Playoff NBA 2018, Oklahoma City-Utah 95-102: i Thunder crollano nel finale, Mitchell firma il pareggio
NBAIl rookie dei Jazz segna 20 dei suoi 28 punti per rispondere a un parziale di 19-0 di OKC e spinge i suoi al pareggio nella serie. Pessima prestazione di Westbrook, George e Anthony nell’ultimo quarto, sbagliando tutti i 15 tiri tentati per soli 2 punti complessivi. Sabato notte Gara-3 a Salt Lake City
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La pallacanestro NBA, in particolare nei playoff, è un gioco di parziali: chi è in grado di costruirne di più e di subirne di meno, alla fine vince. Gara-2 tra gli Oklahoma City Thunder e gli Utah Jazz ha avuto esattamente questo andamento: dopo un primo tempo in cui i Jazz erano andati immediatamente avanti sul 9-0, gli ospiti erano riusciti a ripetersi nel corso del terzo quarto costringendo Steven Adams al quarto fallo della sua gara. Invece di approfittare dell’assenza del centro neozelandese, però, i Jazz sono stati immediatamente sommersi da un parziale di 19-0 da parte dei Thunder, capaci di toccare il massimo vantaggio sul +10 sul finire del terzo quarto e apparsi vicini al vantaggio di 2-0 nella serie. Da lì in poi, però, è salito in cattedra il dominatore della gara Donovan Mitchell: il rookie dei Jazz ha segnato 20 dei suoi 28 punti proprio nel momento del massimo bisogno dopo il super parziale di OKC, culminando la sua partita strepitosa con il canestro della staffa a poco più di un minuto e mezzo dalla fine per mandare i suoi avanti di 6. Una prestazione a suo modo storica: i suoi 55 punti (27+28) nelle prime due partite della carriera ai playoff sono il massimo di sempre per una guardia al primo anno nella NBA, superando i 53 di un tale di nome Michael Jordan (23+30 nel 1985). “Quando riusciamo a difendere bene, dobbiamo essere più bravi a sfruttarlo e a convertire in attacco” ha commentato coach Quin Snyder. “Quest’anno non siamo stati granché sotto questo aspetto, è una cosa di cui parliamo e su cui lavoriamo. Ma Donovan… Donovan ha convertito”. Il rookie col numero 45 non ha ovviamente fatto tutto da solo: insieme a lui hanno chiuso sopra quota 20 anche un super Ricky Rubio (22 punti, 7 rimbalzi e 9 assist con un incredibile 5/8 da tre punti) e Derrick Favors (20+16 con 8/14 dal campo e due triple), oltre alla doppia doppia d’ordinanza di Rudy Gobert (13+15, decisivo per vincere la lotta a rimbalzo 56-46) e i 10 punti utilissimi di Jonas Jerebko dalla panchina.
Il tremendo ultimo quarto dei Big Three dei Thunder
La “storia della partita”, quella che dominerà la maggior parte dei titoli e delle conversazioni da qui alla Gara-3 di sabato notte, è la pessima prestazione dei “Big Three” di Oklahoma City nell’ultimo quarto. Russell Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony hanno combinato per soli due punti (entrambi dalla lunetta da parte di Westbrook) con un rotondo 0/15 dal campo negli ultimi dodici minuti, mancando del tutto l’appuntamento con la seconda vittoria nella serie. I tabellini dei tre rispecchiano la difficoltà di OKC nell’attaccare la difesa di Utah, se si esclude il super parziale del terzo quarto: Westbrook è andato a un rimbalzo dalla tripla doppia chiudendo con 19+9+13; George, dopo i 36 di Gara-1, è tornato sulla Terra mettendone 18 con 10 rimbalzi e 6/21 al tiro; poco meglio ha fatto Anthony con 17 punti frutto di un 6/18 dal campo e un 2/9 da tre punti. In generale i Thunder hanno tirato 6/28 nell’ultima frazione con 1/11 dall’arco per 16 punti complessivi, appena poco più dei 13 segnati da Donovan Mitchell nell’ultima frazione per rubare il fattore campo a OKC — pur dovendo fare i conti con una botta all’alluce che lo ha tenuto in dubbio fino all’ultimo. Dopo la scena di Gara-1, però, il candidato rookie dell’anno non avrebbe potuto permettersi di perdere la seconda partita della serie per nulla al mondo e ha avuto ragione, sembrando a tratti il miglior giocatore di una serie che dall’altra parte vede l’MVP in carica, uno dei futuri free agent più inseguiti della lega e un 10-volte All-Star. Non male per gli Utah Jazz, che dopo aver perso Gordon Hayward in estate ora possono guardare al presente e al futuro con rinnovato entusiasmo.