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NBA risultati della notte: i Celtics non fermano la loro corsa, Philadelphia supera Detroit

NBA

Nel matinée giocato al TD Garden, i Celtics superano i Suns nel finale grazie a un chirurgico Kyrie Irving e mandando sei giocatori in doppia cifra. Philadelphia batte Detroit con 25 punti a testa di Covington ed Embiid, che vince il duello con Drummond. Denver in volata supera i Lakers con un parziale di 17-2 per chiudere la sfida; Milwaukee resiste e batte Sacramento grazie ai 33 di Antetokounmpo; importante vittoria esterna per New Orleans a Portland con 38 di Cousins 

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Boston Celtics-Phoenix Suns 116-111

IL TABELLINO

Serviva una zampata negli ultimi due minuti e sono arrivati cinque punti essenziali di Kyrie Irving a sigillare il 20° successo stagionale dei Celtics. Il numero 11, miglior realizzatore dei suoi con 19 punti, è uno dei sei giocatori in doppia cifra a referto nel successo di Boston contro i Suns. Phoenix è rimasta in scia fino alla fine, nonostante il 52.6% dal campo concesso agli avversari, grazie soprattutto a Devin Booker, lo spauracchio dei padroni di casa. Le due triple del numero 1 in apertura di match hanno riportato alla mente dei tanti tifosi bianco-verdi l’ultima partita giocato da Booker al TD Garden: furono 70 i punti in quell'occasione; quasi il doppio rispetto ai 38 messi a referto questa volta (massimo in stagione) prima di uscire per raggiunto limite di falli. Per lui è il nono trentello in stagione, primatista ex-aequo in NBA con LeBron James. Tanti, ma non abbastanza per evitare la 16^ sconfitta a una squadra che continua ad andare in altalena a livello di gioco anche all’interno della stessa gara. I Suns infatti dominano nel pitturato, battendo 60-38 i Celtics per punti realizzati nei pressi del ferro, ma concedono oltre il 45% agli avversari con i piedi oltre l’arco. In una partita in cui gli attacchi sono stati meglio delle difese, Boston ha conquistato l’ennesimo successo della stagione in un finale punto a punto, da sempre la caratteristica distintiva delle grandi squadre. Avendo a disposizione un Irving chirurgico, unito alla sorprendente maturità di Jaylen Brown (17 con tre triple) e Jayson Tatum (15 e 6 rimbalzi), alla completezza di Al Horford (14 con 11 assist, massimo in carriera) e alla solidità di Marcus Smart (sfidatissimo al tiro) a cui si aggiunge Marcus Morris (17 e 8) in uscita dalla panchina, nulla sembra precluso a questo gruppo. Boston è la prima squadra a raggiungere le 20 vittorie in stagione e di certo le altre dovranno faticare non poco per togliere ai Celtics il primato a Est.

Philadelphia 76ers-Detroit Pistons 108-103

IL TABELLINO

La sfida tra Sixers e Pistons si è trasformata in fretta in un duello tra Joel Embiid e Andre Drummond, e come a inizio stagione è stato il camerunense ad avere la meglio. La sua squadra infatti è riuscita a portare a casa la vittoria pur con qualche sofferenza visto che, dopo aver toccato il massimo vantaggio sul +18 in apertura di secondo, i padroni di casa si sono fatti rimontare fino a finire sotto nell’ultimo quarto, complice il grande contributo di Drummond (autore di 14 punti, 11 rimbalzi, 6 assist e 5 recuperi alla fine) e i 52 punti della coppia Harris-Jackson, gli unici altri due a toccare la doppia cifra tra gli ospiti. Proprio nel momento più difficile e con un Ben Simmons in serata no (5 punti, 10 rimbalzi e 6 assist ma con 4 palle perse e 2/6 al tiro), Philadelphia si è rifugiata nella sua coperta di Linus, pescando 25 pundi da Robert Covington (6/13 da tre) e soprattutto dando palla in post a Embiid, confidando nella sua capacità di procurarsi falli. Detto, fatto: il numero 21 ha forzato il quinto e il sesto fallo di Drummond in rapida successione, segnando poi 11 dei 12 liberi tentati per una doppia doppia da 25 punti e 10 rimbalzi, ma anche con 7/21 al tiro e 6 palle perse. “Quello era il mio obiettivo: ho detto ai miei compagni che [Drummond] sarebbe uscito per falli, ed è successo” ha detto il camerunense. “Ho cercato di essere fisico con lui, ma ha ‘venduto’ il movimento agli arbitri meglio di quanto io abbia difeso, perciò io mi sono beccato il sesto fallo e lui la vittoria” la risposta di Drummond, che alla fine si è abbracciato con il suo avversario. Appuntamento al prossimo 5 gennaio per il terzo episodio della saga.

Milwaukee Bucks-Sacramento Kings 109-104

IL TABELLINO

Nella serata delle rimonte mancate possiamo aggiungere anche quella dei Kings, che dopo aver recuperato 20 punti di svantaggio hanno comunque dovuto cedere il passo ai Bucks per la seconda volta nel giro di una settimana. “Loro hanno continuato a giocare mentre noi andavamo avanti per inerzia” ha detto coach Jason Kidd. “Ma bisogna dar loro credito: sono andati sotto ma l’hanno rimessa in piedi continuando a giocare. Noi abbiamo portato a casa la vittoria, ma non è stato bello”. Si potrebbe quindi riassumere così il terzo successo in fila dei Bucks, che hanno avuto 33 punti, 13 rimbalzi e 5 assist da Giannis Antetokounmpo (al suo massimo stagionale con 17/22), 25 da Khris Middleton (9/15 dal campo) e 19 da Eric Bledsoe, occupando al sesto posto nella Eastern Conference. Per gli ospiti invece, che erano reduci dal successo a Chicago, ci sono 22 punti per Zach Randolph e 19 per Buddy Hield, entrambi partiti dalla panchina dopo che il quintetto base formato da Fox, Hill, Temple, Cauley-Stein e Koufos è stato interamente sostituito a seguito del 14-0 con coi i Bucks avevano aperto la sfida. Da segnalare anche il tweet di George Hill dopo la partita, che ha commentato la sua opaca prestazione da 6 punti e 2 palle perse in 18 minuti con una lunga sequenza di emoji arrabbiate: un altro caso-social in arrivo?

Denver Nuggets-Los Angeles Lakers 115-100

IL TABELLINO

Senza il front-court titolare formato da Chandler, Millsap e Jokic, i Denver Nuggets hanno dovuto affidarsi alle guardie per portare a casa la settima vittoria casalinga consecutiva. A guidarli nella serata del ritiro della maglia di Fat Lever sono stati i 28 punti di Jamal Murray e i 16 di Will Barton, che ne ha messi 13 negli ultimi 7:44 di partita per confezionare il parziale decisivo di 17-2 con cui i Nuggets hanno chiuso la pratica. Coach Malone ha avuto altri quattro giocatori in doppia cifra, tra cui Trey Lyles a quota 18 e Gary Harris a 13 (autore anche di un super sottomano in 360), ma soprattuto con la difesa è riuscito a bloccare completamente l’attacco dei Lakers, avanti di 4 a 5:41 dalla fine ma incapaci di andare oltre un lay-up di Ingram nel finale di gara. Proprio il prodotto di Duke è stato il miglior realizzatore dei suoi con 20 punti seguito dai 15 di Brook Lopez e Julius Randle, con Lonzo Ball che si è fermato a un punto e un rimbalzo dalla doppia doppia aggiungendo anche 5 assist e 5 palle perse. “Molto di quello che ci è successo stasera ce lo siamo fatti da soli” l’analisi di coach Luke Walton. “La cosa buona è che se ce lo siamo fatti da soli possiamo essere noi stessi a cambiare le cose”.

Portland Trail Blazers-New Orleans Pelicans 116-123

IL TABELLINO

Dovendo fare a meno di Anthony Davis, i New Orleans Pelicans non avevano alternative se non fornire una grande prestazione di squadra per vincere contro i Portland Trail Blazers. “Ce lo siamo detti prima della partita: nessuna scusa” ha dichiarato DeMarcus Cousins, dominante con i suoi 38 punti e 8 rimbalzi con 14/28 al tiro. “È brutto che il mio partner in crime AD si sia fatto male, ma contro i Jazz abbiamo perso di squadra. Perciò siamo arrivati qui senza accampare nessuna scusa”. E la squadra di coach Gentry ci è riuscita, mandando altri quattro giocatori in doppia cifra con 19 punti di E’Twaun Moore (perfetto dall’arco con 4/4 all’interno di un eccellente 15/31 di squadra), i 17 di Jrue Holiday e la doppia doppia da 12 punti e 10 assist di Rajon Rondo. Per i Blazers invece, che hanno vinto solo 7 delle 13 partite disputate in casa, ci sono 29 punti e 8 assist di Damian Lillard e 17 di C.J. McCollum, ma poco altro se non 17 punti in 15 minuti di Meyers Leonard, al centro di uno scambio di falli flagrant dati (a Cousins) e ricevuti (da Jameer Nelson) che hanno acceso gli animi nell’ultimo quarto. Proprio il colpo al volto subito da Nelson aveva fatto impazzire il pubblico di casa, visto che il pallone lanciato alla cieca da Leonard era finito incredibilmente nel canestro — pur senza contare. “Dopo il colpo l’avevo buttata là a caso, ma dopo cinque o sei secondi che tutti continuavano a gridare come pazzi ancora non avevo capito cosa era successo” ha ammesso il lungo, sorpreso lui stesso dell’involontaria prodezza.