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Playoff NBA: Joel Embiid e Jimmy Butler trascinano Philadelphia, si va a gara-7

NBA

Il n°23 dei Sixers chiude con 25 punti alla guida di un quintetto tutto in doppia cifra, mentre in difesa a pesare è l'impatto del lungo camerunense (+40 di plus/minus): ai Raptors non bastano i 29 punti di Leonard, tra 48 ore la sfida decisiva a Toronto

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Philadelphia 76ers-Toronto Raptors 112-101

Jimmy Butler è arrivato a Philadelphia lo scorso novembre per questo, per piazzare le giocate decisive nel momento del bisogno, per trascinare i Sixers oltre la semifinale di Conference – ostacolo contro il quale la squadra della Pennsylvania era naufragata 12 mesi. L’ex T’wolves è il volto della riscossa in gara-6, autore di 25 punti, otto assist, sei rimbalzi e 9/18 al tiro (nonostante nessuno di questi arrivi con i piedi oltre l’arco). Bersagli pesanti, una gestione dei possessi fondamentale nei momenti cruciali del match, in una sfida condotta per 48 minuti anche grazie al suo avvio e a quello di un Tobias Harris da 16 punti – che si spegne con l’andare avanti del match – la chiave per mettere in partita il pubblico del Wells Fargo Center che continua a soffiare nelle vele spiegate dei Sixers che all'intervallo lungo sono oltre la doppia cifra di vantaggio. Il leader vero, emotivo e difensivo della squadra però resta sempre lo stesso: Joel Embiid, non al massimo della condizione, con le ginocchia in disordine e i problemi allo stomaco non del tutto risolti. Alla sirena finale sono 17 punti e 12 rimbalzi per lui (con le solite cinque palle perse), ma è in difesa che il lungo camerunense cambia completamente la resa dei Sixers. Contro di lui Toronto è costretta a girare al largo, in una partita in cui ai canadesi vanno dentro soltanto tre delle prime 17 triple tentate nel primo tempo. La doppia cifra di vantaggio è dietro l’angolo, gelosamente preservata anche nella ripresa: nei 36 minuti trascorsi sul parquet, Embiid raccoglie un mostruoso +40 di plus/minus – secondo dato più alto degli ultimi 20 per un giocatore di Philadelphia, playoff e regular season – rendendo ancora più plastico ed evidente il suo impatto sul parquet. Con il n°21 in campo, i Sixers hanno un differenziale di +80 punti nei confronti dei Raptors, che diventa -97 quando è costretto ad accomodarsi in panchina. In gara-7, anche su una gamba sola, Embiid dovrà esserci a ogni costo.

Un ottimo Simmons e il problema falli tecnici di Embiid

L’altra grande notizia nella serata (quasi) perfetta per Philadelphia è la prova convincente di Ben Simmons, finalmente coinvolto dopo un paio di partite in ombra e una serie che ne ha messo in evidenza più i limiti dei punti di forza. L’australiano segna 21 punti con 9/13 dal campo (più di quanto raccolto in gara-4 e gara-5 messe assieme), otto rimbalzi, sei assist e zero palle perse. Un match da incorniciare per i Sixers, se non fosse per il fallo tecnico fischiato (e contestato) a Embiid che lo porta ancora più vicino a una squalifica che scatterà alla prossima violazione. L’altra nota dolente è la totale mancanza di alternative nel roster ogni volta che il lungo camerunense va a sedersi. Una pessima notizia considerando le precarie condizioni fisiche di Embiid: senza di lui, Boban Marjanovic e Greg Monroe hanno dimostrato la loro inadeguatezza (il secondo neanche schierato dopo i disastri delle due sfide precedenti), senza alcun tipo di soluzione neanche abbassando il quintetto. Un bel problema quando si tratta di fronteggiare un Kawhi Leonard così in forma: l’ex Spurs si ferma a un passo dai 30 punti, chiudendo con 29, 12 rimbalzi e cinque assist l’ottava gara consecutiva oltre quota 20 – pareggiato il record di franchigia detenuto da Vince Carter. Il nono ventello paradossalmente adesso diventa il più importante. Senza quello i Raptors non hanno futuro in questi playoff.