Per 40 anni e oltre 3.100 partite — saltandone soltanto tre in tutta la sua carriera — è stata la voce dei trionfi (pochi) e delle sconfitte (tante) dei Clippers. Sue alcune espressioni ormai diventate popolari così come la famosa "legge di Lawler": "La squadra che arriva per prima a 100 punti vince"
Se Los Angeles — sponda Lakers — ha dato l’addio un paio di stagioni fa a Kobe Bryant dopo la bellezza di 20 stagioni in gialloviola, l’altra L.A. — quella sponda Clippers — si appresta a salutare al termine di quest’anno un altro nome mitico della propria storia, il radio e telecronista Ralph Lawler, che concluderà a fine stagione la sua 40^ annata al microfono per i Clippers. Lawler è infatti la voce della squadra di L.A. dal 1978, l’anno cioè in cui i Buffalo Braves disputarono la loro ultima gara al Buffalo Memorial Auditorium per spostarsi sulla costa Ovest e ribattezzarsi San Diego (e poi dopo 6 anni Los Angeles) Clippers, per il via della stagione 1978-79. Da allora Lawler ha prestato la sua voce per oltre 3.100 radio/telecronache (saltandone soltanto 3 nel corso di tutti i 40 anni) di una squadra molto più spesso perdente che vincente, a lungo zimbello dell’intera lega e che, proprio perché incapace di legarsi a giocatori-simbolo, ha visto nella presenza costante lungo quattro decenni di Lawler un simbolo che — sono parole dell’attuale proprietario Steve Ballmer — “fanno di lui l’anima e il cuore dei Clippers”. “Per me è dura immaginarmi una vita senza i Clippers — ha dichiarato lo stesso Lawler nell’annunciare la sua intenzione di dire addio a fine anno — ma questo è il momento giusto per farlo. Io e mia moglie vogliamo goderci un po’ di vita anche dopo la pallacanestro”. La motivazione familiare sembra alla base della sua decisione: “Io e Jo [la moglie, con cui Lawler ingaggia furiose sfide a Backgammon, ndr] abbiamo tre figli e sette nipoti: non passa un giorno in cui non ci guardiamo negli occhi felici di quello che abbiamo costruito. La nostra famiglia è qui in California, non abbiamo problemi di soldi, abbiamo la fortuna di fare qualcosa che amiamo e siamo ancora uniti: tutto questo è semplicemente spettacolare”. Spettacolare è stato anche spesso definito il modo di raccontare il gioco dello stesso Lawler, diventato celebre per alcune espressioni da lui coniate e rese popolari negli anni: “Bingo!” per ogni canestro da tre punti messo a segno da un giocatore dei Clippers (espressione ispiratagli da Bobby “Bingo” Smith, giocatore passato da L.A. conosciuto per il suo tiro da fuori), il famoso “Oh me o my” (che è diventato il suo stesso handle su Twitter — @ohmeomy) oppure la celebre Lawler’s Law, ovvero la Legge di Lawler. In cosa consiste? Molto semplice: nella convinzione — ripetuta a ogni gara — che “la prima squadra che arriva a 100 punti vince” (legge ovviamente disattesa dal risultato di alcune gare, ma confermata nella stragrande maggioranza dei casi).
Il 10 aprile 2019 si celebrerà la Ralph Lawler Night
“Quando la squadra non fa divertire così tanto i suoi tifosi, è anche compito di noi telecronisti provare a farlo”. Le parole di Lawler sintetizzano al meglio un approccio che nel corso degli anni ha sempre unito una grande giocosità — anche dietro al microfono, caratteristica che lo ha reso una figura super amata e popolare in tutta la Città degli Angeli — a una meticolosità estrema da grandissimo professionista, che nel corso della sua vita lo ha portato a commentare le gare non solo dei Clippers ma prima di loro anche delle tre squadre di Philadelphia — i 76ers nella NBA, i Phillies nelle MLB e i Flyers nell’NHL — oltre che dei San Diego Chargers della NFL. Leggendari i suoi metodi di preparazione per arrivare pronto a una telecronaca: raccontano di lui che facesse il play-by-play del traffico, solitamente infernale, sulla 405, l’Interstate che taglia in due Los Angeles — imponendosi di raccontare al suo compagno di viaggio qualsiasi dettaglio visible attorno a lui (colore delle auto, numero di targhe, aspetto dei guidatori e dei passeggeri sulle altre auto, etc.) — così come la preparazione di quanto conosciuto semplicemente con il nome di the sheet, il foglio, un template su Word da lui stesso elaborato al cui interno Lawler è capace di condensare un numero irreale di informazioni da snocciolare poi in telecronaca. Il suo status di celebrità locale è testimoniato dalla presenza sulla celebre Hollywood Walk of Fame di una stella in suo onore, inaugurata ancora nel marzo 2016 per rendere omaggio a una carriera già straordinaria. E proprio questo pensiero — quello di omaggiare un personaggio e un professionista esemplare — sta dietro la decisione voluta dallo stesso Ballmer di rendere l’ultima stagione al microfono di Lawler una gloriosa cavalcata commemorativa: “Fosse per me avrei voluto annunciare la mia decisione solo a campionato concluso ma i Clippers hanno scelto di celebrarmi e imbarazzarmi a morte per un anno intero — ha scherzato Lawler — e a loro non ho potuto dire di no”. Il 10 aprile 2019, nell’ultima gara interna di stagione regolare contro gli Utah Jazz, sarà ad esempio celebrata la Ralph Lawler Night, con tanto di bobblehead omaggiata ai tifosi del loro popolare telecronista. Undici giorni più tardi, Lawler spegnerà l’81^ candelina sulla sua torta di compleanno: dipenderà dal rendimento di Danilo Gallinari e compagni se lo farà già da felice pensionato insieme alla moglie Jo o se magari festeggerà a bordo campo per raccontare una vittoria nei playoff dei suoi Clippers.