In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, Russell Westbrook: "Sto giocando male, ho deluso i miei compagni"

NBA

Il n°0 dei Thunder ha chiuso con 4/22 dal campo e soli nove punti segnati nella sconfitta in volata contro OKC. Una delle sue peggiori prestazioni offensive in carriera, con tanto di tripla sbagliata allo scadere: "Ho fatto schifo nell'ultimo mese, devo tornare a essere il giocatore più continuo per rendimento di tutta l'NBA"

DALLAS VINCE IN VOLATA CONTRO OKC, PHILA TRAVOLTA A PORTLAND

Condividi:

Quando si tratta di puntare il dito contro i compagni, Westbrook non ha mai lesinato critiche. E così, per coerenza, adesso tocca a lui mettersi in discussione in uno dei maggiori momenti di calo della sua carriera. “Devo fare un lavoro migliore, poche storie”, commenta al termine della sfida persa in volata contro Dallas. “Tutto dipende da me, ho fatto schifo nell’ultimo mese. Devo concentrarmi di più e tornare a fare quello che ho dimostrato in questi anni. Il mio compito è aiutare i miei compagni e invece li ho delusi perché non sono in grado di essere consistente ed efficace in attacco. In difesa le cose non vanno male, ma devo tornare a dare costanza al mio rendimento perché è sempre stata la cosa di cui sono stato orgoglioso: essere il giocatore più continuo di tutta la Lega. Sto scendendo in campo ogni sera provando a competere, lottando sempre e senza mollare il colpo. Segnare o sbagliare tiri fa parte del gioco, ma so di dover fare un lavoro migliore e questo riguarda solo me. Lo devo fare. Non sono preoccupato perché già da domani potrò riscattarmi, ma le cose devono andare meglio dalla prossima partita”. Parole dure, ma necessarie, al termine di una sfida che Westbrook ha chiuso tirando 4/22 dal campo e con soli nove punti a referto: in 353 gare in carriera in cui ha tentato almeno 20 conclusioni, è la prima volta che non riesce ad arrivare in doppia cifra (playoff compresi). La seconda peggior prestazione al tiro dietro al 3/22 che raccolse il 22 aprile 2012 contro i Lakers. Una vita fa, prima di diventare il giocatore continuo che ci ha abituato a restare sempre ad altissimo livello in questi ultimi anni.

Westbrook, la fiducia nei propri mezzi resta sempre la stessa

E pensare che pochi giorni fa erano arrivati 40 punti con 17/29 al tiro contro Phoenix (di certo non l’avversario più complicato del mondo), ma nonostante quell’exploit i suoi dati di dicembre sono rimasti mediocri. Westbrook sta tirando con il 37% dal campo negli ultimi 30 giorni, la terza peggior percentuale in un singolo mese in carriera e il punto più basso toccato dal dicembre 2009 (la sua seconda stagione NBA, per intenderci). E nel tiro dalla lunga distanza le cose non vanno meglio: con lo 0/8 raccolto stanotte, Westbrook viaggia a 24.2% in regular season dall’arco, nonostante sia il primo a essere convinto di non aver alcun tipo di problema con la meccanica delle sue conclusioni: “No, no, non è quello. Mi sono ritrovato in situazioni peggiori. Non siamo spacciati, anzi. Siamo terzi nella Western Conference, continuiamo a vincere. Il mio lavoro è assicurarmi che i Thunder conquistino più successi possibile. Sto difendendo a un buon livello, catturo rimbalzi e distribuisco assist. Trovo comunque altri modi per aiutare la mia squadra a vincere. Non penso che ci siano molti altri giocatori paragonabili a me, che mettono in campo il contributo che riesco a garantire: sono in grado di fare qualsiasi cosa. Sono orgoglioso di non abbassare mai il livello di intensità, ogni partita è sempre lo stesso. Al tempo stesso però, sono anche il più esigente e pretendo sempre il massimo da me. Per quello non sono preoccupato”. Una presa di coscienza chiara anche sul parquet da parte di Westbrook, che per cinque minuti abbondanti di gara non ha preso neanche un tiro, lavorando per Paul George che ha segnato gli ultimi 13 punti realizzati dai Thunder. Poi il pallone è finito nelle sue mani nel finale, sia a 35 secondi dal termine, che soprattutto allo scadere. Una tripla che non ha trovato il fondo della retina, ma che Westbrook ha preso senza esitare: “Il mio approccio non cambierà mai”. Di questo ne siamo certi.