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NBA, Gallinari "il miglior giocatore dei Clippers": eppure potrebbe lasciare L.A.

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Lo scrive, in un lungo articolo che elogia la grande stagione dell'azzurro, il sito USA The Athletic. I Clippers devono disfarsi del suo contratto se vogliono offrire il massimo salariale a due free agent di primo piano, ma anche se ne inseguissero solo uno cedere l'azzurro potrebbe essere la soluzione migliore

GALLINARI: "ORGOGLIOSO DEI MIEI CLIPPERS"

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Su una cosa tutti sono d’accordo: quella appena andata in archivio è la miglior stagione della carriera NBA di Danilo Gallinari. Arriva – anche qui pochi dubbi – a ruota di quella che invece è facile considerare la sua peggiore (con l’eccezione dell’annata completamente persa nel 2013-14, in forza ai Denver Nuggets), dato che dodici mesi fa l’azzurro aveva potuto disputare in maglia Clippers solo 21 delle 82 partite in calendario. Quest’anno invece il “Gallo” ha mandato a referto 20 punti e 6 rimbalzi di media tanto in regular season che nei playoff, obiettivo centrato nonostante molti dubbi e poi onorato con un’ottima serie allungata a sei gare contro i campioni NBA in carica di Golden State. Un articolo apparso sul sito The Athletic si concentra proprio sulla stagione del n°8 agli ordini di coach Rivers con parecchie osservazioni interessanti, che ha senso riassumere per avere un bilancio generale dell’ultima annata del giocatore azzurro ma anche del futuro che lo attende. Detto delle cifre più immediate (le statistiche da boxscore), quello che colpisce di più – positivamente – nella stagione di Gallinari è il dato che riguarda la sua percentuale reale al tiro, ovvero quella percentuale che in maniera ponderata considera i tiri dal campo ma anche quelli da tre punti e ai liberi. L’azzurro dei Clippers ha chiuso la stagione con l’undicesimo miglior dato di tutta la NBA, il 63.3%: dei 10 giocatori davanti a lui, ben sette sono dei centri (naturalmente portati ad avere percentuali migliori, concludendo quasi sempre al ferro), mentre gli altri tre rispondono al nome di Giannis Antetokounmpo (forse l’MVP stagionale), Steph Curry (forse il miglior tiratore di tutti i tempi) e Joe Harris (altro grandi cecchino, dalle ottime percentuali dall’arco). Per dare un ulteriore senso al dato fatto registrare da Gallinari, arriva una interessante contestualizzazione storica: Dirk Nowitzki in carriera non è mai andato oltre il 61.2% di percentuale reale, dato toccato (al suo massimo in carriera) anche da una leggenda come Larry Bird. L’efficienza al tiro dell’ala dei Clippers lo colloca senza mezzi termini tra i migliori di sempre, soprattutto considerando il suo ruolo in campo.

I plus: l’efficienza offensiva, tanti punti con pochi tiri

La sua efficienza viene confermata da un altro dato molto indicativo: 32° nella NBA per media punti (un soffio sotto i 20, a quota 19.8, tirando soltanto 13 volte a sera), Gallinari vede soltanto un giocatore nella top 45 dei migliori realizzatori della lega ottenere la propria media punti utilizzando un numero minore di tiri (Pascal Siakam, dei Toronto Raptors: 16.9 punti a partita con 11.8 tiri). Il dato va letto e interpretato, perché il basso numero di tiri dal campo del “Gallo” è compensato dai suoi numerosi viaggi in lunetta, con 6 liberi tentati a partita, ma l’efficienza offensiva dell’azzurro non può essere messa in dubbio. Per questo e per altri motivi (compresa la capacità di restare in salute per tutto l’anno, con 68 gare su 82 regolarmente disputate), per The Athletic Gallinari ha disputato “la miglior stagione della sua carriera, la più completa”. E “un Gallinari sano – viene scritto – è un giocatore da All-Star sia come tiratore che come realizzatore […] Gli allenatori avversari non hanno idea di come poter difendere su di lui”, che “quest’anno è stato uno dei primi 30 giocatori della lega: riceverà alcuni voti che lo vorranno inserire nel terzo quintetto All-NBA – anche se sarà difficile che riesca a entrarci – ma considerati tutti i fattori, Gallinari è stato il miglior giocatore dei Clippers nel corso di tutta l’annata”. Un’opinione, si legge nell’articolo, supportata anche dal parere dello storico radio/telecronista dei Clippers, Ralph Lawler, che ha definito l’azzurro “il giocatore dei Clippers più sottovalutato da lui mai visto nei 40 anni passati con il club”.

I minus: il calo nei playoff

L’analisi del sito USA però continua evidenziando anche le ombre di una stagione sicuramente ottima. La prima ha a che vedere soltanto con il fattore anagrafico e medico: Gallinari compierà 31 anni ad agosto e la sua carriera (con l’eccezione della stagione appena terminata) non fa pensare che possa restare sano per 82 partite ogni anno da qui al termine della sua avventura nella NBA. In più, proprio il dato dell’efficienza offensiva – quello che lo ha premiato in stagione regolare – è lo stesso a sollevare qualche dubbio sul suo impatto a un livello di pallacanestro superiore come quello dei playoff, quando la sua percentuale reale è precipitata al 47.4% (rispetto al famoso 63.3%). Contro la difesa degli Warriors, pur rendendosi protagonisti di alcuni ottimi exploit realizzativi, Gallinari ha fatto molta più fatica e in una squadra che (senza Tobias Harris) chiedeva a lui e a Lou Williams (dalla panchina) di essere le prime opzioni offensive non sempre ha dimostrato di sentirsi completamente a suo agio nel ruolo. “Gallinari ha dimostrato che è contraria al suo stesso stile di gioco l’idea di forzare conclusioni in attacco, e che il farne a tutti i costi il go-to-guy, contro i migliori difensori avversari, può finire per allontanarlo dalla sua situazione ideale, che invece lo vede perfetto come terza opzione offensiva”, scrivono su The Athletic.

Il futuro (senza certezze)

Titolare di un ultimo anno di contratto all'interno di un accordo da 65 milioni di dollari per tre stagioni, l’ingombro salariale dell’azzurro potrebbe andar contro la volontà della dirigenza di L.A. di agire con grande aggressività sul mercato estivo dei free agent. “Il suo futuro è incerto”, si legge dalle fonti USA. “Se la franchigia vuole liberare spazio salariale per ambire a due giocatori da massimo contrattuale, devono assolutamente rinunciare a Gallinari […] che potrebbe essere ceduto attorno al Draft di fine giugno oppure quando inizia la free agency dal 1 luglio. Anche se però i Clippers dovessero mettere le mani su un solo free agent al massimo salariale, scambiare Gallinari potrebbe essere la decisione migliore per liberare ulteriore spazio, e mettere sotto contratto un giocatore più giovane o magari un pacchetto di più giocatori, visto che Gallinari avrà 31 anni in estate e comanderà un contratto costoso e a lungo termine. Come successo con [Tobias] Harris – più giovane di lui e forse anche più forte – i Clippers si comporterebbero saggiamente nello scambiare Gallinari per creare maggior flessibilità salariale”. Considerazioni che, se confermate nelle prossime settimane, potrebbero anche allontanare l'azzurro dalla città degli angeli, beffardamente dopo quella che va a libri come la sua miglior annata NBA.