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NBA Draft, la prima gaffe di Robert Williams in NBA: si addormenta e rimanda la call

NBA
Robert Williams, 27^ scelta al Draft NBA 2018 da Texas A&M (foto Getty)
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Il nuovo centro dei Boston Celtics ha fatto passare un brutto quarto d'ora alla sua squadra, senza farsi trovare per la conference call prevista per presentarlo alla stampa. Allarme rientrato in fretta: si era solo addormentato a casa della zia dopo una serata molto... impegnativa

La carriera di Robert Williams con i Boston Celtics ha avuto un inizio… tumultuoso, per così dire. Dopo che la sua scelta da parte di Danny Ainge era stata anticipata a tradimento in un programma online per colpa di Terry Rozier, un altro aneddoto curioso ha già contrassegnato i primi giorni del centro da Texas A&M in biancoverde. Williams, infatti, ha mancato di un’ora la conference call organizzata per presentarlo alla stampa, ammettendo di essersi… addormentato. “Appena dopo il Draft, sono corso a casa di mia zia e sono andato a dormire perché ero stanchissimo dopo tutto quello che era successo” ha detto Williams, che ha seguito la cerimonia del Draft nella sua casa in Louisiana per rimanere vicino alla famiglia invece di volare a New York. “Quando mi sono svegliato – o meglio, quando mia sorella mi ha svegliato – mi ha detto: ‘Ehi, hai una conference call da fare!’”. Inizialmente si era sparsa la notizia che i Celtics non fossero proprio riusciti a mettersi in contatto con Williams (facendo correre un brivido lungo le schiene di tutti i tifosi di lungo corso, memori di quanto successo allo sfortunatissimo Len Bias), mentre poi è stato rettificato dicendo che l’incidente è stato solo un problema di comunicazione tra le varie parti. Il centro si è scusato con i giornalisti dicendo di aver avuto la prima “buona notte di sonno dopo due giorni molto impegnativi”, anche se il dubbio sorto nelle teste di tutti è che avesse festeggiato un po’ troppo insieme ad amici e parenti dopo essere stato scelto in NBA. Williams è stata una delle storie della notte del Draft: prima della cerimonia si pensava che potesse essere scelto attorno a metà giro, dalla 13 degli L.A. Clippers fino alla 18 dei San Antonio Spurs, ma una volta arrivati al momento della verità le sue quotazioni sono precipitate arrivando fino alla 27 dei Boston Celtics, che avevano bisogno di un profilo di centro stile-DeAndre Jordan come il suo. I dubbi che lo hanno fatto crollare sono legati soprattutto alla sua capacità di rimanere concentrato in campo e alla sua etica del lavoro, piuttosto scarseggianti nel suo unico anno di college e – almeno stando al primo impegno ufficiale già rimandato da Celtics – anche da giocatore NBA la storia non sembra essere cambiata. Chissà che l’ambiente biancoverde e la guida di coach Brad Stevens non riescano a farlo cambiare e a rendere il giocatore produttivo che ha tutto il potenziale di diventare.