Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, LeBron James: “Quella con i Clippers non è una rivalità, siamo lontani dal 100%”

NBA

Le parole del n°23 dei Lakers, al rientro sul parquet dopo oltre sei mesi e al termine di una gara in cui i gialloviola hanno mostrato limiti e aspetti su cui lavorare: “È soltanto la prima, non possiamo subire 40 punti in un quarto”

 

Negli ultimi 15 anni non era mai rimasto così a lungo lontano dal parquet. Così tanti mesi senza giocare una partita NBA e, anche soltanto per questo motivo, l’attesa per rivedere in azione LeBron James era elevata da parte di tifosi, media e appassionati. I temi nel primo derby stagionale tra Clippers e Lakers non sono mancati, in un testa a testa che a L.A. sperano di poter rivedere più volte nel corso della stagione. Una sfida intrigante, certo, ma non una rivalità, almeno stando alle parole del n°23 gialloviola: “È la prima partita dell’anno. La NBA è tornata e so bene che tutti vogliono costruire una narrativa sul nostro scontro con i Clippers. Entrambe le squadre però non sono al punto in cui vorrebbero essere: abbiamo cambiato molto, tanti giocatori nuovi sono arrivati e noi stiamo anche assimilando un sistema di gioco diverso rispetto al passato. Ci vorrà del tempo per vedere la squadra realmente pronta sul parquet. Quella con i Clippers non è una rivalità”. Una stoccata finale (il 102-53 di record in favore dei Lakers è lì a testimoniarlo), nella risposta più ripresa dell’intervista rilasciata nello spogliatoio al termine di una gara da 18 punti, nove ribalzi, otto assist e cinque palle perse. “Sono entusiasta per il mio ritorno in campo. Certo, soprattutto all’inizio ero un po’ arrugginito, nel tiro dalla lunga distanza e nelle situazioni di gioco che da così tanto tempo non mi ritrovavo ad affrontare”, ammette James ripensando ai tentativi sbagliati dall’arco (1/5 complessivo) e a una sfida sfuggita di mano anche per mancanza di alternative. L’highlights della sua serata arriva nella metà campo difensiva: cinque minuti al termine del terzo quarto, Lakers sotto di 11 lunghezze e James in recupero sulla transizione Clippers prima stoppa al tabellone Landry Shamet (la specialità della casa) e poi subisce sfondamento recuperando il pallone. Un sussulto d’orgoglio, che lancia un 15-0 di parziale in favore di Lakers che illude, ma non ribalta le sorti del primo derby stagionale.

Pochi pick&roll con Davis e tanti isolamenti per i Lakers

Una partenza a razzo che in parte ha illuso i Lakers, prima del prepotente ritorno nella sfida da parte dei Clippers - guidati da un Leonard da 30 punti: “Il secondo quarto è stato un duro colpo per noi. Sembra scontato dirlo, ma incassare 40 punti in una sola frazione è davvero troppo. Non ci siamo presi cura del pallone, io per primo ne ho persi diversi e i nostri avversari sono stati molto abili a capitalizzare da quelle situazioni di gioco”. Problemi a protezione del ferro che nascono da un attacco non sempre in equilibrio. La qualità dei tiri però “è rimasta alta” (LeBron come al solito ne cita diversi, dimostrando ancora una volta di aver registrato nella sua mente ogni singolo possesso del match), ma purtroppo, soprattutto quando si trattava di ritornare definitivamente in corsa nel finale, non sono andati dentro. A pesare è stata la mancanza di energie nell’ultimo quarto, quando i Clippers hanno sfruttato la qualità tecnica di una panchina che ha segnato ben 60 punti, a differenza dei soli 19 raccolti dai gialloviola a gara in corso - emblematiche le cifre di Dudley: 13 minuti in campo, -20 di plus/minus. Un attacco non sempre fluido quello dei Lakers, che ha giocato soltanto sei pick&roll tra LeBron James e Anthony Davis (l’arma letale da cavalcare in questa stagione), privilegiando il pallone in post e più in generale le giocate in isolamento. Danny Green invece è la nota positiva: campione NBA in carica non per caso, ha chiuso con 28 punti (miglior esordio di sempre con la maglia dei Lakers, superati i 27 di Jabbar) e soprattutto realizzato sette triple. Cinque sono arrivate nel solo terzo quarto: la scorsa stagione i gialloviola hanno dovuto aspettare il 19 marzo per trovare un giocatore in grado di metterne a segno così tante in una singola frazione. Quest’anno invece si spera che le cose siano cambiate anche sotto questo aspetto.