La stella dei Golden State Warriors ha rivelato al New York Times la sua assoluta dipendenza per i popcorn, cibo di cui non può fare a meno prima, durante e dopo le partite. “Non potrei vivere senza, godo troppo a mangiarli” ha spiegato, pur riconoscendo che un atleta professionista non dovrebbe mangiarne troppi
Solo pochi giorni fa Steph Curry ha rivelato al mondo di aver cominciato a indossare le lenti a contatto dopo che il suo astigmatismo è andato peggiorando. I risultati in campo sono ben visibili – se ne sono accorti soprattutto gli L.A. Clippers in gara-1, sotterrati dai 38 punti del numero 30 con 8/12 da tre –, ma c’è un altro segreto che secondo l’opinione di Curry ha uguale importanza sul suo successo in campo: i popcorn. "Ne sono totalmente dipendente" ha confessato in uno splendido pezzo del New York Times. "Quando scendo dal bus, entro nello spogliatoio, metto giù la mia roba e vado dritto al tavolo dei popcorn" ha spiegato sulla sua routine pre-partita. “Se sono davvero buoni, li mango prima della palla a due, all’intervallo e anche dopo”. Lui stesso è il primo ad ammettere che questa suo "guilty pleasure" va in controtendenza con le abitudini alimentari sempre più sofisticate della NBA, anche se un paio di anni fa ESPN aveva rivelato la passione dei giocatori per i sandwich con il burro d’arachidi e The Athletic ha raccontato la splendida storia della signora che da 40 anni cucina cookie per le stelle della lega. Ma anche se la dipendenza di Curry è causa di frizione continua con lo staff medico degli Warriors – che di fatto non lo rende disponibile per i giocatori prima e dopo le partite sul tavolo centrale dello spogliatoio, tanto che Steph deve mandare il capo della sicurezza Norm Davis a procurarglielo nella lounge dei proprietari di Golden State –, il numero 30 proprio non riesce a farne a meno. Al suo allenatore Steve Kerr, però, interessa poco: "Qualsiasi cosa stia facendo, deve solo continuare a farlo: questo è il mio consiglio" ha detto il coach, ben contento delle prestazioni in campo del suo MVP da non farsene un grosso problema.
La classifica di Curry delle arene NBA in base ai popcorn
È lo stesso Curry, in realtà, a definirlo come un problema: "Io godo proprio quando li mangio, non è nemmeno una battuta. Non potrei vivere senza. Li mangio con un sacco di acqua per fare in modo che il sale non diventi troppo, ma devo dire che ho sviluppato una tolleranza davvero alta per i popcorn". Curry ne è talmente dipendente da essere diventato ormai un esperto, tanto da aver acconsentito a stilare un’interessantissima classifica delle migliori arene della NBA ordinate per la qualità dei popcorn. E non si è fermato a una votazione generica: Steph ha dato un voto da 1 a 5 per ciascuna categoria (freschezza, sapidità, croccantezza, burro e presentazione) da cui emerge che la migliore in assoluto è l’American Airlines Arena di Dallas (i suoi popcorn solamente in croccantezza non raggiungono il massimo dei voti), mentre la peggiore è lo Staples Center di Los Angeles (10 punti su 25). Per completezza di informazione, Curry ci tiene a farci sapere di non aggiungere mai nulla ai suoi popcorn, proprio per poterli valutare a pieno.
Città | Freschezza | Sapidità | Croccantezza | Burro | Presentazione | TOTALE |
---|---|---|---|---|---|---|
Dallas | 5 | 5 | 4 | 5 | 5 | 24 |
Brooklyn | 4 | 5 | 5 | 4 | 5 | 23 |
Miami | 5 | 4 | 4 | 4 | 5 | 22 |
Portland | 4 | 4 | 5 | 4 | 3 | 20 |
Sacramento | 2 | 4 | 4 | 4 | 5 | 19 |
Toronto | 3 | 4 | 3 | 4 | 4 | 18 |
Houston | 3 | 4 | 3 | 4 | 4 | 18 |
Oklahoma City | 4 | 3 | 4 | 4 | 3 | 18 |
Golden State | 2 | 4 | 5 | 3 | 4 | 18 |
New York | 3 | 2 | 4 | 4 | 4 | 17 |
Indiana | 3 | 3 | 5 | 4 | 2 | 17 |
New Orleans | 3 | 3 | 3 | 3 | 5 | 17 |
Minnesota | 2 | 5 | 4 | 3 | 3 | 17 |
Washington | 4 | 3 | 3 | 4 | 3 | 17 |
Chicago | 3 | 4 | 3 | 3 | 3 | 16 |
Utah | 2 | 5 | 4 | 3 | 2 | 16 |
Atlanta | 3 | 5 | 4 | 3 | 1 | 16 |
San Antonio | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 15 |
Philadelphia | 4 | 2 | 4 | 2 | 2 | 14 |
Phoenix | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 14 |
Milwaukee | 2 | 2 | 3 | 4 | 2 | 13 |
Boston | 3 | 3 | 2 | 3 | 2 | 13 |
Memphis | 1 | 4 | 4 | 3 | 1 | 13 |
Orlando | 3 | 5 | 3 | 1 | 1 | 13 |
Denver | 3 | 2 | 3 | 2 | 3 | 13 |
Cleveland | 2 | 4 | 2 | 2 | 2 | 12 |
Detroit | 1 | 4 | 2 | 3 | 2 | 12 |
Charlotte | 1 | 2 | 2 | 2 | 4 | 11 |
Los Angeles | 2 | 1 | 3 | 1 | 3 | 10 |
"Per me sono diventati un fattore per il generale divertimento in una partita in trasferta. Se i popcorn fanno schifo, il mio umore ne risente" ha spiegato, raccontando poi una serie di aneddoti divertenti da parte delle squadre avversarie. Perché mentre gli Warriors sono (giustamente) preoccupati per le sue malsane abitudini alimentari, le altre squadre "provano a farci appesantire un po’ prima delle partite".
I Mavericks, in particolare, lo scorso 13 gennaio gli hanno fatto trovare un’intera teca di popcorn nello spogliatoio degli ospiti, anche se il risultato è stato prenderne ben 48 da un indemoniato Curry (se non altro, si sono guadagnati il primo posto nella classifica di Steph e la sua stima incondizionata).
Anche i Miami Heat si sono impegnati lo scorso 27 febbraio per stupire il due volte MVP, facendogli trovare una tavolata di legno piena di sacchetti di popcorn tenuti caldi da delle lampade. Un posto speciale sul calendario di Curry lo hanno però i Brooklyn Nets, dove il responsabile dello spogliatoio degli ospiti fa sempre trovare due porzioni di popcorn freschissimi, meritandosi il secondo posto in classifica dietro Dallas. A New Orleans, invece, hanno puntato più sulla quantità che sulla qualità, facendogli trovare un enorme sacco di popcorn con il quale Curry ha fatto una foto ricordo abbracciandolo come farebbe un bambino con un peluche gigante.
Curry: "Smettere coi popcorn? Non se ne parla nemmeno"
Il primo ricordo dei popcorn per Curry è ovviamente legato ai film – ancora oggi definisce quelli del cinema come "i migliori in assoluto", anche se li può assaggiare solo tre o quattro volte all’anno per via della sua notorietà e degli impegni –, ma secondo l’assistente allenatore Bruce Fraser (quello che segue la sua routine pre-partita diventata di culto) questa dipendenza fa riferimento a tutti gli anni passati nelle arene NBA, aiutandolo "a sentirsi a suo agio ovunque vada". D’altronde per anni Steph è stato al seguito di papà Dell, anche lui grande appassionato di popcorn ("Quando guardo giocare i miei figli, ho sempre dei popcorn con me"), e quel cibo lo aiuta ad ambientarsi. Dell però non avrebbe mai considerato l’idea di mangiarli prima della partita come fa Steph, che ha dovuto limitare il consumo di popcorn a casa per non esagerare. Quelli prima della partita, però, oramai fanno parte di lui. E visti i risultati, neanche i Golden State Warriors – che su di lui hanno investito 201 milioni di dollari nell’estate del 2017 – possono opporsi più di tanto: "Sanno anche loro che non si comincerebbe nemmeno a discuterne” ha detto il miglior tiratore da tre nella storia dei playoff. “Cercare di convincermi a smetterla è una conversazione che non vale la pena affrontare".