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NBA, Jimmy Butler, i T’wolves spingono per averlo all’esordio. E Houston ci pensa

NBA

Le trattative che riguardano il n°23 sono ancora in alto mare e le possibilità di trade al momento si allontanano, complicando non poco la situazione di Minnesota, che adesso aspetta il suo ritorno in gruppo. Nel frattempo i Rockets confermano il loro interesse

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Dopo il fallimento della trattativa con i Miami Heat dello scorso weekend, il rapporto tra Jimmy Butler e i Timberwolves appare sempre più intricato e confuso. Nei giorni scorsi il n°23 è tornato a Minneapolis e ha fatto presente la sua volontà per l’ennesima volta in un confronto diretto con il presidente Glen Taylor e Tom Thibodeau. L’obiettivo a questo punto, a prescindere dalle richieste che sperano possano arrivare, è chiaro: i T’wolves proveranno ad avere Butler in campo o quantomeno a disposizione nella partita d’esordio contro gli Spurs il 17 ottobre, con la speranza (remota) di fargli cambiare idea. Il n°23 non si è mai allenato con Minnesota da quando il camp è partito lo scorso 25 settembre, ma è spuntato in palestra un paio di giorni a salutare amici e compagni. Al tempo stesso non si fermano i contatti e le discussioni con diverse franchigie per provare a stringere i tempi delle trattative e trovare una via di fuga in pochi giorni. Butler ha ripetuto a Thibodeau che nulla è cambiato in queste tre settimane e la sua intenzione resta sempre la stessa, ossia quella di fare le valigie e cambiare aria, ma in Minnesota non vogliono perdere neanche un centesimo di dollaro rispetto all’ipotetico incasso da raccogliere in una trade che coinvolge un giocatore quattro volte All-Star. Thibodeau dal canto suo continua a provarci, anche dopo il rifiuto di Butler di unirsi al training camp (ufficialmente per ragioni mediche, in fase di recupero post-infortunio), ma la frequentazione delle strutture di allenamento si è limitata ai giorni in cui la squadra è partita per giocare in trasferta. Butler era a Los Angeles nei giorni in cui i suoi compagni hanno sfidato i Clippers, è in continuo contatto con Taj Gibson e Jeff Teague, con i quali è uscito anche a cena a margine della partita (alla quale non ha assistito). “L’unica cosa che sono certo di poter dire – ha sottolineato l’allenatore dei T’wolves – è che se Butler deciderà di essere con noi o in qualunque altro posto, nel momento in cui c’è da lavorare, sarà certamente pronto a dare il suo contributo al 100%”.

Houston, il presidente Fertitta conferma l’interesse dei Rockets

Nel frattempo i T’wolves continuano ad andare a caccia di squadre in grado di poter avanzare seriamente un’offerta per Butler, a partire dai già competitivi Houston Rockets. Il presidente dei texani, intervistato da SBNation nelle scorse ore, ha raccontato che l’acquisto di Butler potrebbe essere la mossa per mettere il marchio ai “suoi” Rockets (nella domanda si faceva l’esempio di Durant, ma Fertitta è andato dritto sul nome del n°23 di Minnesota), confermando come il suo sia un nome che continua a circolare a Houston. “Non è impossibile uno scambio del genere, nulla è impossibile”. Per mettere in piedi una trattativa del genere però Houston dovrebbe compiere una vera e propria rivoluzione a livello di roster, coinvolgendo i già citati Sacramento Kings (unici ad avere lo spazio salariale per assorbire il contratto di Gorgui Dieng di cui Minnesota si vuole liberare). Nelle ipotesi da fantabasket fatte in queste ore, l’arrivo di Butler costringerebbe Houston ha rinunciare almeno a un paio di pezzi importanti della sua rotazione come Eric Gordon e PJ Tucker, componendo così però un super quintetto di star con Paul-Harden-Anthony-Butler-Capela. Tutte ipotesi immaginarie, mentre l’altra strada concretamente percorribile dai texani è quella di aspettare la prossima estate e replicare la mossa fatta da CP3 12 mesi fa. In quel caso Paul, che avrebbe declinato la sua player option diventando free agent e non lasciando più nulla in mano ai Clippers, ha invece accettato l’offerta dei losangelini sapendo in anticipo di dover essere scambiato con i Rockets. Così facendo i Clippers hanno lucrato qualcosa dal suo addio (non avendo però voce in capitolo), mentre i texani sono riusciti a inserire in squadra un contratto importante con la possibilità poi di offrire a Paul il massimo l’anno seguente e di sfondare il tetto del cap. Con Butler si potrebbe replicare a giugno, mettendo i T’wolves con le spalle al muro. Questo però sarebbe possibile solo se Butler scelga di restare un’intera stagione in Minnesota, anche a costo di essere messo ai margini. Un’opzione che al momento non sembra essere sul tavolo.