La lite dopo la sconfitta degli Warriors allo Staples Center contro i Clippers - con lo scontro in panchina tra i due - aveva portato alla squalifica di Green, che oggi ammette: "Avevo torto. Ho capito che gli avevo fatto del male. Che avevo perso la sua fiducia". Ecco come ha rimediato
È passato quasi un anno, e finalmente Draymond Green sceglie di aprirsi e raccontare il suo punto di vista su uno dei momenti più discussi (e controversi) della passata stagione – la lite in panchina con Kevin Durant nei momenti conclusivi della gara (persa) contro i Clippers allo Staples Center da parte dei suoi Warriors. Scambio di vedute accesso, ripreso dalle telecamere, dopo che la decisione di non passare l’ultimo pallone da parte di Green aveva fatto infuriare Durant. Persa la partita, perse anche le staffe in panchina, al punto che l’organizzazione il giorno seguente sceglie di squalificare per una gara (senza paga) Draymond Green: “Quello è il momento in cui nella mia testa mi sono detto: ‘Wow, Bob Myers [il gm di Golden State] ce l’ha con me. La gente ha iniziato a dire che i Golden State Warriors avevano preso le parti di Kevin Durant, e non le mie, e io mi sono chiesto se Bob fosse ancora la persona che avevo conosciuto in tutti questi anni o se invece incominciasse ad avercela su con me. Questa è stata la parte più dura – ha raccontato Green in un podcast tenuto dal giornalista di ESPN Adrian Wojnarowski – perché sono in tanti quelli che non mi capiscono, ma Bob invece lo ha sempre fatto”. Alla richiesta – da parte della società – di scusarsi con Durant, la prima, orgogliosa reazione di Green è stata un secco no. “Non volevo scusarmi perché mi chiedevano loro di farlo, ma solo quando avessi capito di aver sbagliato. E ho sbagliato. Ero io quello in torto. Quando ho superato la mia testardaggine e ho accettato di aver torto mi sono sentito pronto a lasciarmi alle spalle quanto accaduto e ad andare avanti”. Anche se le conseguenze non erano di poco conto. “Pensavo di aver perso la fiducia di Durant. Come avrei potuto fare per riguadagnarmela? Perché io a Kevin volevo e voglio davvero bene. Per me lui è come un fratello. Il fatto di non sapere come si sarebbe sviluppato il nostro rapporto mi dava molto fastidio. Vedevo nel suo volto un’espressione che non avevo mai visto: gli avevo fatto del male. Come potevo rimediare?”. Solo allora è arrivato il chiarimento tra i due, che ha poi permesso alla loro amicizia di continuare nonostante tutto. Nonostante anche le ultime parole pronunciate da Kevin Durant – ormai ai Brooklyn Nets – ai microfoni del Wall Street Journal: “Quando ho letto che ha detto di non essersi sentito davvero uno di noi, di non far parte del nostro gruppo, di sentirsi diverso… beh, quello mi ha dato fastidio. Perché lui era uno di noi”.
Bob Myers: “Green e Durant saranno amici per tutta la loro vita”
E sul rapporto – molto forte – tra i due, arriva anche la conferma da parte proprio di Bob Myers: “Quello che la gente non poteva vedere è come Kevin e Draymond fossero forse i migliori amici in squadra. La loro amicizia è qualcosa che durerà per tutta la vita. Dopo aver sospeso Green, l’unica cosa che mi permetteva di prender sonno la notte era la convinzione di aver fatto la cosa giusta. Avrei potuto gestire meglio l’incidente?”, si chiede il gm degli Warriors. “Non dopo, quello no, ma forse prima, facendo in modo che si conoscessero meglio, che si capissero da subito”. Il passato è passato, e come tale non può essere cambiato: ma è nel futuro che una lezione del genere può essere utile a tutti: per migliorare e impedire che accada nuovamente.