
NBA, risultati della notte: Doncic accende Dallas, Gallinari vince il derby con Belinelli
Luka Doncic segna 15 dei suoi 31 punti nel quarto finale, spazzando via i Brooklyn Nets. Oklahoma City sbanca San Antonio nel derby italiano: 13 punti per Gallinari, Belinelli non entrato. La difesa di Miami batte quella di Toronto, Denver si gode il talento di Porter Jr. Tutti i risultati e gli highlights della notte

DALLAS MAVERICKS-BROOKLYN NETS 123-111 | Luka Doncic è ancora una volta il protagonista del successo dei Dallas Mavericks, arrivato questa volta contro i Nets sempre più orfani dei loro All-Star. Una partita vinta dai padroni di casa nonostante le assenze di Kristaps Porzingis e Tim Hardaway Jr., rimpiazzati al meglio quando si è trattato di far canestro da Seth Curry (25 punti, 9/13 dal campo, 5/5 dall’arco, decisivo nei momenti in cui Doncic ha riposato) e Maxi Kleber (18 punti, nuovo massimo in carriera)
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Il numero 77 sloveno invece sale in cattedra quando conta di più: 15 dei suoi 31 punti arrivano nel quarto periodo, decisivi nel parziale da 13-4 che a metà dell’ultima frazione spacca definitivamente in due la partita in favore di Dallas. Doncic aggiunge al suo boxscore anche 13 rimbalzi e 7 assist, continuando a mettere insieme prestazioni da 30-10-5 come mai accaduto prima per un giocatore di soli 20 anni (sono già 13 in poco più di 100 gare in carriera)
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Il miglior realizzatore in casa Nets invece è Spencer Dinwiddie: 19 punti e 5 assist in 23 minuti di gioco. DeAndre Jordan gioca la sua quarta partita da titolare in stagione, piazzando una doppia doppia da 10+10 contro la sua ex squadra - uno dei sette giocatori in doppia cifra che non è riuscito a evitare il quarto ko in fila per Brooklyn. L’unica notizia positiva della serata è il ritorno in gruppo nelle prossime ore di Caris LeVert: arrivano i rinforzi per un gruppo che ha bisogno di recuperare il prima possibile gli infortunati

SAN ANTONIO SPURS-OKLAHOMA CITY THUNDER 103-109 | Vincono ancora gli Oklahoma City Thunder che sfatano il tabù San Antonio - non conquistavano un successo all’AT&T Center dal Natale 2014 - e confermano l’ottimo momento di forma di un gruppo che, strada facendo, ha scoperto di essere competitivo nella corsa playoff. Merito dei 25 punti di Shai Gilgeous-Alexander e del solito finale da protagonista di Chris Paul: 10 dei 16 punti di CP3 arrivano nell’ultimo quarto, decisivi nel parziale da 18-9 che riporta avanti OKC a pochi minuti dal termine
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Danilo Gallinari chiude con 13 punti una gara imprecisa al tiro (5/15 complessivo), tre triple, cinque rimbalzi e due assist. Per i Thunder è il quarto successo in fila, l’ottavo nelle ultima nove, quello che permette a OKC di consolidare il settimo posto a Ovest, tenendo a quattro partite di distanza gli Spurs ottavi
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Niente derby italiano sul parquet per Marco Belinelli, tenuto fuori da coach Popovich per 48 minuti e rimasto a guardare i suoi incassare l’ennesima sconfitta di una stagione in altalena. Agli Spurs non bastano i 30 punti di DeRozan e i 22 dì Aldridge, che combinano per ben 5 canestri dalla lunga distanza, ma non riesco a incidere nel momento cruciale della sfida

MIAMI HEAT-TORONTO RAPTORS 84-76 | Altra super prestazione degli Heat - questa volta soprattutto a protezione del ferro - nel successo sofferto e meritato conquistato contro Toronto. Soltanto 76 punti concessi, il minimo segnato dai canadesi negli ultimi quattro anni e seconda peggior prestazione stagionale in tutta la NBA. È quella la chiave del secondo successo di questa annata arrivato contro i Raptors, a conferma della capacità di reazione di una squadra che in regular season ha sempre vinto dopo aver incassato una sconfitta (9-0 il record degli Heat, unici assieme ai Bucks a non aver subito due ko in fila in questa prima parte di stagione)
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A Miami non serve nessuna grande prestazione realizzativa per raccogliere il 16° sigillo all’American Airlines Arena in 17 gara giocate in casa: Bam Adebayo è il migliore dei suoi con 15 punti e 14 rimbalzi, uno dei quattro giocatori in doppia cifra alla sirena finale. Jimmy Butler tira poco e sbaglia tanto, raccogliendo soltanto 8 punti, conditi con 7 assist e 12 rimbalzi in un match in cui la chiave è Kendrick Nunn: con lui sul parquet gli Heat controllano agevolmente la sfida (+18 di plus/minus), nonostante siano soltanto 7 i suoi punti a referto (con 9 assist e 4 rimbalzi)

Partita da dimenticare a livello offensivo per i Raptors, ancora fortemente rimaneggiati a causa delle assenze dei vari Siakam, Gasol e Powell, incapaci di andare oltre un misero 31.5% dal campo e chiudendo la sfida con sole 6 triple a segno su ben 42 tentativi (14.3% di squadra). L’unico a salvarsi è Serge Ibaka, che ne mette 19 con 21 tiri e aggiunge 10 rimbalzi al suo tabellino. Kyle Lowry invece, come buona parte dei nove giocatori di Toronto scesi in campo, ha più tentativi che punti: 16 tiri, 15 punti; proporzione ben più accettabile rispetto a quella di uno spaesato Fred VanVleet da 3/16 dal campo e 1/11 dall’arco. Sette punti troppo brutti per essere veri, proprio come i campioni NBA in carica che sperano di lasciarsi alle spalle il prima possibile questa gara

INDIANA PACERS-DENVER NUGGETS 116-124 | Pesante vittoria in rimonta dei Nuggets a Indianapolis, recuperando 14 lunghezze di svantaggio nel primo tempo e prendendo il controllo della sfida nel secondo. Con Nikola Jokic frenato dai problemi di falli nel primo tempo, gli ospiti sono riusciti a rimanere in partita grazie ai 22 punti di Jamal Murray e i 16 con 10 rimbalzi e 5 assist di Will Barton, con il centro serbo che ha poi realizzato 12 dei suoi 22 punti nella frazione finale per chiudere i conti
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Il grande protagonista in casa Nuggets è però Michael Porter Jr., che nella sua città di casa ha messo assieme la miglior prestazione della sua giovane carriera: 25 punti, 11/12 al tiro, 2/3 da tre punti, 5 rimbalzi e un assist molto importante per l’esito della sfida. “È stato bello, ho messo i miei tiri e fatto i movimenti che mi riescono naturali, perciò mi sono sentito bene” ha detto Porter, la cui prima apparizione al Bankers Life Fieldhouse risale a quando frequentava la quarta elementare

Ai Pacers non è servito il massimo stagionale da 30 punti di Jeremy Lamb per evitare la quarta sconfitta nelle ultime sei, sprecando un primo tempo passato tutto in controllo. Domantas Sabonis ha mancato ancora una volta l’appuntamento con la prima tripla doppia in carriera (18 punti, 9 rimbalzi, 9 assist) e in generale ai Pacers è mancato un “closer”, visto che neanche i 20 punti di TJ Warren e i 21 di Myles Turner hanno sopperito alle assenze di Malcolm Brogdon e Victor Oladipo

MINNESOTA TIMBERWOLVES-GOLDEN STATE WARRIORS 99-84 | Timberwolves e Warriors hanno in comune lo stesso destino: quello di dover fare a meno dei propri giocatori migliori. Con le sole assenze da una parte e dall’altra ci si può costruire un quintetto da All-Star Game (D’Angelo Russell, Steph Curry, Klay Thompson, Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns), e per questo i protagonisti in campo sono stati giocatori che normalmente sono di contorno. È il caso di Shabazz Napier, autore di 20 punti per la terza partita consecutiva, e Robert Covington, anche lui a quota 20 per propiziare la vittoria dei suoi, a cui si aggiungono i 13 di Naz Reid e i 12 di Kelan Martin nella miglior prestazione stagionale in difesa
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Dopo la gara i due grandi amici Russell e Towns si sono abbracciati in borghese (il primo alle prese con una contusione alla spalla, il secondo con una distorsione al ginocchio), e chissà se le vie del mercato li porteranno a giocare insieme oppure a essere scambiati l’uno per l’altro. Intanto, Golden State deve affrontare la terza sconfitta consecutiva dopo la mini-striscia da quattro successi della scorsa settimana, trovando solo i 16 punti di Robinson III e i 13 di Paschall. “È deludente perché avevamo giocato bene nelle ultime settimane, perciò questa sembra più l’eccezione che la regola. Ma dobbiamo dimostrarlo sabato” ha detto coach Kerr

CHICAGO BULLS-UTAH JAZZ 98-102 | In un modo o nell’altro gli Utah Jazz continuano ad accumulare vittorie, arrivando alla decima nelle ultime dodici. Quella sul campo di Chicago è merito di un mega-parziale da 24-4 nel corso del terzo quarto, mantenendo il vantaggio accumulato fino alla fine pur subendo il pareggio a 1:43 dalla fine. Due liberi di Bojan Bogdanovic (miglior marcatore di squadra con 19 punti) e una schiacciata di Rudy Gobert (17 punti come quelli di Donovan Mitchell) hanno però ridato un cuscinetto di quattro punti che gli ospiti sono riusciti a mantenere
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Ai padroni di casa non sono serviti i 26 punti di Zach LaVine, che ha avuto nelle mani il pallone del pareggio ma ha cercato più il contatto con Gobert che il canestro, sbagliando la conclusione che sarebbe valsa la parità. Insieme a lui anche i 18 di Lauri Markkanen e la doppia doppia da 18+13 di Wendell Carter Jr non sono riusciti a impedire la terza sconfitta nelle ultime quattro, anche se coach Boylen si è detto ottimista: “Siamo già una squadra difensiva, dobbiamo crescere a rimbalzo e in attacco. Ma mi piace questo gruppo di uomini: lavorano duro e rappresentano la città”

CLEVELAND CAVALIERS-CHARLOTTE HORNETS 106-109 | Gli Hornets tornano al successo dopo sei sconfitte in fila e lo fanno ringraziando le loro guardie. Terry Rozier ha tenuto in piedi la squadra segnando 30 punti, ma è stato poi Devonte’ Graham a segnare tutti i suoi 16 punti nella ripresa (con 11 assist) tra cui la tripla da otto metri che ha spezzato la parità a 26 secondi dalla fine mentre il cronometro dei 24 stava per esaurirsi. C’è anche un pizzico di fortuna nel successo degli Hornets: dopo che i Cavs erano riusciti a riportarsi a -2 a 4 secondi dalla fine, Dwyane Bacon ha effettuato subito la rimessa ma buttando via il pallone per una palla persa che sarebbe stata cruciale; la terna arbitrale ha però dato un timeout alla panchina degli Hornets appena prima della rimessa sbagliata, permettendo loro di mantenere il possesso. “Siamo stati fortunati” ha commentato coach Borrego
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L’ultima preghiera di Collin Sexton da metà campo per il pareggio non ha avuto altrettanta fortuna, con il playmaker che ha chiuso come miglior realizzatore dei suoi con 21 punti a referto, seguito dai 18 di Kevin Love, i 17 di Osman e i 14 con 8 assist di Darius Garland. I Cavs comunque possono solo piangere loro stessi, visto che hanno sprecato un vantaggio in doppia cifra nell’ultimo quarto: “Quello è stato deludente. In certi momenti abbiamo giocato abbastanza bene, in altri non abbiamo difeso abbastanza — e i secondi ci hanno presentato il conto alla fine” ha detto coach Beilein

SACRAMENTO KINGS-MEMPHIS GRIZZLIES 128-123 | Quando i Grizzlies hanno chiuso il primo quarto avanti di 16 lunghezze, salendo poi a 20 all’inizio del secondo, sembrava che Sacramento fosse sull’orlo del precipizio — viste anche la striscia di otto sconfitte consecutive accumulate nelle ultime settimane. A ritirarla su ci hanno pensato però le due guardie, Buddy Hield e De’Aaron Fox: il primo ha chiuso con 26 punti e il secondo con 27, di cui 10 nei cinque minuti finali della partita per chiudere i conti e dare un minimo di respiro ai tifosi dei Kings
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I Grizzlies si sono fermati sul più bello, segnando solo 13 punti nei primi dieci minuti e mezzo della frazione finale senza riuscire a capitalizzare sui 23 punti di Ja Morant e i 18+12 di Jonas Valanciunas. La squadra di coach Jenkins aveva anche mantenuto un vantaggio di 7 lunghezze per cominciare l’ultima frazione, ma ha ceduto di schianto davanti al massimo stagionale degli avversari

L.A. CLIPPERS-DETROIT PISTONS 126-112 | Era dal 13 dicembre che i Clippers non vincevano due partite consecutive. Strano, per una squadra considerata una contender per il titolo, ma che sta faticando a trovare continuità in questa regular season di infortuni e load management. Questa volta però è bastato un parziale da 35-20 nel secondo quarto e un terzo quarto da 37-16 per avere ragione dei Pistons, con Montrezl Harrell e Lou Williams da 55 punti in coppia (23 il primo e 22 il secondo) e un Kawhi Leonard da 18
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La peggiore notizia di serata, semmai, è l’infortunio al bicipite femorale di Paul George, che non è più rientrato in campo dopo l’intervallo chiudendo la sua partita con 12 punti. L’ennesimo problema fisico per una squadra che sta già facendo a meno di Patrick Beverley, il cui ritorno però dovrebbe avvenire nelle prossime gare dopo l’infortunio al polso

Non accenna a fermarsi invece la caduta libera dei Pistons, arrivati alla quarta sconfitta in fila in trasferta e all’ottava nelle ultime nove gare in generale. Bruce Brown ha guidato nove giocatori in doppia cifra, ma lo ha fatto segnando solo 15 punti insieme alla doppia doppia da 10+12 di Andre Drummond. Il grande ex Blake Griffin è invece rimasto ancora seduto in panchina alle prese con il suo ginocchio dolorante, provocando la reazione del tifoso numero 1 dei Clippers, Clipper Darrell: “Ho pagato dei soldi e voglio vedere Blake Griffin!” ha gridato, provocando il coro dei tifosi di casa “We want Blake! We want Blake!”