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NBA, i compagni non credono che Melo tornerà a Houston. Wade e James lo difendono sui social

NBA

Compagni e allenatori non credono che Anthony giocherà ancora per i Rockets, e l'ipotesi del taglio si fa sempre più concreta. Sui social, intanto, gli amici Dwyane Wade e LeBron James si sono schierati dalla sua parte: è partito il corteggiamento per portarlo nelle loro squadre?

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Ancora non è arrivata l’ufficialità, ma il tempo di Carmelo Anthony agli Houston Rockets sembra davvero essere arrivato al termine. Gli stessi compagni e membri dello staff tecnico dei texani credono che Anthony non tornerà più a vestire la maglia dei Rockets, come riportato da ESPN nella notte. L’obiettivo ora è trovare il modo giusto per terminare il rapporto con Anthony, trattandolo con il rispetto dovuto a un dieci volte All-Star e futuro Hall of Famer. Le parole del General Manager Daryl Morey, che ieri stranamente si è presentato davanti ai cronisti allo shootaround mattutino proprio per parlare di Anthony, vanno lette in questa direzione: la decisione ormai è stata presa, bisogna solo capire come separarsi senza fare troppo rumore. Nelle ultime due gare Anthony è stato tenuto fuori per una non meglio specificata "malattia", e anche se Morey ha dichiarato ieri che si attende che torni in campo una volta ritornato in salute, si poteva vedere chiaramente il naso che si allungava mentre lo diceva. "Uno dei motivi per cui sono qui è che ritengo ci siano troppi rumor ingiusti su di lui" ha detto il GM prima della vittoria interna contro Indiana, cercando di indorare la pillola al suo numero 7. "Melo è stato grande con noi. Come ha detto ieri coach D’Antoni, il suo approccio è stato grandioso: ha accettato qualsiasi ruolo gli sia stato dato – in quintetto, dalla panchina, qualsiasi cosa". Parole che assomigliano tanto a una lettera di raccomandazioni per il prossimo datore di lavoro di Anthony, cercando di separarsi nella miglior maniera possibile. "Siamo stati estremamente felici del suo approccio: tutti i motivi per cui lo abbiamo portato qui, lui li ha rispettati. È ingiusta la speculazione che si sta concentrando su di lui: capisco che è un Hall of Famer, ma comunque non è giusto".

I problemi con Anthony in campo e la crescita di Gary Clark

Morey si è preso le sue responsabilità cercando di toglierle il più possibile dalle spalle di Anthony, ammettendo che la squadra non sta giocando bene e che tutto verrà valutato. Il suo allenatore, però, ha fatto parlare i fatti: tutti i minuti di Anthony nelle ultime partite sono finiti al rookie non scelto al Draft Gary Clark, il cui periodo con il contratto “two-way” sta ormai per finire e andrà confermato fino a fine anno. "Gary Clark è un giocatore NBA: difende, va a rimbalzo, è sempre nella giusta posizione, sa tirare" è stato l’endorsement di Mike D’Antoni, che lo ha riempito di complimenti e, di fatto, lo ha preferito al 10 volte All-Star. D’altronde anche i numeri di questo inizio di stagione non giocano a favore di Anthony: in questo inizio di stagione i Rockets hanno un Net Rating di -9 con Melo in campo e di +2.2 senza di lui, con questo secondo che è il miglior dato di tutta la squadra. Problemi soprattutto difensivi, come facilmente immaginabile, visto che i Rockets hanno concesso 111 punti su 100 possessi con Anthony in campo e soli 101.9 senza, riuscendo anche a migliorare di due punti su 100 possessi in attacco. Per carità, con un campione di partite così ridotto – e con gli infortuni avuti da Houston in questo inizio di stagione – non è tutto imputabile solamente a Anthony. Però avere questo effetto sulla squadra, tirare con il 40% dal campo e il 32.8% da tre di sicuro non hanno aiutato, perché neanche in attacco Anthony è riuscito a compensare quanto toglie in difesa.

Wade e James lo difendono su Twitter: è già partita la caccia al free agent?

Nonostante i tentativi di nascondere quello che di fatto è un taglio, il resto della NBA non sta apprezzando particolarmente il comportamento dei Rockets. I primi a schierarsi con Melo sono stati i suoi compagni di Banana Boat: comprensibilmente Chris Paul non ha potuto schierarsi in maniera decisa ("Melo è stato grande, per me è un fratello, è un futuro Hall of Famer, ma vedremo cosa succederà" le sue stringate parole), mentre Dwyane Wade e LeBron James sono stati più decisi. Il primo, tra una poppata e l’altra per la nuova bimba arrivata in famiglia, ha avuto il tempo per andare su Twitter e scrivere: "State cercando di far passare il mio amico @carmeloanthony come il capro espiatorio? Ragazzi dovete smetterla. È la strada facile da prendere invece di affrontare il vero problema". Poi, sei ore dopo, ha ripreso un tweet del giornalista Tim Reynolds ("Melo si meritava di meglio") con una semplice mano che indicava verso il basso, un messaggio che lo stesso James ha rilanciato con l’hashtag #FACTS. Chissà che non sia l’inizio del corteggiamento per Anthony, destinato presto a tornare sul mercato: un corteggiamento nel quale vogliono rientrare anche i Portland Trail Blazers, con Evan Turner ("Bisogna avere più rispetto per Melo: non ci credo che sia un cancro") e Damian Lillard che si sono schierati con lui. Chissà quale sarà la prossima tappa del lungo girovagare di Anthony alla ricerca di un posto dove poter essere ancora un giocatore utile nella NBA del 2018.