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NBA, Kawhi Leonard: il padrone dei quarti quarti (e di tutta la NBA)

NBA

Le prime 5 gare del nuovo acquisto estivo dei Clippers confermano tutte le aspettative sviluppate sul suo trasferimento estivo: Leonard ha dati eccellenti tanto in attacco (nella élite NBA per isolamenti e post up, miglioratissimo come passatore) quanto in difesa, da sempre un suo punto di forza. Progressi che spaventano il resto della lega

È stato il colpo dell’estate, è – inevitabilmente – il giocatore più atteso di questo avvio di stagione. Bene, Kawhi Leonard non sta facendo nulla per deludere le attese. Con lui in campo i Clippers hanno vinto cinque gare e ne hanno persa una sola (la seconda, nello Utah, non lo ha visto in campo, tenuto precauzionalmente a riposo) ma il dominio dell’ultimo MVP delle finali NBA è ancora più lampante vedendolo giocare e analizzando alcuni dati relativi al suo impiego in campo. Il suo stile di gioco, anche ai Clippers, non sembra essere cambiato molto da quello ammirato nella sua unica stagione – vincente – a Toronto (anche se bisognerà vedere se andrà a modificarsi una volta che l’altra superstar della squadra, Paul George, farà il suo debutto stagionale). Isolamenti e situazioni di post-up, dove può far valere la sua impressionante forza fisica, sono sempre stati la dieta principale del suo gioco, e anche in California l’assunto viene più che confermato in questo avvio di stagione. Solo Derrick Rose fa meglio di lui in tutta la lega per efficienza nei possessi giocati in isolamento: la point guard dei Pistons produce 1.6 punti per possesso (ne ha giocati 10), mentre Leonard lo insegue (a pari merito con Donovan Mitchell) a quota 1.25, su un quantitativo maggiore di possessi (16). Anche se quelli in isolamento non sono neppure il 10% dei suoi possessi offensivi (mentre per Harden la percentuale avvicina il 41% e per LeBron James il 27%), il n°2 dei Clippers è il go-to-guy designato di coach Rivers quando c’è da trovare due punti, insieme ovviamente alla mano sempre calda di Lou Williams. In post-up le cifre sono soltanto un filo inferiori, ma proiettano sempre Leonard nell’élite della lega: solo 7 giocatori fanno meglio di lui, che ricava 1.077 punti per ogni possesso speso in post. Come ha dimostrato poi perfettamente la gara contro gli Utah Jazz, Leonard è il punto di riferimento dei nuovi Clippers quando le partite si decidono: nel quarto quarto finora nessuno fa meglio di lui, che segna 12.6 punti di media nell’ultimo periodo, piazzandosi sul gradino più alto di un ideale podio che vede Damian Lillard sul secondo gradino e James Harden sul terzo.

Two-way player: quanto incide anche in difesa

Dell’ex giocatore di Spurs e Raptors, poi, si è sempre lodata la sua doppia dimensione, quella capacità cioè di essere determinante non solo in attacco ma anche, se non addirittura di più, in difesa. Se Leonard ha iniziato la sua avventura a L.A. segnando 29.4 punti a partita (quarto miglior marcatore di tutta la lega), ottenuti tirando il 50% dal campo e il 40% da tre, il suo nome spunta anche tra quelli in classifica nei recuperi difensivi (è quarto, con 2.33 a sera) e nelle palle sporcate (ottavo con 3.7 a partita) ma i dati più impressionanti riguardanti il suo impatto sulla metà campo dietro sono quelli che evidenziano l’efficienza difensiva di squadra con lui in campo o con lui fuori. I Clippers con Leonard difatti concedono soltanto 97.9 punti su 100 possessi (sarebbe il terzo miglior dato di squadra dell’intera NBA) mentre con lui a riposo il dato sale vertiginosamente a 111.9 (27° su 30, se comparato a quelli delle altre squadre). Ancora: con lui in campo L.A. produce il proprio miglior net rating, ovvero la differenza tra efficienza offensiva e difensiva (+18.2, visto che l’attacco con lui in campo produce oltre 116 punti per 100 possessi) mentre con lui fuori il dato è il peggiore di squadra (-9.3).

Il miglioramento più evidente: le letture di gioco

Se un giocatore già capace di vincere tutto – titolo e premio di MVP delle finali – migliora ancora in estate, per il resto della lega c’è poco da star tranquilli. È quello che sembra aver fatto Kawhi Leonard almeno dalle prime indicazioni di questo avvio di stagione: la lettura del gioco e la capacità di trovare al momento giusto i compagni giusti con il passaggio sono sempre sembrati il limite più evidente del suo gioco. Ai Clippers non se ne sono ancora accorti, anzi. Leonard ha già stabilito-infranto-e-poi-stabilito ancora il suo record personale per assist su singola partita (9 contro Golden State, poi 10 nella gara successiva contro Phoenix) e la sua media stagionale (5.7) è di gran lunga superiore al miglior dato mai prodotto in carriera (3.5 nell’ultimo anno completo a San Antonio). Ai Clippers oggi è lui il miglior passatore di squadra (ne distribuisce uno in più a sera di Lou Williams) e anche il giocatore con la miglior percentuale di assist: quando lui in campo degli assist prodotti dai Clippers il 35% appartiene a Kawhi Leonard. MVP delle scorse finali e – se questi dati verranno confermati con l’andare della stagione – possibile MVP della stagione 2019-20.