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NBA, Kings vs. Pacers: perché i primi India Games sono stati un successo non solo in campo

NBA

Lo spettacolo in campo non è mancato (Pacers vincenti sui Kings nel primo match solo in overtime) ma è quello che è successo ai margini dell'incontro a dare una valenza storica ai primi NBA India Games di sempre

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Non è stato solo lo spettacolo offerto in campo dalle due squadre — Pacers vincenti soltanto in overtime in gara-1, 132-131, dopo una partita dalle mille emozioni, in attesa che Indiana e Sacramento si ripresentino in campo per una giusta rivincita: a sancire il successo dei primi NBA India Games (prime sfide di sempre in India con protagoniste squadre di una lega sportiva americana) è stato soprattutto il contorno, assicurato dai grandi sforzi sostenuti dalla lega di Adam Silver a braccetto con Vivek Ranadivé (proprietario indiano dei Sacramento Kings) e le istituzioni locali. Certo, l’NCSI Dome di Mumbai non può sicuramente essere paragonato a un’arena NBA — il tutto esaurito ha fatto contare solo 4.660 spettatori, 3.000 dei quali però ragazzi e ragazze di oltre 70 scuole coinvolte nel programma Reliance Foundation Jr. NBA che la lega ha sviluppato sul territorio indiano — ma l’entusiasmo del pubblico e la risposta di un intero Paese hanno come stimolato incoraggianti prospettive future. “La mia speranza è che nel giro di 5 anni si possa dare il via a una lega di basket professionistica sul territorio, magari potendo contare sul primo giocatore indiano nella NBA”, sono state le parole del commissioner della lega Adam Silver, che intanto il prossimo anno inaugurerà la Basketball Africa League, che potrebbe diventare il modello da seguire per un’analoga operazione sul mercato indiano. Ovviamente non mancano le problematiche, a partire da quelle che spesso ancora frenano un eventuale sviluppo anche in Europa: le infrastrutture, prime fra tutte le arene. “Per giocare qui abbiamo dovuto portare noi campo, schermi led, tabellone, sedute, luci, montare spogliatoi. Il tutto per esibirci in un’arena ovviamente piccolissimo per quelli che sono gli standard NBA. Mi sono incontrato con diversi imprenditori locali, in questi giorni: arriverà il giorno in cui anche l’India avrà strutture all’avanguardia. Ne abbiamo bisogno se vogliamo portare la NBA ancora qui”. Un messaggio subito recepito dal proprietario dei Kings Vivek Ranadivé, per il quale vedere i suoi Kings affrontare i Pacers nel suo Paese ha significato allo stesso tempo orgoglio e spinta a fare ancora di più: “Non dico che il basket supererà il cricket, ma nei prossimi 10 anni potrebbe arrivare a eguagliarne la popolarità, magari proprio grazie a una lega professionistica di cui ho già parlato con il nostro primo ministro”.

NBA & India: un amore pronto a sbocciare

Ogni anno in India vengono trasmesse in tv oltre 300 partite NBA (85 delle quali con commento in hindi) e sul continente sono presenti 30 scuole di pallacanestro direttamente operate dalla NBA in 6 città diverse, destinate a ragazzi e ragazze dai 6 ai 18 anni. Proprio Mumbai — dove Kings e Pacers hanno dato spettacolo nei primi NBA India Games della storia — fin dal 2011 ha sede uno dei 12 uffici NBA sparsi per il mondo, a testimonianza dell’interesse per un mercato enorme di 1.3 miliardi di persone sempre più innamorato del basket targato NBA, come dimostrano gli oltre 3 milioni di fan sulla pagina Facebook indiana della lega di Adam Silver.