Le telecamere hanno pizzicato un simpatico siparietto tra i due giocatori, con il rookie di Boston a sottolineare la fortuna di Embiid nell'aver evitato una schiacciata tonante. "Non era trash talking, lui ed io abbiamo lo stesso allenatore..." ha però raccontato il giocatore dei Celtics, che stanotte possono già chiudere la serie
Il trash talking, si sa, è il sale dei playoff. Che si traduca o meno in una vera rivalità o in un “odio” tra i giocatori è un altro discorso, ma che volino diverse paroline in campo è sotto gli occhi di tutti. L’ultimo episodio della serie tra Boston Celtics e Philadelphia 76ers – che stanotte si incontrano per gara-4 che potrebbe già chiudere il loro scontro – ha visto uno contro l’altro Jayson Tatum e Joel Embiid, protagonisti di un siparietto curioso. I due si sono infatti “incontrati” al ferro a poco più di 4 minuti dalla fine dei regolamentari dopo un rimbalzo offensivo di Jaylen Brown, che ha servito il compagno in area per una schiacciata indisturbata. Solo l’intervento all’ultimissimo secondo di Embiid ha impedito il canestro del rookie delle meraviglie di Boston, mandandolo in lunetta per due tiri liberi invece che per una schiacciata che sarebbe immediatamente finita negli highlight dei playoff. Una volta tornati a terra, però, Tatum si è sentito in dovere di apostrofare l’avversario con leggibilissimo “You got lucky”, ti è andata bene, ripetuto per ben due volte davanti all’avversario. “Quando Jaylen ha preso il rimbalzo e me l’ha passata, sapevo che Embiid sarebbe arrivato” ha spiegato Tatum rivivendo l’azione. “Perciò ho cercato di prenderlo sul tempo e di schiacciare prima che arrivasse”. Tra i due, però, c’è tutt’altro che animosità: “Non faccio mai trash talking, stavo solo scherzando [quando gli ha detto ‘sei stato fortunato’, ndr]. Lui e io abbiamo lo stesso trainer, perciò ci conosciamo piuttosto bene. Ogni volta che giochiamo l’uno contro l’altro ci prendiamo molto in giro. Spero di batterlo anche in gara-4 così da avere qualcos’altro da potergli dire”. Basta solo l’ultimo sforzo: con una vittoria anche nella quarta gara, Boston staccherebbe il biglietto per le seconde finali di conference consecutive, ma è comunque in posizione privilegiata per poter avanzare – visto che nella storia della NBA nessuno ha mai rimontato da 0-3 in una serie.
La tranquillità da veterano di Tatum e la sfida incrociata con Simmons
Se i Celtics sono a un passo dal superamento del turno è anche merito di Tatum, l’unico rookie nella storia dei biancoverdi a segnare 20 o più punti in cinque partite di playoff consecutive, superando il record di un certo Larry Bird. Un giocatore al primo anno non dovrebbe essere così pronto per un palcoscenico del genere, ma il prodotto di Duke sembra non conoscere la parola pressione: “Sin da quando ero piccolo mi sono sempre immaginato in situazione di questo tipo, ai playoff nel momento decisivo. È arrivato prima di quanto mi aspettassi, ma penso che alla fine si tratta sempre di pallacanestro. Abbiamo lavorato per tutte le nostre vite per arrivare a questo punto: adesso è solo una questione di sentirsi a proprio agio”. Ed è proprio la naturalezza con cui Tatum segna 20 punti a partita ai playoff come se nulla fosse a sorprendere tutti quanti, persino il suo allenatore Brad Stevens: “Ha fegato ed è molto competitivo: a volte ci sono dei luoghi comuni sui giocatori che escono dal college e non sono duri, ma lui lo è. E vuole vincere sempre”. I Sixers, e Joel Embiid, sperano che a rispondere a mezzanotte – orario della palla a due – sia il loro rookie Ben Simmons, ancora alla ricerca di una gara convincente in questa serie: c’è lo status di miglior rookie della stagione da difendere, al di là delle finali di conference in palio.