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New Orleans Pelicans, Nicolò Melli: "Per colpa della NBA, niente viaggio di nozze"

NBA

Sorridente e raggiante il giocatore azzurro alla prima esperienza in carriera in NBA. Un Melli spigliato e ironico ai microfoni del media day dei Pelicans, consapevole di avere una grande occasione: "Ho rinunciato a una chiamata qualche anno fa, adesso non potevo dire di no"

“Ho rifiutato la NBA qualche anno fa. Questa volta invece è stato davvero troppo facile dire di sì. Ho pensato che fosse finalmente arrivato il momento giusto per vivere un’esperienza del genere. Questa è la soluzione ideale per iniziare un percorso nella Lega. I Pelicans sono una squadra piena di ambizioni e io non potevo rinunciare a un’occasione simile”. Sorride Nicolò Melli, al primo media day della sua carriera e uno dei tanti volti nuovi a New Orleans - in una squadra che in pochi mesi è passata dalla disperazione per l’addio imminente di Anthony Davis all’euforia dovuta all’arrivo di Zion Williamson e di un gruppo giovane di enorme prospettiva: “Non seguo molto il college, ma tutti parlano di lui - racconta Melli, dettagliando riguardo le prime impressioni su Zion - Ho visto alcune partite, ha un sacco di pressione sulle sue spalle e il mondo che lo osserva. Ancora non ha giocato una partita da professionista: non mettiamogli più pressione di quanta non ne abbia. Deve godersi il gioco e la sua carriera, che sarà certamente la migliore possibile. La speranza è che riesca a gestire tutto questo e sapere che la priorità della sua vita deve essere sempre la pallacanestro. Ha tutto per diventare il migliore al mondo”. Melli invece ha fatto un bel po’ di sacrifici per presentarsi in forma perfetta al training camp: “Mi sono sposato durante la off-season, ma non ho fatto il viaggio di nozze per prepararmi al meglio a questa sfida”, racconta ai giornalisti, che gli chiedono come ha gestito la cosa: “Meglio non parlarne - sorride - mi toccherà rifarmi con gli interessi la prossima estate”. Uno spirito e una gioia dimostrati anche quando gli viene chiesto delle differenze rispetto al basket europeo nel quale è cresciuto: “La linea da tre punti è più lontana. Me ne sono accorto perché dopo i primi tre tiri in allenamento arrivavo corto e la palla si fermava bene prima del ferro. Scherzi a parte, ci sono i migliori al mondo qui. È quella la più grande delle sfide da affrontare”.