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Mercato NBA, finalmente è successo: DeAndre Jordan va ai Dallas Mavericks per un anno

NBA

Il centro si è accordato per un contratto di un anno attorno ai 24 milioni di dollari con i Dallas Mavericks, la squadra che aveva "tradito" tre anni fa dopo aver dato la sua parola. Un episodio citato anche dallo stesso Jordan twittando l'emoji di una faccina con il cappello da texano

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Tanto tuonò che alla fine piovve: nella prossima stagione DeAndre Jordan vestirà la maglia dei Dallas Mavericks, con i quali ha raggiunto l’accordo per un contratto di un anno nei dintorni dei 24 milioni di dollari. Una cifra non casuale: per andare a Dallas, Jordan è uscito dal suo contratto con gli L.A. Clippers che prevedeva per la prossima stagione proprio quella cifra, dandosi la possibilità di un anno di “fidanzamento” con i Mavs prima di capire se concretizzare il tutto con un matrimonio a lungo termine. È probabile che la cifra precisa verrà definita solo quando il mercato dei Mavs sarà finito, cercando di utilizzare lo spazio salariale e le eccezioni a disposizione per mettere attorno a Jordan, Dennis Smith Jr. e Luka Doncic il miglior supporting cast possibile. Tra questi dovrebbe esserci anche Dirk Nowitzki: la leggenda tedesca aveva sul suo contratto un’opzione da 5 milioni di dollari a favore della squadra per la prossima stagione, ma Dallas ha dovuto rinunciarvi per creare lo spazio salariale necessario all’assorbimento del contratto di DeAndre Jordan. È pressoché certo però che in un modo o nell’altro si riuscirà a trovare la quadra per dare a Dirk un altro anno o due di carriera, visto che questa è sempre stata la sua volontà: con gli inserimenti di un centro come Jordan e di un talento come Doncic, Nowitzki e soci potrebbero legittimamente pensare di rientrare in corsa per un posto ai playoff, possibilmente godendo di miglior salute rispetto alla sfortunata stagione passata. In ogni caso, a differenza di tre anni fa ora DeAndre Jordan c’è e non dovrebbe rimangiarsi la parola data: lo stesso centro ha voluto prendersi bonariamente in giro per quanto successo nell’estate del 2015 twittando una emoji di una faccina con il cappello da texano, riferimento esplicito alla “guerra delle emoji” che si era scatenata per riportarlo a L.A.. Questa volta, però, non ci saranno Chris Paul o Blake Griffin a planare da ogni dove per convincerlo a tornare con i Clippers.