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Playoff NBA 2018, Houston-Utah gara-1: Harden ne fa 41, Rockets sull'1-0

NBA

Houston comincia subito con le marce altissime la serie coi Jazz: James Harden ne mette 41, altri tre compagni vanno in doppia cifra e la squadra di Mike D'Antoni chiude con il 53% dall'arco. Per Utah è semplicemente impossibile tenere il passo, pur avendo 21 punti a testa da Donovan Mitchell e Jae Crowder

IL TABELLINO

Battere gli Houston Rockets è già molto difficile di suo, come dimostra il miglior record di tutta la NBA. Cercare di batterli quando tirano con grandi percentuali dall'arco e James Harden è in una serata ispirata, è semplicemente una missione impossibile. La squadra di Mike D'Antoni si porta a casa la prima partita della serie contro gli Utah Jazz con la solita equazione formata da Harden (41 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, 12/26 dal campo con 7 triple e 10/11 ai liberi), tiro da tre punti (17/32, 53% dall'arco) e difesa solidissima, tenendo gli avversari sotto i 100 punti e sempre in doppia cifra di svantaggio dal secondo quarto in poi. Un successo mai davvero in discussione, anche perché oltre ad Harden danno un grande contributo la sua spalla Chris Paul (17 punti con 6 assist e 4 recuperi, pur con 7 palle perse), Clint Capela (doppia doppia d'ordinanza a 16+12) e un granitico P.J. Tucker (15 punti con 6/8 al tiro e +14 di plus-minus, il migliore dopo Harden). Per i Jazz - arrivati a questa partita con meno di 48 ore di tempo per recuperare dalla serie con OKC e senza Ricky Rubio, fuori per almeno 10 giorni - ci sono 21 punti a testa per Donovan Mitchell e Jae Crowder, mentre Joe Ingles (15) e Rudy Gobert (11+9) sono gli unici in doppia cifra in un supporting cast che non è riuscito a sostenere gli sforzi dei due migliori marcatori, mostrando una mancanza di talento che non ci si può permettere contro una squadra del calibro dei Rockets, volati via già nel primo tempo sulle ali dell'entusiasmo e poi cinici nel gestire il vantaggio. In gara-2 serviranno 48 minuti di grande concentrazione per i Jazz per non scivolare subito in una buca di due partite di svantaggio, cercando di fare meglio le cose che hanno funzionato in questa partita e controllando meglio il perimetro per non concedere queste percentuali ai tiratori dei Jazz, oltre che sperare in un Rudy Gobert più incisivo (8/9 concesso al ferro, neanche una stoppata a referto per la prima volta in questi playoff). Non una cosa semplice di sicuro, ma se fosse facile i Rockets non sarebbero passati sopra a tutta la NBA con la forza delle loro stelle e del loro sistema: appuntamento nella notte tra mercoledì e giovedì alle 2 del mattino per il secondo episodio della serie.

Primo tempo

È Houston a partire immediatamente con le marce alte, trovando le triple in transizione e la presenza in area che rende praticamente ingiocabile la squadra di Mike D'Antoni, anche perché James Harden si prende il primo riposo quando è già a quota 12 punti. Utah però non ci sta e prova a tenere botta nonostante un Chris Paul vicino alla percezione (9 punti con 4/5 al tiro), chiudendo il primo quarto sul 34-21 complice una tripla del rientrante Mbah-a-Moute. Al rientro dopo l'intervallo, però, Paul raggiunge il compagno con la Barba a quota 12 e il vantaggio è già di 18 lunghezze e si mantiene tale fino al rientro di Harden, che si rimette subito in ritmo dall'angolo anche laddove il ritmo non c'è. L'inevitabile +20 viene costruito sull'asse Paul-Capela, e l'altrettanto inevitabile timeout di coach Snyder prova a metterci una pezza in qualche modo, anche se i suoi appaiono travolti dalle percentuali degli avversari (58% dal campo, 7/10 dalla lunga distanza). Utah batte un colpo portando gli avversari in bonus di falli e andando a segno con Crowder per il -16, ma Harden trova ancora Capela al ferro tenendo in mano facilmente i ritmi della partita. Il futuro MVP ne dà prova andando a segno con la tripla in step-back del +21, isolandosi contro il lungo dopo un isolamento lunghissimo. Poi ci pensa Paul a regalare due triple dall'angolo a PJ Tucker con cui il vantaggio si allunga a +27 e Utah è già praticamente al tappeto, anche perché i Rockets trovano anche i rimabalzi d'attacco di Capela. Un gran canestro di Mitchell (9 punti) chiude il primo tempo sul 64 a 39 per i padroni di casa, nettamente la miglior squadra sul parquet del Toyota Center.

Secondo tempo

Dopo il travolgente primo tempo, Houston rientra con le marce più basse e Utah ne approfitta per cercare soluzioni con cui mettere in difficoltà i Rockets, in particolare affidandosi al solito Donovan Mitchell che li riporta fino al -20. Le percentuali di Houston si sporcano un po' e Mitchel ricomincia il suo assalto al ferro andando a chiudere l'alley-oop del -17, prima che Harden si metta in proprio per due canestri che spengono immediatamente il timido tentativo di rimonta degli ospiti. Utah cerca risposte e le trova attaccando sui 28 metri di campo grazie alle gambe di Exum e Burks, che aiutano i Jazz a rientrare fino al -15, quasi dimezzando il massimo svantaggio toccato sul -27. Paul, però, ha idee diverse e va a segno da tre sull'ultimo possesso del terzo quarto, rimettendo 18 comodi punti di distanza tra le due squadre.I Jazz riescono per davvero a riavvicinarsi per due volte sul -11, ma commettono due sanguinose palle perse e il rientro di Harden insieme a Paul rimette le cose a posto, anche per una super tripla in isolamento del Barba. La partita continua sui soliti binari voluti dal trio Harden-Paul-Capela, e la gara ha un sussulto solo quando Donovan Mitchell vede girarsi la sua caviglia destra cercando di controllare un passaggio fuori misura di Ingles, dovendo uscire dal campo per evitare guai peggiori. Il passaggio in panchina dura però pochi minuti, perché il numero 45 dei Jazz torna immediatamente in campo pur avendo da recuperare 15 punti in meno di 5 minuti. Uno svantaggio che si rivela impossibile da colmare con gli avversari che tirano col 53% dall'arco: Houston veleggia fino al 110-96 finale, portando a casa il primo successo nella serie.