Dopo 17 stagioni in NBA, l'ex giocatore di Nets, Spurs, Cavaliers e molte altre squadre ha deciso di lasciare il basket in un momento molto complesso della sua esistenza: meno di un mese fa ha perso suo padre, ucciso durante una sparatoria a Compton
Richard Jefferson ha scelto uno dei passaggi più delicati della sua vita (non solo professionale) per scrivere il suo primo post su Instagram: “Ho dovuto confrontarmi con due eventi che hanno cambiato la mia esistenza in meno di un mese, arrivati uno dopo l’altro in rapida successione”, racconta in un commento in cui la decisione di lasciare il basket giocato passa inevitabilmente in secondo piano rispetto alla scomparsa di suo padre lo scorso 19 settembre – vittima di uno scontro a fuoco a Compton, colpito da proiettili partiti da un auto in corsa. Una tragedia di cui ancora non è stata fatta chiarezza e rispetto alla quale il non scendere più su un campo da basket vestendo i panni del giocatore diventa una citazione di passaggio. Il post infatti è soprattutto un tributo dopo il lutto: “Il supporto ricevuto dalla mia famiglia e dagli amici è stato enorme”, spiegando come il vuoto lasciato sarà difficilmente colmabile nei prossimi mesi. Allontanarsi dal basket però appariva sempre più come una scelta necessaria, soprattutto dopo aver tentennato la scorsa estate, scaricato dai Cavaliers e finito a Denver dove la sua presenza nel roster non ha certo lasciato il segno: 20 partite, otto minuti di utilizzo e 30 punti totali messi a referto in una regular season complicata. Una carriera insomma già ben avviata lungo la strada del tramonto, a differenza di quella da commentatore che sembra essere la sua prossima tappa professionale: già ospite diverse volte su ESPN, Jefferson si è già dilettato più volte a vestire i panni dell’intervistatore (il suo podcast ai Cavaliers è stato fonte di chicche meravigliose negli anni passati), riscuotendo un discreto successo. Un anello NBA al dito e un atletismo fuori dal comune che per anni gli ha permesso di regalare schiacciate e highlights sorprendenti anche in una Lega di grandi atleti. Visti i mezzi fisici, saltare dall’altra parte del microfono non sarà un grande problema.