Un altro splendido duello realizzativo tra Harden (38 punti) e Durant (34) ma i Rockets la spuntano anche grazie ai 17 con 10 rimbalzi di un immenso P.J. Tucker e ai 20 di Eric Gordon. Golden State sbaglia due volte la tripla del pareggio sull'ultima azione
DURANT SUPERA I 4.000 PUNTI IN CARRIERA AI PLAYOFF
Houston Rockets-Golden State Warriors 112-108
Golden State ancora una volta vince il primo quarto, come sempre fatto fin qui nella serie (+3 in gara-4) ma quando mette in campo la propria second unit soffre contro i Rockets, che piazzano un parziale di 36-26 nel secondo periodo che gli permette di andare all’intervallo con un buon margine, +7. Un distacco che nel terzo quarto addirittura sale a +17, il più grande di tutta la serata, grazie anche a 10 dei suoi 20 punti totali di un ispirato Eric Gordon, che bissa la sua ottima prestazione di gara-3. Golden State però reagisce con un 11-0 di parziale segnato da 5 punti consecutivi di Steph Curry, che riavvicinano gli Warriors prima che altrettanti punti di James Harden, gli ultimi dei Rockets nel quarto, non fissano il punteggio sul 93-84 per i texani con ancora dodici minuti da giocare. L’ultimo quarto inizia con un break di 8-2 dei padroni di casa, che si portano sul 101-86 provando a dare il colpo del ko già in avvio dell’ultimo periodo, ma ancora una volta la reazione dei campioni in carica non tarda da arrivare: a firmarla è un Draymond Green che chiude con 15 punti, 10 rimbalzi e 5 assist e che ne segna 6 nell’8-3 con cui Golden State resta a contatto. Steph Curry – che ancora una volta fa fatica a trovare la mira dalla distanza, chiude con 4/14 dall’arco – mette prima la tripla del -7 e poi dopo altri due punti di Green a 100 secondi dalla fine anche quella del -2 quando di secondi sul cronometro ne mancano solo 20, siglando il 7-0 di parziale che riapre completamente la gara e apparecchia la tavola per un grandissimo finale. James Harden, al solito immenso – capace di confezionare un duello bellissimo con Kevin Durant (13 punti del “Barba” nel terzo quarto, quando KD risponde con 16) – anche nel quarto si carica la squadra sulle spalle, prendendosi 11 tiri nell’ultimo periodo, segnandone tre e andando in lunetta per dei tiri liberi pesanti con gli Warriors a -2. Realizza uno solo dei due liberi a disposizione e lascia così 11 secondi agli ospiti per provare a impattare la gara: Kevin Durant ha un tiro da otto metri e mezzo comodo ma sbaglia e sul rimbalzo offensivo Steph Curry ha l’ultima chance per segnare da tre punti ma anche il suo tiro si spegne sul ferro. È un 1/2 in lunetta di Chris Paul a sancire la vittoria in gara-4 dei Rockets e il pareggio nella serie, al termine di un duello bellissimo.
Una serie in equilibrio, decidono i campioni
James Harden fa seguire ai 35 di gara-1, ai 29 di gara-2 e ai 41 di gara-3 una quarta partita ancora una volta da forza offensiva incontenibile, chiusa con 38 punti ma anche 10 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate. Gli risponde dall’altra parte il solito Kevin Durant, autore di 34 punti lui stesso, con 12/22 al tiro, conditi da 7 rimbalzi e 5 assist, diventando solo il decimo giocatore nella storia della lega a segnare 4.000 punti nei playoff. Si tratta della prima volta invece in cui – dopo 4 partite – due giocatori, uno per squadra, viaggiano entrambi ad almeno 35 punti di media. L’equilibrio tra Golden State e Houston, che già aveva portato a 7 gare nella finale di conference dello scorso anno, è evidente ancora di più nell’edizione dei playoff 2019: a oggi sono 448 i punti degli Warriors contro i 447 dei Rockets. Normale allora che a fare la differenza siano le piccole cose e magari anche i protagonisti non attesi: P.J. Tucker mette la firma su gara-4 con 17 punti e 10 rimbalzi e una serie di giocate determinanti sotto i tabelloni o sulle palle vaganti, Gordon fa seguire ai 30 di gara-3 un’altra prestazione da 20 punti e anche Austin Rivers tocca la doppia cifra con 10 più 6 rimbalzi in 33 minuti. Houston tira la bellezza di 50 triple, segnandone 17 (il 34%), mentre fanno peggio gli Warriors che pagano la mano fredda dall’arco dei loro “Splash Brothers” (Curry finisce comunque con 30 punti ma solo 4/14 dall’arco, fa ancora peggio Klay Thompson che realizza una sola delle sei triple tentate e chiude a quota 11). I Rockets hanno un leggero vantaggio dalla panchina (18-11 i punti) ma a sentire Draymond Green è soprattutto una questione di intensità: “Stanno facendo tutto quello che è necessario per vincere, mentre noi sembriamo soddisfatti di difenderci pugno dopo pugno, mentre facendo così ci stanno prendendo a sberle. Dobbiamo cambiare atteggiamento, io per primo”. Per gara-5 si torna alla Oracle Arena: quale migliore occasione per dimostrare una volta di più di essere i campioni in carica: nell'era Kerr Golden State si è trovata altre 4 volte in parità o sotto in una serie al meglio delle sette. E ha sempre finito per vincere.