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Playoff NBA 2018, Houston-Utah, gara-1: Donovan Mitchell sfida i primi della classe

NBA

Utah è reduce dall’eliminazione degli Oklahoma City Thunder, battuti nonostante avessero il fattore campo a favore. Ma ora per Donovan Mitchell e compagni è già tempo di misurarsi con la miglior squadra NBA dell’anno: James Harden, Chris Paul e Clint Capela vogliono continuare la marcia verso la finale NBA

HOUSTON ROCKETS-UTAH JAZZ, GARA-1: DOMENICA 29 APRILE, ORE 21.30, DIRETTA SU SKY SPORT 2 HD
 

Una delle realtà più belle della stagione (Houston, la squadra che ha infranto il proprio record di franchigia per vittorie stagionali all-time, che le è valso il miglior bilancio di tutta la lega, 65-17) contro la squadra (Utah) che dopo aver perso il proprio unico All-Star Gordon Hayward in estate ha sorpreso tutti non solo qualificandosi per i playoff, ma anche eliminando Russell Westbrook e i suoi Thunder titolari del fattore campo al primo turno. La sfida più affascinante è quella tra i due backcourt, Chris Paul-James Harden da una parte, Ricky Rubio (sempre che la contrattura/stiramento che lo ha fermato in gara-6 contro OKC dopo soli 7 minuti del primo quarto guarisca in tempo)-Donovan Mitchell dall’altra. Il valore della coppia di All-Star dei Rockets non si limita alla loro potenza di fuoco offensiva: i due infatti perdono pochissimi palloni, rendendo Houston la miglior squadra dei playoff sia per percentuale di palle perse, sia nel rapporto tra assist e palle perse (2.48 a sera, i secondi – Golden State – non arrivano neppure a 2). Ma non ci sono solo i “piccoli”: i due centri agli ordini di coach Mike D’Antoni e Quin Snyder sono tra i lunghi più efficienti e sorprendenti di tutta la lega: Clint Capela da una parte (che quando scende in campo al fianco di Paul e Harden rende i Rockets virtualmente imbattibili), Rudy Gobert dall’altra (principale candidato al premio di difensore dell’anno). Non è un caso quindi che Utah – non certo esplosiva in attacco – sfoggi al momento il terzo miglior defensive rating tra le 16 regine dei playoff (dietro solo a  Golden State e Indiana), mentre è ovviamente l’attacco (il secondo nella lega) il punto fermo degli uomini allenati da coach Mike D’Antoni. Da questo stile di gioco così diverso dovrebbe nascere una serie che ha mille motivi di interesse, a partire dal vedere se coach Snyder ha in mente qualcosa per cercare di arginare il potenziale offensivo di Harden (capocannoniere NBA), di Paul ma anche di tutti quei tiratori/specialisti che D’Antoni ha posizionato sul perimetro del suo attacco, dal sesto uomo Eric Gordon (anche lui come Gobert candidato al premio in oggetto) a Trevor Ariza, senza scomodare Gerald Green, un altro dei giocatori resuscitati dagli insegnamenti del coach ex Milano e Treviso. Dalla parte opposta Utah gioca senza ovviamente i favori del pronostico ma quindi, di conseguenza, senza nessun tipo di pressione, e a mente sgombra  da Donovan Mitchell in giù sono tanti i giocatori che possono impensierire la difesa di Houston (settima per efficienza nella lega). James Harden e soci sono avvisati: sulla strada per l'anello – prima di un eventuale showdown contro i Golden State Warriors – arrivano dei clienti tutt'altro che comodi, guidati in panchina da uno dei miglior allenatori dell'anno.