo primo turno. A cavallo tra febbraio e marzo i Blazers hanno vinto 13 gare in fila, battendo due volte gli Warriors e fermandosi soltanto contro Houston. Il protagonista di quel filotto è stato (neanche a dirlo) Damian Lillard, a cui inevitabilmente si aggrapperà Portland. A pesare però sarà il contributo degli altri: C.J. McCollum è il giocatore ad aver percorso il maggior numero di miglia in tutta la lega (218), come già successo negli ultimi tre anni, ma è in calo per punti, percentuali ed efficienza rispetto alla passata stagione. Servono i suoi canestri per vincere, così come quelli di Nurkic, in risalita per percentuale dal campo nel post-All-Star Game (dal 48 al 58% al tiro), ma uno dei motivi principali per cui Portland è ultima per percentuale realizzativa nei pressi del ferro (55% di conversione). La presenza di Davis di certo non aiuterà, ma avere realmente dei Big Three a disposizione può fare la differenza contro una squadra aggrappata a un’unica bocca di fuoco.
Perché vincerà New Orleans
Perché Anthony Davis decide che è il momento di iniziare a brillare a prescindere dal grigiore che lo circonda, trascinando i compagni come fatto letteralmente in ogni singola partita di regular season in cui è sceso in campo. Serve una sua serie da 35 punti e 15 rimbalzi di media, partita oltre quota 40 e potrebbero non bastare. Dietro di lui devono andare Nikola Mirotic, Rajon Rondo (che a livello di esperienza peserà in spogliatoio) e tutti gli altri, garantendo di volta in volta qualche alternativa plausibile per impegnare la difesa dei Blazers anche lontano da Davis. I Pelicans sono primi in NBA per rimonte andate a buon fine, con nove partite vinte dopo essere stata sotto di 15+ punti. Situazioni da non replicare (Portland è 33-1 nelle gare in cui ha scavato un margine di 15+ punti), da evitare soprattutto con l’applicazione in difesa: Jrue Holiday nei precedenti stagionali contro i Blazers è stato il difensore che più spesso ha marcato sia Lillard che McCollum. Entrambi hanno chiuso quei possessi tirando con oltre il 50% dal campo. Ecco, una cosa del genere ai playoff non puoi permettertela.
L’accoppiamento chiave della serie: come limitare Anthony Davis
Fermare o quantomeno contenere il numero 23 dei Pelicans significherebbe successo nella serie per i Blazers, che negli scontri diretti (due su quattro in pratica) hanno subìto il predominio sotto canestro di Davis. Il lungo dei Pelicans è il terzo per percentuale realizzativa (65.3%) tra tutti quelli che hanno preso almeno 25 conclusioni contro Portland. Per Rondo è spesso un gioco da ragazzi buttare la palla in aria (senza troppa cura), consapevole che dall’altra parte dell’arcobaleno ci sarà lui. Nurkic, (Ed) Davis e Zach Collins sono lunghi diversi, ma ugualmente non equipaggiati per reggere l’urto. Tenere botta sotto canestro però diventa decisivo, così come rallentare il ritmo delle sfide, per non far collassare tutta la difesa e le attenzioni di Portland verso Davis, inseguendo le corse in contropiede di un gruppo che a quel punto avrebbe praterie per andare subito al ferro o tanto spazio per tirare dall’arco a difesa schierata. A Portland l’hanno imparato bene quest’anno: in una squadra con tanto talento offensivo, tutto passa dalla difesa.
Il calendario della serie
Gara-1 a Portland: nella notte tra il 14 e il 15 aprile, ore 4:30
Gara-2 a Portland: nella notte tra il 17 e il 18 aprile, ore 4:30
Gara-3 a New Orleans: nella notte tra il 19 e il 20 aprile, ore 3
Gara-4 a New Orleans: il 21 aprile, ore 23
Gara-5 a Portland: nella notte tra il 24 e il 25 aprile (se necessario)
Gara-6 a New Orleans: nella notte tra il 26 e il 27 aprile (se necessario)
Gara-7 a Portland: nella notte tra il 28 e il 29 aprile (se necessario)