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NBA, Vince Carter non pensa al ritiro: "Voglio giocare un altro anno"

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Il 42enne veterano della NBA vuole giocare un'altra stagione nella NBA, portando il suo totale a 22: "Faccio fatica a immaginarmi fuori da uno spogliatoio NBA, ma non voglio stare sul fondo di una panchina solo per vincere un anello. Mi interessa giocare ancora"

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L’ex giocatore Jalen Rose, diventato uno dei volti di ESPN, è solito prendere in giro i “vecchietti” ancora nella NBA invitandoli a “keep gettin dem checks”, a continuare a collezionare assegni. A farsi pagare fino a quando avessero trovato qualcuno disposto a dargli soldi per giocare a pallacanestro. Vince Carter non ha bisogno di soldi, avendo guadagnato ormai oltre 180 milioni di dollari solamente dalla carriera in campo, eppure continua a giocare — e non sembra avere alcuna intenzione di smettere. Intervistato nello storico programma Pardon The Interruption, il veterano ha fatto intendere di voler continuare almeno per un altro anno a calcare i campi della NBA: “Un anno in più riesco a tirarlo fuori” ha detto dopo aver indicato come “43” l’età giusta per ritirarsi, lui che ne ha compiuti 42. “Alla fine della stagione di solito faccio un check-up completo di come mi sento. Poi dipende sempre dalle opportunità: ogni volta che il telefono squilla e una squadra mostra interesse, per me è un bene. Vedremo cosa succederà”. A vedere come si muove ancora in campo, c’è da credere che un contratto a fine anno lo possa trovare: Carter sta tenendo medie da 7 punti a partita in 16.6 minuti, ma soprattutto sta tirando con il 41% da tre punti, il suo massimo in carriera, su quasi 4 tentativi a gara (che diventano 8.4 su 36 minuti, anche qui massimo in carriera). Insomma, c’è decisamente di peggio in giro per la NBA, come dimostrano anche le dodici schiacciate messe a referto quest’anno: “Il problema ormai non è salire, è la discesa” ha scherzato Carter. “Devo fare in modo di atterrare dolcemente: se fossimo ai vecchi tempi in cui tutti andavano più piano, potrei rimanere aggrappato al ferro e prendermela più comoda. Ma adesso vanno talmente forte che non ce lo si può permettere: prenderei subito un canestro dall’altra parte da un mio avversario”.

La motivazione di Carter: “Io voglio giocare”

La verità è che a spingere Carter c’è ancora la voglia di sacrificarsi per continuare a fare quello che ama: “Mangio sano, mi alleno più della media, faccio pesi dopo le partite, mi riposo tanto e arrivo all’arena prima di tutti. Tutta questa lunga lista di cose mi fa andare avanti, ma la cosa più importante è che mentalmente non prendo scorciatoie. Sono disposto a fare tutto quello che serve per sopravvivere a questo livello. È impegnativo, ma ancora amo il gioco”. E anche se c’entra un po’ la paura di quello che c’è dall’altra parte — “Faccio fatica a immaginarmi fuori da uno spogliatoio NBA, senza l’impegno dei viaggi, e gli alti e bassi di questa lega” —, Carter ha bene chiaro in mente che cosa vuole da questi suoi ultimi anni di carriera: “A me interessa giocare: rimanere seduto sul fondo di una panchina solo per vincere un anello non è una cosa che posso fare. Dare un contributo come mentore ed esempio è quello che mi diverte di più. Mi piacerebbe vincere un titolo, come a chiunque, ma sacrificare il gioco per riuscirci è una cosa che non mi interessa”.