Nove anni fa durante una sfida tra Boston e New Orleans, Paul e Rondo si ritrovarono più volte faccia a faccia sul parquet, prima del tentativo di invasione negli spogliatoi avversari da parte di CP3: da quel momento tra i due non è mai corso buon sangue
I LAKERS PERDONO ANCORA, CON I ROCKETS FINISCE IN RISSA
Guardando le immagini dei pugni e delle spinte volate tra Chris Paul e Rajon Rondo, i più attenti e quelli con una buona memoria non saranno rimasti del tutto sorpresi. Le due point guard più rappresentative dell’ultimo decennio NBA infatti già in passato avevano avuto trascorsi non del tutto felici, risalenti addirittura all’inizio della stagione 2009/10. Gli allora New Orleans Hornets di Paul fanno visita alla corazzata Celtics in una delle prime sfide della regular season, battuti come da pronostico e caduti sotto i colpi di un Paul Pierce da 27 punti. La sfida diretta sul parquet la vince CP3, autore di 22 punti e otto assist, contro i soli sei punti messi a referto dall’allora point guard di Boston. A prendersi i titoli nel post-partita però sono le storie tese e i continui faccia a faccia tra Rondo e Paul, rimasti allacciati sotto canestro nel secondo quarto a seguito di una tripla di Ray Allen. Nessun colpo proibito in quell’occasione (nonostante gli arbitri decidano di punire entrambi con un fallo tecnico), ma sguardo truce e parole di certo non amichevoli scambiate ripetutamente tra i due. Una tensione che si trascina poi per tutto il match, fino a quando al termine della gara Paul cerca spiegazioni prima di prendere la strada degli spogliatoi. Pierce se ne accorge e lo tiene a bada, mettendo in mezzo il corpo tra lui e il compagno di squadra, trattenuto nel frattempo più lontano. Urla, qualche offesa e poi le squadre scompaiono nel tunnel, con la speranza di lasciare le polemiche alle spalle. CP3 però è di un altro avviso e una volta uscito dal parquet cerca in tutti i modi di raggiungere lo spogliatoio dei Celtics per avere un confronto con Rondo, trattenuto a stento da Tom Thibodeau – al tempo assistente a Boston. “La sua rabbia è iniziata a montare assieme all’invidia”, il commento al veleno di Rondo, mai stato conciliante in situazioni del genere.
Il botta e risposta e la smentita a partita finita
Una ricostruzione poi smentita dal diretto interessato, che nelle ore successive scrisse su Twitter: “Giusto per chiarire quanto raccontato: io non sono mai andato nei pressi dello spogliatoio dei Celtics. Non so bene da dove sia venuta fuori questa voce. Inoltre io e Thibodeau non ci siamo ritrovati faccia a faccia, anzi: abbiamo parlato civilmente, provo troppo rispetto per lui. È folle il modo in cui sono state distorte le cose”. Scagionarsi dall’aver tentato l’invasione di spogliatoio però, non portò tuttavia Paul a provare ad abbassare i toni: “Rondo è un uomo molto fortunato, visto che ha la possibilità di giocare al fianco di persone come Paul Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett”, sottolineava nel post-partita con un sorriso, aggiungendo poi: “È un grande giocatore, spero un giorno anche io di raggiungere il titolo NBA”. Quel momento non è ancora arrivato, anche perché come raccontava Rondo già al tempo: “Abbiamo un diverso stile di gioco, basato su ciò di cui le nostre squadre hanno bisogno. Lui deve fare un po’ di più a livello personale rispetto a quello che viene richiesto a me sul parquet. Il mio lavoro è certamente facilitato dall’avere al mio fianco campioni del genere”. “Quando vinci, puoi permetterti di farlo”, commentò a caldo Pierce, senza poi fare riferimento a nulla nello specifico, ma alludendo chiaramente a uno status che soltanto un anello al dito riesce a darti. Un senso di frustrazione che Paul si porta dietro da quando ha iniziato a giocare in NBA, così come l'antipatia nei confronti di Rondo, riesplosa in maniera fragorosa nella sfida tra Lakers e Rockets.