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NBA, Ben Simmons e un rebus chiamato tiro: "Accetto le critiche, amo stare a Philadelphia"

NBA

In estate ha ritrovato l'amore per il gioco, rinunciando ai Mondiali con la sua Australia e chiudendosi in palestra a lavorare sul tiro da fuori. "Se è libero deve tirare", il diktat di coach Brett Brown

PHILADELPHIA PROMETTE AMORE ETERNO A BEN SIMMONS

L’estensione contrattuale firmata in estate (5 anni, 170 milioni di dollari) fa di Ben Simmons uno dei punti fermi dei Philadelphia 76ers di oggi e di domani. La sua rinuncia a partecipare ai Mondiali con la nazionale australiana per dedicarsi al lavoro in palestra, per allenarsi sulle sue mancanze, fa del n°25 di coach Brett Brown il giocatore forse più atteso in casa Sixers al via della nuova stagione. E quando si parla di miglioramenti, con Ben Simmons, si parla di tiro da fuori: “Ci ho lavorato tanto in estate – rivela – ma ovviamente per vedere miglioramenti ci vuole tempo, i risultati non si possono vedere immediatamente: non funziona così”. Qualcosa però deve cambiare, in fretta, perché l’ex prodotto di LSU deve ancora segnare un singolo tiro da tre nella sua carriera NBA (è 0/18) e l’assenza quasi totale di pericolosità dal perimetro ha influito fortemente sul suo rendimento, soprattutto negli ultimi playoff: “Non è facile non sentire le critiche, ignorare quello che la gente dice: a volte ho ascoltato troppo pareri e critiche esterne, che se non sono pensate per essere costruttive si limitano ad aumentare il grado di negatività attorno a me”. E le critiche a Simmons non sono mancate. Dopo gara-1 del primo turno di playoff contro Brooklyn, ad esempio, chiusa con soli 9 punti e 1/5 ai liberi. “Se devono fischiare allora possono anche tifare direttamente per i nostri avversari”, la piccata reazione di Simmons al tempo. “Quelle critiche però mi hanno stimolato”, ammette oggi, e infatti in gara-2 la reazione è arrivata sul campo, non a parole (tripla doppia con 18 punti, 12 assist e 10 rimbalzi). “In estate ho ritrovato l’amore per il gioco, la gioia di andare in palestra solo per il gusto di giocare lasciando fuori tutto il resto. I risultati sono arrivati, per cui non vedo l’ora che la stagione inizi”.

Simmons: “Non vorrei essere da nessuna altra parte”

Il primo a voler vedere quei risultati è il suo allenatore ai 76ers Brett Brown, a partire dai miglioramenti al tiro: “La sua ritrosia a tirare non sarà comunque mai l’aspetto del gioco che lo definisce – l’opinione di Brown – ma per me tutto inizia con la sua disponibilità e la volontà a farlo. Non gli chiederemo di diventare il nostro tiratore da tre, ma quando la conclusione c’è, voglio che se la prenda”. L’allenatore di Phila scende anche nel dettaglio di come la scarsa pericolosità al tiro del suo giocatore finisca per condizionare l’intero game plan: “Le regole difensive cambiano quando sei costretto a marcare un giocatore. Il santo Graal in questo sport è evitare le rotazioni: se su un pick and roll le difese devono uscire su Ben perché temono il suo tiro allora i nostri rollanti hanno più spazio per tagliare e anche Joel [Embiid] non trova il centro area sempre affollatissimo”. Simmons è il primo a sapere di dover migliorare, anche per evitare nuove critiche dopo quelle piovutegli addosso dopo la serie persa dai Sixers con i Raptors, chiusa prendendosi meno di 9 tiri a partita, spesso estraniato dall’attacco e mai pericoloso (un solo libero realizzato in tutta la serie): “Se arriveranno altre critiche penso di sapere come gestirle – dice oggi lui – ma amo giocare a Philadelphia, non vorrei essere da nessuna altra parte”. E per i prossimi 5 anni, se non cambiano le cose, non lo sarà.