Belinelli segna 12 dei suoi 14 punti nel primo tempo ma San Antonio dilaga dopo l'intervallo (59-30 il parziale). Gallinari chiude con 15 punti ma non evita il quarto ko dei Clippers nelle ultime cinque gare e la peggior sconfitta dall'inzio di stagione
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San Antonio Spurs-L.A. Clippers 125-87
Gregg Popovich l’aveva detto: “Ci vuole pazienza, piano piano le cose stanno migliorando”. Ora anche i risultati lo confermano, con i texani che centrando il quarto successo consecutivo portano il proprio record oltre il 50% (15 vinte, 14 perse), un traguardo ottenuto l’ultima volta il 19 novembre scorso con la vittoria contro Golden State (8-7 dopo 15 partite). Forse allora non è un caso che all’AT&T Center vada in scena quella che è stata ribattezzata la “Throwback Night”, perché gli Spurs assomigliano sempre di più a quelli del proprio recente passato, tenendo infatti gli avversari sotto i 100 punti per la terza volta in fila. Sopra di 11 già al termine del primo quarto, la partita si spacca in due nel secondo tempo: 59-30 per i padroni di casa il parziale dopo l’intervallo, con la gara già decisa al termine del terzo quarto ma con un ultimo periodo in cui i nero-argento tengono gli ospiti a soli 10 punti con 4/19 al tiro, forzando anche 5 palle perse, segnale di una concentrazione assoluta lungo tutti i 48 minuti di gioco che genera la vittoria più larga dall’inizio della loro stagione. A prendersi i riflettori contro i Clippers è un LaMarcus Aldridge ai limiti della perfezione: il lungo degli Spurs confeziona infatti una gara da 27 con 12/14 al tiro, in cui realizza anche l’unica tripla che tenta. Efficientissimo nelle percentuali di tiro anche un Rudy Gay da 8/10 dal campo e 21 punti ma tutta San Antonio è in serata di grazia al tiro (complice anche la difesa dei Clippers) e chiude sfiorando il 58% dal campo e con il 45.5% da tre punti (10/22). Se i texani sembrano aver ritrovato un certo ritmo e minacciano di continuare la striscia positiva (altre due gare in casa, contro Bulls e Sixers nell’immediato futuro), c’è motivo per qualche preoccupazione a L.A., e non solo per l’imbarazzante scarto (-38) incassato a San Antonio. I Clippers infatti escono sconfitti per la quarta volta nelle ultime cinque gare, dimostrano di sentire tantissimo l’assenza di Lou Williams da una panchina che difatti non manda neppure un uomo in doppia cifra (perdendo 42-25 il confronto diretto con quella degli Spurs). Tobias Harris chiude come miglior marcatore dei suoi a quota 17 ma tira solo 5/14 dal campo.
Gran primo tempo di Belinelli, bene nel secondo Gallinari
Spurs-Clippers è anche il secondo derby italiano della stagione, dopo che il primo – andato in scena il 16 novembre scorso – aveva visto la vittoria dei californiani con 19 punti di Danilo Gallinari da una parte e 7 di Marco Belinelli dall’altra. Nella serata dell’AT&T Center i due azzurri sembrano alternarsi nel mettersi in mostra: parte fortissimo la guardia agli ordini di coach Popovich, che segna 12 dei suoi 14 punti totali nel primo tempo, chiuso con 4/6 al tiro e anche 3 rimbalzi (saranno 5 alla sirena finale, con 5/9 dal campo). Fredda invece, almeno inizialmente, la mano di Danilo Gallinari che va all’intervallo con soli 4 punti a tabellone e 1/5: il n°8 di L.A. però ritrova il ritmo al rientro in campo attaccando maggiormente il canestro, procurandosi liberi come al solito trasformati con grande efficienza (7/7 in serata per lui) e chiudendo la gara con 15 punti, 4 assist e 3 rimbalzi. Non basta però per evitare il peggior ko in casa Clippers dall’inizio del campionato: con OKC, Portland, Dallas, Denver e Golden State alle porte, non è un buon momento per perdere l’ispirazione che aveva proiettato L.A. ai vertici della Western Conference nel primo mese di NBA.