
I Rockets superano i Celtics al termine di una gara folle, con un buzzer beater di Jaylen Brown per forzare il supplementare: decisivi i 41 punti di Russell Westbrook. I Lakers crollano a Memphis segnando solo 88 punti, minimo stagionale. San Antonio vince con Orlando (2 punti per Belinelli), Portland cade ad Atlanta: tutti i risultati e gli highlights della notte

BOSTON CELTICS-HOUSTON ROCKETS 110-111 OT | Partita piena di emozioni al TD Garden, risolta solamente dopo un tempo supplementare in favore dei Rockets. Gli uomini di Mike D’Antoni hanno rimontato 17 lunghezze di svantaggio accumulate nel primo tempo e hanno tenuto duro fino alla fine, pur concedendo ai Celtics di forzare il supplementare in una situazione decisamente inusuale. Per James Harden una prestazione da 21 punti tra cui due tiri liberi per il sorpasso a 25 secondi dalla fine
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Il grande protagonista della sesta vittoria consecutiva dei Rockets è però Russell Westbrook, che di punti ne realizza 41 per firmare la sua 30^ partita consecutiva con almeno 20 punti (pareggiando la striscia di Harden: l’ultima coppia di compagni a riuscirci furono Jerry West e Elgin Baylor nel 1961-62). Decisivo anche l’apporto di Robert Covington, che ha chiuso con 16 punti e il suo massimo in carriera per rimbalzi con 16
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Ai Celtics rimane comunque negli occhi l’incredibile buzzer beater con cui Jaylen Brown ha forzato il supplementare. Dopo aver sbagliato il primo libero con 3 lunghezze da recuperare, Jayson Tatum ha intenzionalmente sbagliato il secondo facendolo sbattere sul primo ferro: il pallone impazzito è quindi finito in punta nelle mani di Brown, che ha mandato a segno il canestro del pareggio sulla sirena
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Non è però bastato ai Celtics, che dopo essersi portati sul 110-109 a poco meno di tre minuti dalla fine non sono più riusciti a segnare, fallendo 6 tiri consecutivi tra cui un altro di Brown che avrebbe potuto dare loro il sorpasso. Rimangono dunque i 32 punti di Tatum, che chiude un mese di febbraio da oltre 30 punti a partita: nella storia dei Celtics ci sono riusciti solo John Havlicek, Larry Bird, Paul Pierce e Isaiah Thomas
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MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES LAKERS 105-88 | Sconfitta sorprendente dei Lakers contro quella che, se la regular season finisse oggi, sarebbe la loro rivale al primo turno di playoff. Per i gialloviola si tratta del minimo stagionale per punti segnati nonché solamente della seconda sconfitta in tutto il mese di febbraio, interrompendo una striscia di 7 successi in fila. Inutili i 19 punti, 8 rimbalzi e 10 assist di LeBron James e i 15 di Anthony Davis, pesante soprattutto il 9/36 dalla lunga distanza e i pochissimi liberi tentati (solo 12)
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Grossi meriti vanno comunque ai Grizzlies, che interrompono una striscia di cinque sconfitte in fila e mandano un messaggio a tutte le inseguitrici per l’ottavo posto. A guidare Memphis sono i 27 punti (career-high con 4 triple) e 14 assist (massimo stagionale pareggiato) di Ja Morant, a cui si aggiungono i 24 punti di Dillon Brooks e i 22 con 20 rimbalzi di Jonas Valanciunas
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SAN ANTONIO SPURS-ORLANDO MAGIC 114-113 | Dopo due sconfitte in fila tornano a vincere i San Antonio Spurs, rimanendo aggrappati al treno per andare ai playoff. Avanti grazie ai 20 punti di Trey Lyles, la squadra di coach Popovich è sopravvissuta a un finale in cui hanno concesso il tiro della possibile vittoria a Evan Fournier, che però non ha trovato l’equilibrio per la conclusione
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“Era un dannato sottomano, solo un dannato sottomano” ha detto il francese, miglior realizzatore dei suoi con 23 punti insieme ai 21 di Terrence Ross. E dire che i Magic erano riusciti a portarsi anche sul +6 grazie a un parziale di 10-0, ma hanno poi subito la rimonta dei padroni di casa con sette giocatori in doppia cifra (19 di Rudy Gay, 16 di DeMar DeRozan e 15 di Dejounte Murray)

Solamente due i punti di Marco Belinelli, che ha tentato quattro tiri (segnandone uno) nei cinque minuti passati in campo a cavallo tra terzo e quarto periodo, dopo aver osservato dalla panchina tutta la prima frazione di gara. Nei suoi cinque minuti di gioco, il plus-minus è stato di -13, negativo come quello di tutti i membri della panchina
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MIAMI HEAT-BROOKLYN NETS 116-113 | Un febbraio tutt’altro che positivo per coach Spoelstra e i suoi Heat (6-7 il record) finisce con un’importante vittoria contro Brooklyn, ottenuta solo nel finale dopo aver sprecato 13 dei 14 punti di vantaggio con cui Miami era avanti a meno di 9 minuti dalla fine della gara. Tutto il quintetto base dei padroni di casa va in doppia cifra (con Kendrick Nunn a quota 21 il migliore) ma sono fondamentali anche i 13 punti di Jae Crowder ma soprattutto i 19 con 10 assist di Goran Dragic dalla panchina, con lo sloveno a segnare un tiro decisivo nel finale.
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Nonostante 30 assist di squadra sui 40 canestri segnati, ai Nets non bastano i 25 con 12 assist di Spencer Dinwiddie, i 20 di Joe Harris con 5 triple a bersaglio e la doppia doppia da 17 e 12 rimbalzi di Jarrett Allen autore di un ottimo 7/8 al tiro: quarto ko in fila per Brooklyn, che chiude il terzo mese consecutivo con un record perdente

ATLANTA HAWKS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 129-117 | In attesa che Clint Capela sia in condizione di fare il suo debutto ad Atlanta, gli Hawks sembrano aver trovato una formula che funziona con John Collins da centro. La seconda vittoria consecutiva della squadra di Lloyd Pierce porta la firma di quattro giocatori sopra quota 19: Trae Young ha guidato tutti con 25 punti e 15 assist, seguito dai 24+10 di Collins, i 22 di De’Andre Hunter (6/9 da tre all’interno del 18/42 di squadra) e i 19 con 8 assist di Huerter
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Continua il momento negativo dei Blazers, arrivati alla sesta sconfitta nelle ultime sette gare disputate. I 35 punti di CJ McCollum e i 21 con 13 rimbalzi di Hassan Whiteside non sono serviti per evitare l’ennesimo passo falso che — con la contemporanea vittoria di Memphis — li manda a 3.5 gare di distanza dall’ottavo posto, con New Orleans e San Antonio davanti e Sacramento appaiata. La speranza è quella di ritrovare Damian Lillard venerdì contro Phoenix
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CLEVELAND CAVALIERS-INDIANA PACERS 104-113 | Gara più equilibrata di quello che fa pensare il punteggio finale quella tra Cavs e Pacers, con Indiana che la spunta grazie al canestro del vantaggio firmato dal solito Malcolm Brogdon (22 punti con 9/13 al tiro e 8 assist per lui), a un Domantas Sabonis vicinissimo alla tripla doppia (18, 13 rimbalzi e 9 assist, con 8/13 dal campo) ma soprattutto grazie a un chirurgico TJ Warren che senza mai andare neppure una volta in lunetta fa 14/20 dal campo e segna 30 punti. I Pacers chiudono tirando il 54% di squadra e mandando a referto 30 assist
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Cleveland incassa il secondo ko in fila, portando il record a 3 vinte e 3 perse da quando J. B. Bickerstaff siede sulla panchina della squadra dell’Ohio: i due lunghi dei Cavs chiudono entrambi in doppia doppia, con Andre Drummond a quota 27 e 13 rimbalzi al rientro dopo aver saltato due partite e Kevin Love a 20 e 10, ma ci sono anche 16 punti per Collin Sexton e 14 dalla panchina del rookie Kevin Porter Jr.. Cleveland ora è attesa a cinque gare interne in fila

NEW YORK KNICKS-CHICAGO BULLS 125-115 | I Knicks interrompono una striscia di sei sconfitte in fila godendosi almeno una serata di divertimento ai danni dei malcapitati Bulls. A guidare i padroni di casa è il massimo in carriera da 23 punti con 10 rimbalzi di Mitchell Robinson, seguito dai 19 di RJ Barrett (17 nel primo tempo), i 22+10 di Julius Randle e i 17 di Taj Gibson. Segnali di vita anche da Kevin Knox, autore di 12 punti e 6 rimbalzi con qualche giocata di energia
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Altra partita frustrante per Chicago, la cui unica buona notizia è il rientro in campo di Wendell Carter Jr dopo quasi due mesi di assenza. I 26 punti di Zach LaVine e i 22 di Coby White sono buoni solamente per il tabellino, senza riuscire a impedire la decima sconfitta nelle ultime undici nonché di crollare 20 partite sotto il 50% di vittorie (20-40). “Qualcosa deve cambiare durante la off-season” ha detto LaVine dopo la gara

PHOENIX SUNS-GOLDEN STATE WARRIORS 99-115 | Altra sconfitta pesantissima in casa per i Suns, che dopo aver perso la sera prima contro Detroit cede di schianto anche contro una Golden State a dir poco rimaneggiata. Con soli 8 giocatori disponibili, nessuna point guard di ruolo e soprattutto una serie di otto sconfitte alle spalle, la squadra di coach Kerr è riuscita in qualche modo a portare a casa la vittoria grazie ai 25 punti di Eric Paschall e i 20 di Damion Lee
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Ad aggiungere ulteriore sale sulle ferite di Phoenix c’è il fatto che la coppia di lunghi degli Warriors, Marquese Chriss e Dragan Bender, sono due giocatori scelti in lottery dai Suns e il cui sviluppo è miseramente fallito. “Per due sere in fila siamo stati battuti sul piano dell’impegno. Non abbiamo mosso il pallone e non abbiamo difeso su nessuno” l’amara analisi di coach Monty Williams, a cui non servono i 21 di Devin Booker e i 20 di Deandre Ayton complice un secondo tempo da 29.7% al tiro