A due anni di distanza dallo sciagurato contratto da 72 milioni firmato dai Knicks, finisce l'avventura dell'ex giocatore dei Bulls nella Grande Mela. Un modo per i newyorchesi di liberare spazio salariale in vista della prossima free agency
Dopo un lunghissimo tira e molla, i New York Knicks hanno deciso di tagliare Joakim Noah, dopo non essere stati in grado negli ultimi mesi di trovare una squadra disponibile a uno scambio di qualsiasi genere. Lo scorso febbraio i newyorchesi erano stati molto attivi prima della trade deadline, incapaci però di convincere una franchigia NBA a sobbarcarsi il biennale da 38 milioni previsto dal contratto del francese fino a giugno 2020. D’altra parte complicato anche chiudere la lunga trattativa con un buyout, visto che Noah non sembra avere intenzione di cercare una nuova squadra dove giocare (e soprattutto non risolvendo la questione salariale relativa alla dimensione e al "peso" del suo contratto), costringendo così i Knicks a versare tutti i dollari previsti fino all’ultimo centesimo. E il vantaggio per la squadra di New York dove sta? Nella possibilità di applicare la stretch provision, clausola all’interno del salary cap che permette una tantum di spalmare l’impatto di un contratto pesante su più anni, riducendone così il peso sulla singola stagione. In sostanza: l’obiettivo dei Knicks la prossima estate è quello di andare a caccia di free agent e così facendo il contrattone di Noah graverà sulle finanze dei blu-arancio soltanto per 6.4 milioni (per tre stagioni, a differenza dei 19.3 previsti dall’ultimo anno di contratto). In questo modo i Knicks, rinunciando a rinnovare già dalle prossime ore il contratto da rookie di Kristaps Porzingis, si ritroverebbero ad avere oltre 30 milioni di dollari a disposizione – al netto dei rinnovi di giocatori in scadenza, da Enes Kanter in giù. La speranza in realtà era stata quella di racimolare contratti annuali via trade - in scadenza o a cui poter rinunciare con facilità - in maniera tale da aumentare il margine e il cap a disposizione nel giugno 2019. I Knicks però non si sono mai detti disponibili a inserire degli asset (soprattutto scelte al Draft) per puntare a convincere altre franchigie a prendere Noah, non manifestando così mai l’appeal necessario. Inoltre, con un ex giocatore dei Bulls a disposizione sul mercato era venuto il dubbio a molti: “Non è che Thibodeau anche con Noah...”, ma il report di ESPN smentisce (almeno per ora) ogni illazione. Almeno questa volta i T’Wolves non accoglieranno l’ennesimo reduce di quello sfortunato (nella resa sul parquet lontano dall'Illinois) roster di Chicago.