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NBA, niente più limiti per le scarpe dei giocatori: se ne vedranno di tutti i colori!

NBA

La lega sta per abolire i limiti relativi alla colorazione delle scarpe ai piedi dei propri atleti. Dopo che per anni le scarpe sono state a prevalenza bianche o nere, è il momento di lasciare esplodere i colori. Una tendenza già iniziata nelle ultime stagioni

AI PIEDI DI LEBRON JAMES: UN IMPERO COSTRUITO (ANCHE) SULLE SCARPE

Liberi tutti. A seguito del nuovo accordo di sponsorizzazione che la NBA ha siglato dallo scorso anno con Nike (per otto stagioni e un miliardo di dollari di controvalore) i parquet della lega sono stati invasi da una variante sempre maggiore di canotte, fino a quattro diverse (chiare, scure, alternative, edizioni cittadine). Ora è il momento delle scarpe, “per permettere ai nostri giocatori di esprimere sempre più la propria personalità”. Lontani sembrano i tempi del dress code imposto da David Stern per limitare i look sempre più stravaganti – e le influenze hip-hop (da Iverson in giù) considerate “minacciose”. Oggi, anche grazie allo zampino del colosso di Beaverton, Oregon, che mette ai piedi le scarpe a due terzi dei giocatori NBA, si va nella direzione opposta, permettendo ai giocatori di scendere in campo con scarpe di qualsiasi colore, indipendentemente da quello della divisa di gioco. Restano solo alcune, minime, restrizioni: vietati ogni logo di realtà terze, scarpe con elementi sporgenti (e quindi potenzialmente pericolosi) o luccicanti/riflettenti. È un cambiamento epocale rispetto a quella che è stata la regola generale per gran parte di una storia lunga 72 anni: le scarpe dovevano essere prevalentemente (almeno il 51%) bianche o nere, con la possibilità di introdurre un terzo colore in accordo a quello delle divise. Si ricorda ovviamente – all’inizio della stagione 1984-85 – il caso della Air Jordan 1, prevalentemente rosse e nere, in sfregio alle regole e poi in aperto conflitto con la lega, in una strategia di marketing che ha contribuito al grande successo delle scarpe indossate dal n°23 dei Chicago Bulls. Poi, sul finire degli anni Duemila, ecco un altro cambiamento: la NBA concede ai propri giocatori di indossare scarpe monocolore se coincidenti al colore delle divise di gioco (tutte verde per i Celtics, per esempio), mentre dal 2012 – con l’introduzione di alcune serate a tema (dall’appuntamento natalizio a quello per il Black History Month) – ecco la possibilità di indossare scarpe personalizzate ad hoc per l’evento o la ricorrenza. Destreggiandosi tra queste norme, LeBron James lo scorso anno è arrivato a indossare 51 versione differenti delle proprie scarpe (le LeBron 15), per cui casi come questi hanno forse influito nella decisione della lega di liberalizzare quasi completamente la propria politica sul colore di scarpe da indossare. Restano in vigore, però, eventuali restrizioni decise dalla singola squadra: “I miei soldati indossano tutti scarpe dello stesso colore”, aveva tuonato Pat Riley, al tempo allenatore di Miami nel 2012. Ma quei tempi, oggi, sembrano già lontani.