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NBA, Magic tiene a battesimo i Lakers: punta su Lonzo Ball e crede in coach Walton

NBA

Il presidente gialloviola è convinto che la sua giovane point guard "avrà la stagione dell'esplosione definitiva" e che Luke Walton sia l'allenatore giusto per L.A.: "Ha vinto da giocatore e in panchina a Golden State: vincerà anche qui"

I LAKERS STUDIANO UN NUOVO MODO PER BATTERE GLI WARRIORS

Si respira un’aria frizzante a El Segundo, Los Angeles, al centro di allenamento dei Lakers. L’arrivo di LeBron James ha completamente cambiato clima e aspettative attorno ai Lakers, e il primo a riconoscerlo è il presidente gialloviola, uno che di squadre vincenti se ne intende: Earvin Magic Johnson. Al tavolo della conferenza stampa che dà ufficialmente il via alla stagione dei Lakers, l’ex leggendario n°32 sceglie di concentrarsi meno su LeBron James (di cui parla già tutto il resto del mondo) e più sul resto della sua squadra, da coach Walton a tutti i giocatori, dai nuovi a quelli confermati dallo scorso anno. Tra questi Magic spende parole di grande stima per Lonzo Ball, che dopo una chiacchieratissima stagione da rookie (con ben 30 gare saltate per infortuni e un’operazione in artroscopia al menisco del ginocchio sinistro) è atteso a notevoli progressi: “Gli abbiamo chiesto di migliorare nelle conclusioni in penetrazione [meno del 48% nella restricted area, il 33% nell’area piccola all’esterno dello smile, ndr], nel tiro dal mid-range [32.6%] e dalla lunetta [appena sopra il 45%, ndr] ma anche di rinforzarsi dal punto di vista fisico”. “Ci ha ascoltato in tutto”, assicura il general manager gialloviola Rob Pelinka: “Era in palestra ogni giorno, è stato tra quelli che in estate ha lavorato più duro”. Impressionando tutti soprattutto con una richiesta: “Ci ha domandato di poter studiare filmati su filmati, di poterlo fare con Magic e poi anche con me e con Rajon Rondo”, ha raccontato Pelinka. Il tiro rimane sicuramente il suo punto debole, al momento, ma ai Lakers sono convinti che le cose andranno meglio: “Al college tirava oltre il 42% da tre punti”, fa notare il gm gialloviola. “In questa squadra, che può contare su tantissimi giocatori che sanno trattare la palla, può spingere in contropiede e poi posizionarsi fuori dall’arco per tirare piazzato sugli scarichi dei suoi compagni”, mettendo alla prova anche la nuova meccanica di tiro su cui ha lavorato in estate: “Ha voluto farlo lui – rivela Johnson – noi non gliel’avevamo chiesto per non mettergli troppa pressione addosso. Ci interessava soltanto che tirasse in equilibrio, e ora il suo tiro è più frontale, più centrato”. Sommati tutti questi progressi, da Ball la leggenda dei Lakers dello Showtime si aspetta la “stagione dell'esplosione”, ma altrettanta fiducia la ripone anche nelle facce nuove portate a Los Angeles: “Rondo rimane un campione NBA [con i Celtics nel 2008, ndr], avete visto cos’ha fatto a New Orleans la scorsa stagione? [10.3 punti, 12.2 assist e 7.5 rimbalzi di media negli ultimi due mesi di campionato, ndr]”. “Anche Lance [Stephenson] ha disputato un’ottima annata: mai avuto un problema, non ha mai dato nessuna preoccupazione ai Pacers. Siamo felici di averlo qui, voglio che porti in campo la sua classica carica”.  E Michael Baesley? “Come on – risponde Magic – Beasley non deve fare altro che giocare come sa”. Un’infornata di giocatori, quella arrivata a L.A. in estate (che include anche JaVale McGee) considerata da molti potenzialmente problematica dal punto di vista disciplinare/caratteriale: “Sono tutti molto competitivi, è vero, ma è proprio quello che vogliamo”, racconta Magic. “Nessuno si è mai lamentato di quanto sia competitivo Draymond Green agli Warriors, no? E lui è una chiave per il successo della squadra. L’anno scorso in palestra nei 5-contro-5 c’era un silenzio irreale, non si sentiva una parola, nulla. Tutti bravi ragazzi, ma quest’anno è diverso. C’è tanto trash talk, molti contatti, volano parole: pazzesca la differenza nel livello di intensità delle giocate. E tutti devono salire di colpi”.

“Walton è un vincente”: parola di Magic Johnson

È uno degli effetti dell’arrivo in squadra di Mr. LeBron James: ora bisogna giocare al suo livello, e il compito ricade sulle spalle di Luke Walton. Le 26 vittorie ottenute al primo anno sulla panchina dei Lakers sono diventate 35 la scorsa stagione, ma ora ne servono di più: “Luke è un vincente: lo è stato da giocatore, lo è stato in panchina agli Warriors e lo sarà anche qui”, assicura Magic. Che però è saggio nel togliergli un po’ di pressione dalle spalle: “Gli abbiamo già detto di non preoccuparsi se la partenza della squadra sarà lenta. Abbiamo avuto tanti cambiamenti e lo abbiamo visto già succedere anche in passato nei primi anni di LeBron James a Miami e poi al suo ritorno a Cleveland. Qualche difficoltà iniziale la abbiamo messa in preventivo, ma siamo certi che finiremo per essere una buona squadra”. Destinata a correre e a giocare a ritmo alto, almeno secondo le parole di Magic: “Sarà Luke a decidere, ovviamente, è il suo mestiere, ma abbiamo costruito questa squadra con tanti ball handler, per correre: non vogliamo che sia solo LeBron a creare tiri per i compagni, ma che tutti facciano la loro parte”. Indicazioni condivise da Rob Pelinka: “Penso che Luke sia il coach perfetto per questa squadra perché capisce i giocatori moderni. È giovane, ha giocato ad alto livello, ha vinto, ha grandi doti di comunicatore, è genuino e sa coinvolgere ogni elemento di un gruppo”. Basterà per riportare i Lakers in vetta? Al campo il verdetto.