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NBA, i risultati della notte: Houston passa a Toronto, perdono OKC e Portland

NBA

James Harden segna 19 punti nel solo quarto periodo e guida i Rockets al successo in Canada che vale il sorpasso sui Thunder (battuti dai 41 punti di Towns) e sui Blazers (40 e massimo in carriera per Mike Conley nella vittoria di Memphis). Vincono Indiana e Philadelphia in casa, tenendo i Celtics a debita distanza

NOTTE NBA: GLI HIGHLIGHTS | BOSTON UMILIA GOLDEN STATE

Toronto Raptors-Houston Rockets 95-107

Tutto è bene quel che finisce bene. Almeno per i Rockets, partiti alla grande contro Toronto in trasferta, volati anche sul +22 dopo un quarto d’ora abbondante di partita, per poi naufragare nel terzo quarto permettendo ai canadesi di tornare a contatto. A quel punto ci sono volute le maniere forti, ossia l’MVP James Harden a pieno regime per rimettere la sfida sul binario di Houston: 19 dei 35 punti realizzati dal Barba arrivano nel quarto periodo, che combinati assieme agli 11 (di 18 totali) messi a segno da Gerald Green regalano ai texani la spinta finale (38-24 il parziale della quarta frazione) e soprattutto il sesto successo in fila (con vittorie in trasferta contro Golden State, Boston e Toronto); eguagliando così la striscia più lunga di una regular season che inizia a girare per il verso giusto per Houston. Per Harden è l’ennesima partita da record, quella con cui superare quota 18.000 punti in carriera, continuando a non scendere mai sotto quota 28 per la 39esima sfida consecutiva – secondo all-time, dietro al solito Wilt Chamberlain da 71 partite totali. Un brutto passaggio a vuoto invece per i Raptors, che fermano a sette il numero di vittorie in fila in casa, nonostante un Kawhi Leonard da 26 punti, Serge Ibaka da 10 e 15 rimbalzi, a cui si aggiungono i 17 punti di Pascal Siakam e i 14 di Danny Green. “Loro ci hanno messo energia, noi no”, è il motivetto che viene ripetuto in casa Toronto a fine gara da tutti i protagonisti, consapevoli che le possibilità di andare a riprendere i Bucks in testa alla Eastern Conference si stanno riducendo con il passare delle gare. Sorride invece Houston, che grazie alle sconfitte di Thunder e Blazers (di cui parleremo nei prossimi due paragrafi), sale in un colpo solo al terzo posto a Ovest. Fattore campo a favore e niente Golden State fino alle finali di Conference: dopo una lunga rincorsa, l'obiettivo stagionale è ritornato finalmente alla portata.

Minnesota Timberwolves- Oklahoma City Thunder 131-120

Prendere una bella botta in auto spesso può portare delle gravi conseguenze. Ma se le cose vanno bene, resti illeso e puoi tornare subito a giocare a pallacanestro, allora magari puoi trasformare la paura per lo scampato pericolo in uno stimolo. O almeno così lo ha interpretato Karl-Anthony Towns, che dopo aver saltato le prime due partite della sua carriera in NBA (sempre presente dall’anno da rookie per 303 volte in fila) a causa di un incidente mentre stava raggiungendo la squadra in aeroporto la scorsa settimana, è ritornato sul parquet con una ferocia e un’intensità diversa. Il n°32 dei T’wolves contro i Thunder ha giocato l’ennesima partita da protagonista: 41 punti (a -1 dal massimo in stagione) e 14 rimbalzi totali, nella vittoria che condanna OKC a scivolare alle spalle dei Rockets. Towns con questi ha messo a referto 182 punti totali nelle ultime cinque gare – la striscia migliore mai fatta registrare da un giocatore dei T’wolves. Sedici di quei punti sono arrivati nel terzo quarto, per mantenere saldo il vantaggio conquistato nella prima metà di gara. Dall’altra parte invece il miglior realizzatore è Russell Westbrook, autore di 38 punti e 13 rimbalzi, nella prima sfida di nuovo insieme a Paul George dopo le tre saltate a causa del problema alla spalla. Per il n°13 dei Thunder serata modesta al tiro: 8/25 dal campo, 4/14 dall’arco per 25 punti totali. Una buona prova, ma non abbastanza per evitare a OKC la quinta sconfitta nelle ultime sei gare.

Memphis Grizzlies-Portland Trail Blazers 120-111

Mike Conley chiude con zero punti a referto il primo quarto per poi mettersi all’opera e trascinare al successo i suoi Grizzlies contro un avversario rognoso come i Blazers. Tre quarti da protagonista, terminati con 40 punti a referto; il suo nuovo massimo in carriera (il precedente erano i 38 segnati contro Phoenix nel gennaio 2017). Conley realizza sei delle sue sette conclusioni nell’ultima frazione, comprese le tre triple che portano Memphis dal -9 al vantaggio finale grazie al 38-25 totale di parziale. È lui a firmare il gioco da quattro punti che a 100 secondi dal termine cambia definitivamente l’inerzia alla gara, lasciando il sapore di beffa in bocca ai Blazers. Portland infatti era riuscita con facilità a salire sul +16 già nel primo quarto, convinta di poter chiudere con un favoloso 6-1 di record il più lungo giro di trasferte di questa regular season. Invece nonostante i 27 punti di CJ McCollum e i 24 con otto assist di Damian Lillard, Portland è costretta ad alzare bandiera bianca nel finale (il 5-2 raccolto resta comunque il miglior risultato nella storia della franchigia in un giro di sette trasferte), scivolando alle spalle dei Rockets che in un colpo solo fanno il doppio salto in classifica.

Philadelphia 76ers-Orlando Magic 114-106

Altro che Big Four (monchi, vista l’assenza di Joel Embiid): a trascinare i Sixers ci pensa JJ Redick, che approfitta del successo più complicato del previsto contro i Magic per fa capire a tutti che a Philadelphia serve anche il suo contributo. L’ex Clippers veste ancora una volta i panni del realizzatore dall’arco; unico in squadra ad aver superato (abbondantemente) le 100 triple a segno in stagione, a cui si aggiungono anche le sei raccolte contro Orlando in una sfida da 26 punti totali. La squadra della Florida, guidata dai 25 punti di Fournier e dai 24 di Gordon, resta a contatto fino a portarsi in vantaggio sul 101-99 a meno di cinque minuti dal termine. Poi, 15-5 di parziale Sixers per chiudere i conti e sconfitta che allontana i Magic dai playoff, adesso decimi con ben due sconfitte in più rispetto a Miami (nona) e Charlotte (ottava). Dall’altra parte Philadelphia si gode i 21 punti e 12 rimbalzi di Tobias Harris e i 16 con 13 rimbalzi e otto assist di Ben Simmons, a una sola vittoria di distanza dai Pacers terzi in classifica.

Indiana Pacers-Chicago Bulls 105-96

Indiana infatti nel frattempo mantiene salda la sua posizione in classifica, motivata e spinta nell’ultima gara “agevole” prima di una striscia di sfide che metterà a dura prova i Pacers. I Bulls non costituiscono un grosso ostacolo, sotto di dieci già nel primo quarto, ma non si staccano mai del tutto. I padroni di casa si affidano a Bojan Bogdanovic, autore di 27 punti a cui si aggiungono i 22 di Darren Collison – otto dei quali combinati nel parziale decisivo che ha permesso a Indiana di mettere la testa avanti negli ultimi sette minuti di partita. Il vero problema per i Pacers adesso è il calendario e le sfide che li attendono nelle prossime settimane: si parte con Milwaukee e Philadelphia in trasferta, seguite poi dalle partite contro OKC, Denver, Portland, Clippers, Golden State, di nuovo Denver, di nuovo OKC e infine Boston. Un tour de force che ben racconterà di che pasta sono fatti questi Pacers: per giocare i playoff da protagonisti bisognerà dimostrare di meritarlo già in regular season.