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Porzingis torna a New York da avversario dei Knicks: la sfida è su Sky Sport NBA

NBA
NEW YORK, NY - JANUARY 02: (EDITORS NOTE: This image has been converted to black and white) Kristaps Porzingis #6 of the New York Knicks during a timeout in the game against the San Antonio Spurs at Madison Square Garden on January 02, 2018 in New York City. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Matteo Marchi/Getty Images)

Dopo il complicato addio della passata stagione, il n°6 dei Mavericks giocherà per la prima volta contro i "suoi" Knicks al Madison Square Garden. Un ritorno atteso dai tifosi delusi e pronti a fischiarlo - proprio come accadde sempre a New York il giorno del Draft 2015 (un match da seguire in diretta alle 2 su Sky Sport NBA e in replica con commento di Flavio Tranquillo e Matteo Soragna)

Aver già giocato qualche giorno fa la sua prima gara ufficiale da avversario dei Knicks serve a poco: l’emozione di affrontarli al Madison Square Garden sarà certamente diversa. Lo sa bene Kristaps Porzinigis, che nel primo episodio stagionale contro New York ha chiuso con 28 punti a referto, ma non è riuscito a trascinare Dallas al successo. Una sfida piena di significati, in cui dovrà cercare di dimenticarsi il più possibile del contesto. “Lasciati coinvolgere dal gioco e dai compagni, non fermarti a pensare all’avversario”: questo il consiglio di coach Carlisle, consapevole del fatto che tutta New York avrà occhi solo per il lungo lettone sul parquet. Porzingis infatti ha giocato quattro anni con i Knicks - due e mezzo trascorsi in campo, prima che a causa degli infortuni tutto iniziasse a complicarsi: il suo contributo alla squadra - diventato nullo a causa della prolungata assenza e di un ginocchio complicato da rimettere a posto - e il rapporto con la dirigenza, che la scorsa stagione ha iniziato a progettare un futuro senza di lui. Un piano che ha fatto precipitare la situazione fino alla trade conclusa in poche ore con Dallas a fine gennaio: ai Mavericks è arrivato il talento ideale da affiancare a Luka Doncic, ai Knicks era potenzialmente rimasto a disposizione lo spazio per mettere sotto contratto tanti ambiti free agent in estate. Durant, Irving e tutti gli altri però hanno preferito altre franchigie, condannando i Knicks a riempire il salary cap con giocatori di secondo piano, spendere 77 milioni di dollari e ritrovarsi con una squadra che non è in grado di andare oltre le due vittorie a fronte di ben nove sconfitte stagionali. Colpa della dirigenza, certo, ma secondo i tifosi anche di chi ha deciso di abbandonare la nave lo scorso anno.

Porzingis: “Mi fischieranno, ma sarà lo stesso una gara speciale”

In attesa di verificarlo in prima persona, Porzinigis è sicuro di conoscere quale sarà l’accoglienza del pubblico di New York: “Stando a quello che scrivono sui social network, non ci sono dubbi sul fatto che verrò sommerso dai fischi. Vedremo come andranno le cose: di certo sarò molto emozionato e non potrebbe essere altrimenti. Sono felice di giocare un match così stimolante, anche perché scendere sul parquet al Garden è sempre qualcosa di speciale. Stavolta però sarà diverso, non posso negarlo”. I tifosi dei Knicks in fondo, lo hanno già fischiato una volta: al Draft del 2015, quando New York lo scelse al posto di puntare su prospetti collegiali maggiormente noti ai tifosi della Grande Mela. Un errore di valutazione da parte degli appassionati dei Knicks - non il primo, in realtà - che presto capirono il valore del lungo lettone rendendolo a tutti gli effetti il volto della franchigia negli ultimi anni. Almeno fino alla disastrosa separazione. Anche per quello, meglio non ritornare a commentare quanto successo in quelle ore convulse (“Ormai è passato, sono a Dallas e penso soltanto a questo”), soffermandosi però sulle vicissitudini che i Knicks stanno attraversando in questo avvio di stagione: “Quando giocavo a New York, le aspettative sono sempre state molto alte. È una città che ha fame di successo e per la squadra, i tifosi e l’organizzazione vivere anni così è difficile da accettare. Se le cose non vanno per il verso giusto, c’è bisogno di cambiare, ma anche quest’anno non sembrano in grado di invertire la rotta”. Al massimo dovranno accontentarsi di una piccola soddisfazione: quella di farlo uscire dal Madison Square Garden ancora una volta sconfitto.