In Arizona hanno chiuso la scorsa stagione con il peggior record della Lega, consapevoli di dover ripartire da zero e pescando il lungo che è mancato così tanto ai Suns: tutto ruoterà attorno ad Ayton, uno vuole crescere sin dal primo allenamento
Il numero di facce nuove al campo di allenamento di Flagstaff superava di gran lunga quello dei ragazzi che quattro mesi fa già vestivano la maglia dei Suns. Phoenix, dopo un lungo processo di rebuilding fatto di sconfitte e regular season prive di significato, è pronta a (ri)cominciare a vincere. O quantomeno a provarci. Una missione che parte dalla scelta di coach Kokoskov, il primo nella storia della Lega nato in Europa a sedere come capo allenatore su una panchina NBA: Una decisione coraggiosa e con un obiettivo inevitabilmente a medio termine. Lo stesso Kokoskov si è subito messo a disposizione, e a sorpresa (secondo alcuni) ha seguito le indicazioni della dirigenza dando l’ok alla chiamata di Deandre Ayton e rinunciando al pupillo Luka Doncic – decisivo nel guidare la sua Slovenia al titolo europeo. Assieme al nuovo centro sono arrivati tanti altri rookie - Mikal Bridges, Elie Okobo, De’Anthony Melton, George King -, oltre a due veterani come Trevor Ariza (pagato a peso d’oro) e Ryan Anderson (scaricato dai Rockets, ma che potrebbe tornare molto utile). L’idea di gioco sembra chiara: riempire l’area con un centro pericoloso nei pressi del ferro, costringendo gli avversari a scegliere come reagire. Collassare in area vuol dire liberare tiratori sul perimetro, oppure concedere l’uno contro uno alla scelta numero uno dell’ultimo Draft. “Oggi è stato soltanto un modo per dirsi ciao – racconta Ayton dopo il primo allenamento -, c’è già una grande attenzione ai dettagli. Tanta difesa, molti giochi e chiamate”. E dopo poche ore passate in palestra c’è già la benedizione di Booker (reduce da un’operazione alla mano): “È una spugna, assorbe qualsiasi tipo di indicazione. L’allenatore gli dice una cosa, lui la guarda per cinque volte e la sesta è pronto a fare esattamente quel movimento. È ancora più impressionando guardando alla sua stazza: di solito i lunghi fanno più fatica a livello di coordinazione, mentre Ayton ha dimostrato da subito di essere molto intelligente e sveglio”.
Trevor&Ryan, i nuovi amici-veterani dei Suns
E quando toccherà allargare il campo per lasciare spazio ad Ayton, due dei principali indiziati saranno proprio Ariza e Anderson; che non a caso si sono ritrovati entrambi a Phoenix come destinazione finale della loro off-season: “Abbiamo discusso un sacco in estate di cosa avremmo potuto portare ai Suns in termini di maturità e di particolari che ti aiutano a vincere”, racconta Anderson. Vicini di casa a Los Angeles, si sono ritrovati spesso e volentieri a parlare della loro nuova avventura: “Ci siamo fatti coraggio l’un l’altro, siamo stati felici entrambi di questa scelta, portandoci dietro non solo un fedele compagno, ma anche un ottimo amico fuori dal parquet. Lo siamo da quando abbiamo condiviso il parquet, non c’è una ragione ben precisa. Le nostre personalità sono perfettamente complementari, tutto lì”. In campo invece a pesare saranno le 170 triple stagionali messe a referto (come minimo) da Ariza nelle ultime cinque regular season; ossigeno puro per un attacco che avrà bisogno anche di un quattro che allarghi l’attacco dei Suns: “È bello tornare a respirare aria fresca: puoi sentire un mix di ansia, attesa, energia e divertimento”. E in Arizona sperano di successo, almeno da quest’anno.