Il commissioner della NBA Adam Silver ha commentato la necessità di assumere "il 50% di arbitri donne nei prossimi anni, perché l’arbitraggio è stato dominato dagli uomini per tantissimo tempo. E lo stesso vorrei che succedesse anche con gli allenatori"
Da quando Adam Silver è diventato commissioner della NBA nel 2014, il suo “regno” è sempre stato contrassegnato da una spinta verso l’innovazione e l’apertura. Per questo le sue parole al The Economic Club di Washington non dovrebbero suonare come una novità, ma come l’ennesima conferma della sua posizione. Commentando l’assunzione di due nuovi arbitri donne per la lega di sviluppo della NBA, la G-League, ha detto che “questa è un’area in cui francamente ci siamo resi conto di dover migliorare. L’arbitraggio è stato dominato dagli uomini per tantissimo tempo, anche se non c’è alcun vantaggio fisico dall’essere uomo piuttosto che donna per arbitrare una partita di pallacanestro”. E non si è fermato lì, definendo chiaro e tondo quali sono i programmi futuri della lega: “L’obiettivo è che il 50% dei nuovi arbitri ad entrare nella lega siano donne. E lo stesso vorrei che fosse per gli allenatori. Abbiamo un programma e non c’è motivo per cui le donne non dovrebbero allenare nella pallacanestro maschile”. Il giorno in cui una donna diventerà capo-allenatrice in NBA, in effetti, sembra sempre più vicino: negli ultimi anni Becky Hammon si è fatta spazio nel coaching staff dei San Antonio Spurs tanto da guadagnarsi un colloquio con i Milwaukee Bucks nella scorsa estate, ma anche a Washington (Kristi Toliver, assistente che gioca anche per le Mystics della WNBA) e a Indianapolis (Kelly Krauskopf nella dirigenza) le donne stanno prendendo ruoli sempre più importanti. Tra gli arbitri, invece, la presenza femminile è cominciata addirittura nel 1997 con Violet Palmer e Dee Katner, a cui si è poi aggiunta Lauren Holtkamp, l’unica ancora in attività.