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Mercato NBA, lo zio di Kawhi Leonard spiega il motivo dell'addio ai San Antonio Spurs

NBA

Dopo mesi di voci e speculazioni, il famoso "Uncle Dennis" ha svelato a Yahoo Sports il motivo dell’addio di suo nipote ai San Antonio Spurs, la sua reazione dopo aver saputo dello scambio con Toronto e come Kawhi sta vivendo questa stagione e la vigilia delle terze finali NBA in carriera

Gara-1 Toronto-Golden State in diretta streaming su skysport.it nella notte tra il 30 e il 31 maggio alle 3.00 con il commento di Flavio Tranquillo e Davide Pessina

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In questi ultimi otto anni ormai abbiamo capito che a Kawhi Leonard non piace particolarmente parlare. Per questo non c’è mai stata una vera e propria spiegazione del motivo per cui il numero 2 ha chiesto la cessione ai San Antonio Spurs circa un anno fa, rompendo in maniera sorprendente un rapporto che sembrava inscalfibile come era stato quello di Tim Duncan prima di lui. Ora invece una spiegazione è arrivata, e a darla è stato proprio “Uncle Dennis”, al secolo Dennis Robertson, lo zio di Kawhi che gestisce la carriera e il business del nipote tirando le fila dietro le quinte. Intervistato da Chris Haynes di Yahoo Sports alla vigilia delle terze finali della carriera del nipote, Uncle Dennis ha spiegato il motivo dell’addio alla franchigia texana: “Alla base di tutto c’è una mancanza di fiducia” ha rivelato. “Loro credevano che Kawhi fosse in condizione di giocare, e questo ha creato una mancanza di fiducia, portandoci a non credere più in loro. Ogni volta che un giocatore dice di non poter giocare, bisogna credergli. Per quale motivo Kawhi avrebbe dovuto smettere di giocare all’improvviso? È un agonista. A volte questi dottori delle squadre ti dicono cosa puoi o non puoi fare, e Kawhi aveva troppo dolore per scendere in campo. Il suo problema era serio. Loro non gli hanno creduto e dopo quello che è successo il rapporto non era più sanabile, e abbiamo deciso di voltare pagina”.

La reazione di Kawhi alla trade e il futuro in free agency

Leonard però aveva chiesto espressamente di essere scambiato ai Los Angeles Lakers (per poter tornare a casa) oppure a un’altra squadra di un grande mercato di suo gradimento. Gli Spurs, invece, hanno giustamente fatto i loro interessi e lo hanno ceduto ai Toronto Raptors in cambio di DeMar DeRozan e Jakob Poeltl, e Leonard non ne è rimasto contentissimo — come si intuisce dalle parole dello zio: “Quando vieni ceduto a una squadra che non avevi indicato, all’inizio non lo vuoi accettare” ha spiegato. “Ma una volta superato quel momento, l’obiettivo diventa dare il massimo e performare ad alto livello. Non ha nulla a che fare con la città di Toronto, che anzi è bellissima e Kawhi ne ha sempre parlato bene. È davvero un posto bellissimo. Era solo una reazione iniziale, che è normale. Ma ci stiamo godendo questa cavalcata e non vediamo l’ora di cominciare le finali”. Nonostante le parole di elogio per la città, lo zio di Kawhi non ha comunque dato indicazioni chiare su quali siano le intenzioni del nipote per il prossimo passo della sua carriera, quando deciderà la sua prossima destinazione dall’1 luglio in poi: “Non posso parlare per gli altri free agent, ma Kawhi affronta tutto un giorno e una partita alla volta” ha spiegato. “Abbiamo l’opportunità di vincere un titolo davanti a noi. Non possiamo pensare troppo in là, ci sono gli Warriors da affrontare. Una volta finita la stagione, penseremo alla free agency. Per il momento ci stiamo solo divertendo: è stato un grande anno”.

La vigilia delle Finals: "Sta giocando sul dolore, ma è pronto per questo momento"

È in qualche modo ironico che Kawhi Leonard, oggi, abbia trascinato i Toronto Raptors alle prime finali NBA nella storia della franchigia… giocando sopra un infortunio come si era rifiutato di fare con San Antonio. Lo stesso zio ha confermato che il nipote non è al 100% pur senza rivelare la natura del suo problema (dovrebbe trattarsi di un problema al tendine rotuleo), ma si è detto anche orgoglioso di quanto fatto fino ad adesso: “Se c’è qualcuno che poteva fare tutto questo, direi che è lui. E se c’era qualche dubbio che non fosse al 100% nell’ultima serie, anche se si vedeva chiaramente che stava giocando sul dolore, qualcuno avrebbe potuto pensare che non ce l’avrebbe fatta. Ma la sua intelligenza cestistica è superiore, ha trovato il modo di gestirla e adesso siamo contenti di dove ci troviamo”. Alla fine, lo zio Dennis non si è fatto mancare neanche una frecciatina: “Siamo una famiglia umile che si gode il momento: altri la vedrebbero come una rivincita, ma non la voglio vivere così. È stato comunque bello tenere la bocca chiusa e lasciare che le cose seguissero il loro corso. E quello che ha fatto Kawhi, dopo tutta la stampa negativa che ha ricevuto, è stato straordinario. Arrivare alle Finals è straordinario, specialmente per una squadra che non ci era mai stata. Ne siamo davvero molto contenti, specialmente dopo quello che abbiamo affrontato lo scorso anno. Il lavoro che ha fatto lo ha preparato per questo momento. Il modo in cui ha gestito tutto quello che è successo dentro e fuori dal campo gli ha fatto meritare questa opportunità: si è guadagnato ogni minuto di tutto questo”.